Gambia
Africa
Predominio commerciale inglese e francese, il Gambia conquista una prima forma di autonomia nel 1906, mentre per l’indipendenza deve attendere fino al 1963. Durante la seconda guerra mondiale è una valida base per l’aeronautica militare americana e, più tardi, diviene un approdo commerciale per il Regno Unito. Il referendum del 1970 trasforma la forma di governo in Repubblica e il primo presidente eletto è Dawda Kairaba Jawara. Un colpo di stato inaugura nel 1981 un lungo periodo di instabilità, a cui tenta di porre fine l’anno dopo la Confederazione del Senegambia. Nel 1989 Jawara torna però al potere e vi rimane fino al 1994, quando un golpe guidato dall’APRC (Alliance for Patriotic Reorientation and Construction) lo destituisce e il suo posto viene conquistato dal colonnello Yahya Jammeh. Questi abolisce la Costituzione, reprime tutti i partiti politici e si fa eleggere presidente nel 1996. Da allora, Jammeh continua a vincere le elezioni, nonostante le sporadiche manifestazioni di protesta da parte dell’opposizione e un tentato colpo di stato nel 2006.
L’economia del Gambia dipende dagli aiuti internazionali e dalla continua assistenza del FMI. L’inflazione si attesta al 4,7%. L’agricoltura, che occupa oltre i due terzi della forza lavoro, è basata quasi esclusivamente sulla coltivazione degli arachidi. Le foreste - cresciute in maniera esponenziale tra il 2000 e il 2005 - offrono essenze pregiate di mogano. È molto diffusa anche la pesca, che contribuisce significativamente anche alle esportazioni. A parte un modesto sfruttamento di giacimenti di rame e caolino, il Paese non possiede risorse energetiche. I principali partner commerciali sono la Gran Bretagna, l’India, l’Indonesia, la Francia, l’Italia e la Cina.
Il Gambia può essere considerato un Paese mediamente sicuro. Episodi di microcriminalità sono tuttavia in aumento soprattutto nelle aree più turistiche e nelle zone di confine con il Senegal (Casamance), dove sono attivi gruppi separatisti e banditi. Come altri Paesi dell’Africa occidentale, sta diventando uno dei Paesi privilegiati per il commercio della cocaina. Infatti, oltre 50 tonnellate di polvere bianca proveniente dal Sud America (un quinto del traffico totale), approda sulle coste africane per essere raffinata prima di arrivare in Europa. Attraverso il Gambia vengono trafficati anche esseri umani, armi, sigarette, rifiuti tossici, medicinali contraffatti, petrolio e altre risorse naturali (legnami rari e diamanti). Il rischio terrorismo nel Paese è piuttosto basso, nonostante recenti arresti a Brikama - a 50 chilometri da Banjul – di appartenenti a un gruppo terroristico di stampo islamico. L’intero Paese è colpito dalla malaria, soprattutto durante la stagione delle piogge.
Capitale: Banjul
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 11.295 km²
Popolazione: 1.883.051
Religioni: islamica (90%), cristiana (8%)
Lingue: inglese (ufficiale), idiomi locali
Moneta: dalasi (GMD)
PIL: 1.900 USD
Livello di criticità: Basso
Predominio commerciale inglese e francese, il Gambia conquista una prima forma di autonomia nel 1906, mentre per l’indipendenza deve attendere fino al 1963. Durante la seconda guerra mondiale è una valida base per l’aeronautica militare americana e, più tardi, diviene un approdo commerciale per il Regno Unito. Il referendum del 1970 trasforma la forma di governo in Repubblica e il primo presidente eletto è Dawda Kairaba Jawara. Un colpo di stato inaugura nel 1981 un lungo periodo di instabilità, a cui tenta di porre fine l’anno dopo la Confederazione del Senegambia. Nel 1989 Jawara torna però al potere e vi rimane fino al 1994, quando un golpe guidato dall’APRC (Alliance for Patriotic Reorientation and Construction) lo destituisce e il suo posto viene conquistato dal colonnello Yahya Jammeh. Questi abolisce la Costituzione, reprime tutti i partiti politici e si fa eleggere presidente nel 1996. Da allora, Jammeh continua a vincere le elezioni, nonostante le sporadiche manifestazioni di protesta da parte dell’opposizione e un tentato colpo di stato nel 2006.
L’economia del Gambia dipende dagli aiuti internazionali e dalla continua assistenza del FMI. L’inflazione si attesta al 4,7%. L’agricoltura, che occupa oltre i due terzi della forza lavoro, è basata quasi esclusivamente sulla coltivazione degli arachidi. Le foreste - cresciute in maniera esponenziale tra il 2000 e il 2005 - offrono essenze pregiate di mogano. È molto diffusa anche la pesca, che contribuisce significativamente anche alle esportazioni. A parte un modesto sfruttamento di giacimenti di rame e caolino, il Paese non possiede risorse energetiche. I principali partner commerciali sono la Gran Bretagna, l’India, l’Indonesia, la Francia, l’Italia e la Cina.
Il Gambia può essere considerato un Paese mediamente sicuro. Episodi di microcriminalità sono tuttavia in aumento soprattutto nelle aree più turistiche e nelle zone di confine con il Senegal (Casamance), dove sono attivi gruppi separatisti e banditi. Come altri Paesi dell’Africa occidentale, sta diventando uno dei Paesi privilegiati per il commercio della cocaina. Infatti, oltre 50 tonnellate di polvere bianca proveniente dal Sud America (un quinto del traffico totale), approda sulle coste africane per essere raffinata prima di arrivare in Europa. Attraverso il Gambia vengono trafficati anche esseri umani, armi, sigarette, rifiuti tossici, medicinali contraffatti, petrolio e altre risorse naturali (legnami rari e diamanti). Il rischio terrorismo nel Paese è piuttosto basso, nonostante recenti arresti a Brikama - a 50 chilometri da Banjul – di appartenenti a un gruppo terroristico di stampo islamico. L’intero Paese è colpito dalla malaria, soprattutto durante la stagione delle piogge.