Slovenia

Europa
Ex repubblica della federazione jugoslava, con la “Guerra dei dieci giorni” ottiene il riconoscimento della propria sovranità, diventando indipendente nel giugno del 1991. Infatti – anche se la costituzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia prevedeva la possibilità di secessione – la scelta della Slovenia non fu gradita al governo centrale che, di risposta, inviò l’esercito alle frontiere. Di contro, la risposta armata degli sloveni ebbe la meglio, con l’occupazione delle basi militari federali. Grazie al forte senso etnico della popolazione, all’appoggio del Vaticano, dell’Austria e della Germania, l’intera (di allora) Comunità Economica Europea riconobbe l’autonomia del Paese. Inizia così un periodo di avvicinamento agli stati dell’Europa centrale: nel marzo 2004 la Slovenia è il primo, tra i Paesi in transizione, a diventare “donatore” della Banca Mondiale, e nel maggio dello stesso anno entra a far parte dell’Unione Europea. Nel 2007 adotta l’euro e inizia il processo di candidatura in seno all’OCSE.
Tra i Paesi di nuovo accesso all’UE, con un’economia tra le più stabili dell’area centroeuropea, la Slovenia può vantare eccellenti infrastrutture, un PIL tra i più ricchi dell’area, una forza lavoro ben istruita e una collocazione geografica strategica. A partire dal 2002 sono iniziate le privatizzazioni delle imprese, che hanno portato reali benefici economici: le riforme strutturali, inoltre, hanno attirato numerosi investitori esteri, favorendo la diminuzione della disoccupazione. Tuttavia il governo, durante la crisi del biennio 2008-2009, ha attuato una politica economica contraria al trend europeo, applicando l’aumento dei salari e delle pensioni, con conseguente aumento della spesa pubblica e dell’inflazione. Di contro, una politica fiscale non adeguata ha portato alla diminuzione delle entrate. La partecipazione statale al capitale delle principali banche del Paese ha creato problemi (e notevoli esborsi pubblici) laddove si è reso necessario predisporre un piano di ricapitalizzazione: nel giugno del 2012 è stato approvato quello per la Nova Ljubljanska Banka, la più grande del Paese. La ricapitalizzazione vedrà l’uscita di ingenti fondi, tanto da poter anche essere richiesti aiuti all’UE. Per risanare la situazione, nell’ottobre del 2012 il governo ha varato una legislazione ad hoc per il riassetto del sistema bancario, istituendo la Bank Asset Management Company (BAMC), autorità intitolata al controllo della trasparenza dei trasferimenti bancari. Secondo le stime, nel 2013 dovrebbe verificarsi una contrazione dell’economia, che tornerà nuovamente positiva nel 2014.
Non sussistono particolari problematiche legate a fenomeni terroristici o a rischi di natura sanitaria. Le principali città sono interessate da fenomeni di microcriminalità annoverabili nella norma. Elementi di criticità sono rinvenibili nella situazione politica del Paese. Nel mese di dicembre ci sono state numerose manifestazioni contro il governo di centrodestra, accusato di aver ridotto drasticamente pensioni e stipendi pubblici, in cui i manifestanti hanno chiesto le dimissioni dell’esecutivo. Secondo sondaggi svolti dall’UE, i cittadini sloveni percepiscono il proprio Paese e le proprie autorità come tra le più corrotte d’Europa: nel settembre e nel novembre del 2012 sono stati arrestati, per corruzione, prima il sindaco di Ljubljana e poi quello di Maribor, seconda città della Slovenia.
Capitale: Lubiana
Ordinamento: Repubblica parlamentare
Superficie: 20.273 km²
Popolazione: 1.996.617
Religioni: cattolica (58%), islamica (2%)
Lingue: sloveno (ufficiale), serbo-croato
Moneta: euro (EUR)
PIL: 28.800 USD
Livello di criticità: Basso
Ex repubblica della federazione jugoslava, con la “Guerra dei dieci giorni” ottiene il riconoscimento della propria sovranità, diventando indipendente nel giugno del 1991. Infatti – anche se la costituzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia prevedeva la possibilità di secessione – la scelta della Slovenia non fu gradita al governo centrale che, di risposta, inviò l’esercito alle frontiere. Di contro, la risposta armata degli sloveni ebbe la meglio, con l’occupazione delle basi militari federali. Grazie al forte senso etnico della popolazione, all’appoggio del Vaticano, dell’Austria e della Germania, l’intera (di allora) Comunità Economica Europea riconobbe l’autonomia del Paese. Inizia così un periodo di avvicinamento agli stati dell’Europa centrale: nel marzo 2004 la Slovenia è il primo, tra i Paesi in transizione, a diventare “donatore” della Banca Mondiale, e nel maggio dello stesso anno entra a far parte dell’Unione Europea. Nel 2007 adotta l’euro e inizia il processo di candidatura in seno all’OCSE.
Tra i Paesi di nuovo accesso all’UE, con un’economia tra le più stabili dell’area centroeuropea, la Slovenia può vantare eccellenti infrastrutture, un PIL tra i più ricchi dell’area, una forza lavoro ben istruita e una collocazione geografica strategica. A partire dal 2002 sono iniziate le privatizzazioni delle imprese, che hanno portato reali benefici economici: le riforme strutturali, inoltre, hanno attirato numerosi investitori esteri, favorendo la diminuzione della disoccupazione. Tuttavia il governo, durante la crisi del biennio 2008-2009, ha attuato una politica economica contraria al trend europeo, applicando l’aumento dei salari e delle pensioni, con conseguente aumento della spesa pubblica e dell’inflazione. Di contro, una politica fiscale non adeguata ha portato alla diminuzione delle entrate. La partecipazione statale al capitale delle principali banche del Paese ha creato problemi (e notevoli esborsi pubblici) laddove si è reso necessario predisporre un piano di ricapitalizzazione: nel giugno del 2012 è stato approvato quello per la Nova Ljubljanska Banka, la più grande del Paese. La ricapitalizzazione vedrà l’uscita di ingenti fondi, tanto da poter anche essere richiesti aiuti all’UE. Per risanare la situazione, nell’ottobre del 2012 il governo ha varato una legislazione ad hoc per il riassetto del sistema bancario, istituendo la Bank Asset Management Company (BAMC), autorità intitolata al controllo della trasparenza dei trasferimenti bancari. Secondo le stime, nel 2013 dovrebbe verificarsi una contrazione dell’economia, che tornerà nuovamente positiva nel 2014.
Non sussistono particolari problematiche legate a fenomeni terroristici o a rischi di natura sanitaria. Le principali città sono interessate da fenomeni di microcriminalità annoverabili nella norma. Elementi di criticità sono rinvenibili nella situazione politica del Paese. Nel mese di dicembre ci sono state numerose manifestazioni contro il governo di centrodestra, accusato di aver ridotto drasticamente pensioni e stipendi pubblici, in cui i manifestanti hanno chiesto le dimissioni dell’esecutivo. Secondo sondaggi svolti dall’UE, i cittadini sloveni percepiscono il proprio Paese e le proprie autorità come tra le più corrotte d’Europa: nel settembre e nel novembre del 2012 sono stati arrestati, per corruzione, prima il sindaco di Ljubljana e poi quello di Maribor, seconda città della Slovenia.