Zambia
Africa
Il territorio della Rodhesia del Nord fu amministrato dalla Gran Bretagna dal 1923 fino al 24 ottobre 1964, quando ottenne l’indipendenza dal dominio coloniale inglese e cambiò nome in Zambia. Fu governato per ventisette anni dal pugno di ferro del Presidente Kenneth Kaunda, leader dell’UNIP (United National Independence Party), unico partito politico legale del Paese fino al 1991, quando ottenne l’introduzione del multipartitismo. Lo stesso anno il Movement for Multi-party Democracy (MMD) vinse le elezioni e il suo leader, Frederick Chiluba, divenne il nuovo Presidente, cui la Costituzione del 1996 affida il potere. Chiluba fu in seguito accusato di corruzione e frode ai danni dello Stato. Pertanto, nel 2001 prese il suo posto Levy Mwanawasa, che governò il Paese fino alla morte, avvenuta nel 2008. Da allora Rupiah Banda è stato alla guida dello Zambia, rimpiazzato alle elezioni del 2011 da Michael Sata del Fronte Patriottico, che ha spodestato il partito MMD, rimasto per venti anni consecutivi al potere.
L’agricoltura, diffusa ma scarsamente produttiva, è incentrata su cereali, mais, cotone, tabacco e canna da zucchero. Ma è l’attività estrattiva la principale fonte di guadagni del Paese: nonostante il tentativo messo in atto dall’attuale governo di rinforzare l’economia nazionale puntando sulla produzione e la vendita del rame, di cui lo Zambia è tra maggiori esportatori al mondo, il Paese è uno degli ultimi nell’Indice di Sviluppo Umano (inflazione all’88,4%). Ciò è dovuto, oltre che ai problemi economici, ad un alto tasso di mortalità infantile (il 10% dei bambini muore prima di aver raggiunto i 5 anni) e ai problemi legati alla diffusione dell’Aids.
Lo Zambia non presenta rischi dal punto di vista del terrorismo internazionale e per quanto riguarda le questioni interne, politiche e sociali, è un Paese relativamente stabile. Tuttavia, in passato si sono registrati episodi di violenza legati agli scontri tra un movimento separatista tribale e le forze di sicurezza nazionali nella regione nord-occidentale. Inoltre, si ci sono state manifestazioni di protesta e scontri violenti durante le ultime elezioni presidenziali svoltesi lo scorso settembre 2011 che hanno causato vittime tra la popolazione. È necessario prestare una certa attenzione e cautela nelle zone di confine con i Paesi limitrofi, Congo e Angola in particolare, per la presenza diffusa di campi minati. Nella zona di frontiera con il Congo, poi, anche se le milizie ribelli non sono più attive nella provincia del Katanga, restano numerosi i gruppi criminali armati. Nella Provincia di Copperbelt e di Luapula, sempre al confine con il Congo, il continuo flusso di profughi ha contribuito al deterioramento delle condizioni di sicurezza. Anche la parte occidentale del Paese che confina con l’Angola (in particolare la provincia del nord–ovest), nonostante sia cessata la guerra civile angolana, non è sicura per la presenza di ribelli e l'incidenza di scontri armati. Il territorio è inoltre soggetto a forti inondazioni.
Capitale: Lusaka
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 752.618 km²
Popolazione: 14.309.466
Religioni: cristiana (50-75%), altre
Lingue: inglese (ufficiale), altri dialetti
Moneta: Kwacha zambiana (ZMK)
PIL: 1.600 USD
Livello di criticità: Medio
Il territorio della Rodhesia del Nord fu amministrato dalla Gran Bretagna dal 1923 fino al 24 ottobre 1964, quando ottenne l’indipendenza dal dominio coloniale inglese e cambiò nome in Zambia. Fu governato per ventisette anni dal pugno di ferro del Presidente Kenneth Kaunda, leader dell’UNIP (United National Independence Party), unico partito politico legale del Paese fino al 1991, quando ottenne l’introduzione del multipartitismo. Lo stesso anno il Movement for Multi-party Democracy (MMD) vinse le elezioni e il suo leader, Frederick Chiluba, divenne il nuovo Presidente, cui la Costituzione del 1996 affida il potere. Chiluba fu in seguito accusato di corruzione e frode ai danni dello Stato. Pertanto, nel 2001 prese il suo posto Levy Mwanawasa, che governò il Paese fino alla morte, avvenuta nel 2008. Da allora Rupiah Banda è stato alla guida dello Zambia, rimpiazzato alle elezioni del 2011 da Michael Sata del Fronte Patriottico, che ha spodestato il partito MMD, rimasto per venti anni consecutivi al potere.
L’agricoltura, diffusa ma scarsamente produttiva, è incentrata su cereali, mais, cotone, tabacco e canna da zucchero. Ma è l’attività estrattiva la principale fonte di guadagni del Paese: nonostante il tentativo messo in atto dall’attuale governo di rinforzare l’economia nazionale puntando sulla produzione e la vendita del rame, di cui lo Zambia è tra maggiori esportatori al mondo, il Paese è uno degli ultimi nell’Indice di Sviluppo Umano (inflazione all’88,4%). Ciò è dovuto, oltre che ai problemi economici, ad un alto tasso di mortalità infantile (il 10% dei bambini muore prima di aver raggiunto i 5 anni) e ai problemi legati alla diffusione dell’Aids.
Lo Zambia non presenta rischi dal punto di vista del terrorismo internazionale e per quanto riguarda le questioni interne, politiche e sociali, è un Paese relativamente stabile. Tuttavia, in passato si sono registrati episodi di violenza legati agli scontri tra un movimento separatista tribale e le forze di sicurezza nazionali nella regione nord-occidentale. Inoltre, si ci sono state manifestazioni di protesta e scontri violenti durante le ultime elezioni presidenziali svoltesi lo scorso settembre 2011 che hanno causato vittime tra la popolazione. È necessario prestare una certa attenzione e cautela nelle zone di confine con i Paesi limitrofi, Congo e Angola in particolare, per la presenza diffusa di campi minati. Nella zona di frontiera con il Congo, poi, anche se le milizie ribelli non sono più attive nella provincia del Katanga, restano numerosi i gruppi criminali armati. Nella Provincia di Copperbelt e di Luapula, sempre al confine con il Congo, il continuo flusso di profughi ha contribuito al deterioramento delle condizioni di sicurezza. Anche la parte occidentale del Paese che confina con l’Angola (in particolare la provincia del nord–ovest), nonostante sia cessata la guerra civile angolana, non è sicura per la presenza di ribelli e l'incidenza di scontri armati. Il territorio è inoltre soggetto a forti inondazioni.