Dopo l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, principale avversario del presidente Erdogan, la città ponte tra Europa e Asia è più che mai sotto la lente degli osservatori internazionali. E questo libro – Istanbul, cronache graffianti dalla città degli imperatori – non potrebbe essere più attuale e utile per comprendere la realtà meno scontata della metropoli turca, di cui l’autrice coglie le inquietudini e la sua bellezza in costante metamorfosi.
Come scrive Alberto Mattioli nella prefazione, «ne esce un racconto informato e ricco di dettagli sui cambiamenti vertiginosi di Istanbul, la gentrificazione di certi quartieri e la proletarizzazione di altri, la sparizione di botteghe tipiche e mitiche, la piallatura inesorabile delle differenze etniche e religiose, le cattedrali cristiane che tornano a essere moschee dopo essere state musei, le monete d’oro da tesaurizzare in tempi d’inflazione galoppante e le belle sciarpine che ormai non si trovano più perché avanza l’uso del velo arabeggiante. Questi dettagli sono più che il racconto della ulteriore globalizzazione che colpisce anche una delle metropoli storicamente più “globali” del mondo: sono un’analisi sottile, informata e senza sconti della Turchia di Erdogan. Si chiama giornalismo, altra attività in via d’estinzione».
Marta Ottaviani a Istanbul ha vissuto a lungo e qui ha incontrato l’amore della sua vita, un gattone autoctono d’inenarrabile magnificenza, subito ironicamente battezzato Erdogat. Ed è proprio Erdogat l’io narrante di questo saggio, che accompagna noi lettori per le strade della «sua» città. Non si potrebbe immaginare guida migliore: i gatti non si limitano a guardare, ma «vedono». Bisanzio, Costantinopoli, la Istanbul degli Ottomani, di Atatürk e adesso di Erdogan, «tremila anni di storia passano nelle iridi verdi di queste sfingi che osservano l’esistenza con il disincanto di chi è superiore alla vana agitazione degli umani e alle loro scomposte passioni».
Maometto stesso «tanto amava la sua gatta Muezza che un giorno, raccontano, dovendosi recare alla preghiera ma accortosi che Muezza dormiva il sonno della giusta sull’ampia manica della sua veste, preferì tagliare la manica piuttosto che svegliare la piccola. E sulla veste del Profeta, Muezza partorì anche i suoi piccoli».
Marta Ottaviani ci accompagna dunque in un viaggio letterario unico quanto inedito nella «Città degli Imperatori». Istanbul è il quarto libro della serie Città geopolitiche: una collana di reportage letterari e saggi narrativi nati dalla penna di grandi firme della geopolitica e delle relazioni internazionali.

Redazione
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