Guyana

Sud America
La Guyana è una ex colonia olandese e britannica, divenuta indipendente nel 1966 ma rimasta nel Commonwealth come repubblica. L’instabilità politica del Paese ha radici nelle tensioni etniche, retaggio della schiavitù prima e della politica di importazione di manodopera dall’India poi. I gruppi legati ai discendenti degli schiavi africani (un terzo della popolazione) e all’etnia indiana (la metà della popolazione) sono rappresentati dai due maggiori partiti politici (il PPP e il PNC), che riflettono le tensioni delle rispettive comunità. Dopo il governo autoritario di Forbes Burnham, nel 1985 il nuovo Presidente Desmond Hoyte introduce l’economia di mercato e ristabilisce i diritti civili. Secondo gli osservatori internazionali le ultime due elezioni, nel 2006 e nel 2011, si sono svolte in modo pacifico. Nel 2011 è stato eletto Presidente Donald Ramotar, del PPP (Partito Popolare), che però di recente ha perso la maggioranza in Parlamento.
L’economia della Guyana è ancora in via di sviluppo anche se negli ultimi anni ha registrato una buona crescita, superando quasi indenne la crisi globale del 2008-2009. Agricoltura e attività estrattiva sono i settori più importanti. Il reddito maggiore deriva dalle esportazioni di zucchero, legname, riso, oro e bauxite, che rappresentano quasi il 60% del PIL. L’economia è stata anche aiutata dalla cancellazione di parte dell’enorme debito estero contratto a causa della politica economica socialista degli anni Settanta. Nel 2005 il G8 ha cancellato una parte del debito, seguito dalla Banca Interamericana dello Sviluppo nel 2007. Mancanza di adeguate infrastrutture e di manodopera qualificata costituiscono ancora i problemi principali per uno sviluppo sostenibile del Paese. Dispute territoriali sono emerse con Venezuela e Suriname per il controllo dell’area di Essequibo, ricca di legname e minerali e di un giacimento di petrolio offshore. Quest’ultima disputa è stata risolta da un tribunale dell’ONU, che ha suddiviso tra Guyana e Suriname l’area marittima sulla quale si trova il giacimento.
Le ultime elezioni, svoltesi in modo pacifico, sembrano indicare una attenuazione della violenza che ha spesso caratterizzato la vita politica della Guyana. Tuttavia il conflitto interetnico è ancora presente e le tensioni possono riesplodere. Il livello di criminalità è molto alto, come tipico di paesi con grandi diseguaglianze economiche e sociali. I pericoli maggiori derivano dalla criminalità organizzata legata al narcotraffico. la Guyana è infatti un paese produttore di marijuana e crocevia per il traffico di droga proveniente dal Venezuela e diretto in Europa e Stati Uniti.
Capitale: Georgetown
Ordinamento: Rep. semipresidenziale
Superficie: 214.969 km²
Popolazione: 741.908
Religioni: protestante, cattolica, islamica
Lingue: inglese
Moneta: dollaro della Guyana (GYD)
PIL: 7.600 USD
Livello di criticità: Medio
La Guyana è una ex colonia olandese e britannica, divenuta indipendente nel 1966 ma rimasta nel Commonwealth come repubblica. L’instabilità politica del Paese ha radici nelle tensioni etniche, retaggio della schiavitù prima e della politica di importazione di manodopera dall’India poi. I gruppi legati ai discendenti degli schiavi africani (un terzo della popolazione) e all’etnia indiana (la metà della popolazione) sono rappresentati dai due maggiori partiti politici (il PPP e il PNC), che riflettono le tensioni delle rispettive comunità. Dopo il governo autoritario di Forbes Burnham, nel 1985 il nuovo Presidente Desmond Hoyte introduce l’economia di mercato e ristabilisce i diritti civili. Secondo gli osservatori internazionali le ultime due elezioni, nel 2006 e nel 2011, si sono svolte in modo pacifico. Nel 2011 è stato eletto Presidente Donald Ramotar, del PPP (Partito Popolare), che però di recente ha perso la maggioranza in Parlamento.
L’economia della Guyana è ancora in via di sviluppo anche se negli ultimi anni ha registrato una buona crescita, superando quasi indenne la crisi globale del 2008-2009. Agricoltura e attività estrattiva sono i settori più importanti. Il reddito maggiore deriva dalle esportazioni di zucchero, legname, riso, oro e bauxite, che rappresentano quasi il 60% del PIL. L’economia è stata anche aiutata dalla cancellazione di parte dell’enorme debito estero contratto a causa della politica economica socialista degli anni Settanta. Nel 2005 il G8 ha cancellato una parte del debito, seguito dalla Banca Interamericana dello Sviluppo nel 2007. Mancanza di adeguate infrastrutture e di manodopera qualificata costituiscono ancora i problemi principali per uno sviluppo sostenibile del Paese. Dispute territoriali sono emerse con Venezuela e Suriname per il controllo dell’area di Essequibo, ricca di legname e minerali e di un giacimento di petrolio offshore. Quest’ultima disputa è stata risolta da un tribunale dell’ONU, che ha suddiviso tra Guyana e Suriname l’area marittima sulla quale si trova il giacimento.
Le ultime elezioni, svoltesi in modo pacifico, sembrano indicare una attenuazione della violenza che ha spesso caratterizzato la vita politica della Guyana. Tuttavia il conflitto interetnico è ancora presente e le tensioni possono riesplodere. Il livello di criminalità è molto alto, come tipico di paesi con grandi diseguaglianze economiche e sociali. I pericoli maggiori derivano dalla criminalità organizzata legata al narcotraffico. la Guyana è infatti un paese produttore di marijuana e crocevia per il traffico di droga proveniente dal Venezuela e diretto in Europa e Stati Uniti.

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