Nauru

Oceania
Con i suoi 21 km2 Nauru rappresenta la più piccola Repubblica al mondo. Dominio tedesco dalla fine dell'800 incorporato alle isole Marshall, l'isola passò sotto mandato britannico al termine della prima guerra mondiale per l'interesse suscitato dalla presenza di preziosi giacimenti di fosfato. Dalla fine della seconda guerra mondiale, dopo l'occupazione giapponese, Nauru è rimasta sotto l'amministrazione australiana come Territorio delle Nazioni Unite fino all'indipendenza ottenuta nel 1968. Dagli anni '70 ha ottenuto il controllo congiunto delle operazioni estrattive, prima detenuto esclusivamente da Australia, Nuova Zelanda e Gran Bretagna, ma si stima che le riserve di fosfato stiano terminando, fattore che mette a repentaglio la stabilità economica e politica di un Paese che ha investito esclusivamente su tale ricchezza. La recente crisi finanziaria è stata infatti alla base della crisi istituzionale che ha visto alternarsi al potere oltre una decina di governi in pochi anni.
Nauru dipende dalle importazioni praticamente per tutto, dai generi alimentari, all’acqua, al carburante. Il governo ha tentato negli ultimi anni di avviare un’industria alternativa a quella legata all’estrazione di fosfati (anche nell’ottica di un imminente impoverimento minerario) e in particolare legata al settore turistico e dei servizi bancari ma senza troppa fortuna. Inoltre, la recente crisi finanziaria ha precipitato il Paese nella bancarotta rendendolo dipendente anche dagli aiuti internazionali. Ad esempio dal 2001 al 2008 Nauru si è trovata costretta a garantire asilo sul territorio isolano in cambio di milioni di dollari sulla base di un controverso accordo firmato con l’Australia che sistemava così un elevato numero di profughi che non intendeva ospitare. Le ingenti difficoltà economiche del Paese si ripercuotono, inoltre, negativamente sui servizi pubblici (sanità, educazione, ecc): il governo infatti, al fine di ridurre la spesa pubblica, ha bloccato i salari pubblici, ridotto gli organici e gli investimenti e privatizzato numerose agenzie.
Il livello di criminalità è annoverabile nella norma di standard europeo e non presenta particolari rischi legati al terrorismo, né interno, né internazionale. La difficile situazione economica, dovuta all’esaurirsi dell’unica fonte di guadagno del Paese, è però fonte di instabilità socio-politica che potrebbe avere ripercussioni in ambito securitario. Dal punto di vista ambientale, nonostante la vicinanza dell’isola alla Cintura di Fuoco del Pacifico, nota per l’intensa attività sismica e vulcanica, non si segnalano particolari calamità naturali, a parte qualche ciclone nella stagione umida (da novembre a aprile).
Capitale: Yaren (sede del governo)
Ordinamento: Repubblica
Superficie: 21 km²
Popolazione: 9.434
Religioni: cristiana
Lingue: nauruano, inglese
Moneta: dollaro australiano (NZD)
PIL: 43.800 USD
Livello di criticità: Basso
Con i suoi 21 km2 Nauru rappresenta la più piccola Repubblica al mondo. Dominio tedesco dalla fine dell'800 incorporato alle isole Marshall, l'isola passò sotto mandato britannico al termine della prima guerra mondiale per l'interesse suscitato dalla presenza di preziosi giacimenti di fosfato. Dalla fine della seconda guerra mondiale, dopo l'occupazione giapponese, Nauru è rimasta sotto l'amministrazione australiana come Territorio delle Nazioni Unite fino all'indipendenza ottenuta nel 1968. Dagli anni '70 ha ottenuto il controllo congiunto delle operazioni estrattive, prima detenuto esclusivamente da Australia, Nuova Zelanda e Gran Bretagna, ma si stima che le riserve di fosfato stiano terminando, fattore che mette a repentaglio la stabilità economica e politica di un Paese che ha investito esclusivamente su tale ricchezza. La recente crisi finanziaria è stata infatti alla base della crisi istituzionale che ha visto alternarsi al potere oltre una decina di governi in pochi anni.
Nauru dipende dalle importazioni praticamente per tutto, dai generi alimentari, all’acqua, al carburante. Il governo ha tentato negli ultimi anni di avviare un’industria alternativa a quella legata all’estrazione di fosfati (anche nell’ottica di un imminente impoverimento minerario) e in particolare legata al settore turistico e dei servizi bancari ma senza troppa fortuna. Inoltre, la recente crisi finanziaria ha precipitato il Paese nella bancarotta rendendolo dipendente anche dagli aiuti internazionali. Ad esempio dal 2001 al 2008 Nauru si è trovata costretta a garantire asilo sul territorio isolano in cambio di milioni di dollari sulla base di un controverso accordo firmato con l’Australia che sistemava così un elevato numero di profughi che non intendeva ospitare. Le ingenti difficoltà economiche del Paese si ripercuotono, inoltre, negativamente sui servizi pubblici (sanità, educazione, ecc): il governo infatti, al fine di ridurre la spesa pubblica, ha bloccato i salari pubblici, ridotto gli organici e gli investimenti e privatizzato numerose agenzie.
Il livello di criminalità è annoverabile nella norma di standard europeo e non presenta particolari rischi legati al terrorismo, né interno, né internazionale. La difficile situazione economica, dovuta all’esaurirsi dell’unica fonte di guadagno del Paese, è però fonte di instabilità socio-politica che potrebbe avere ripercussioni in ambito securitario. Dal punto di vista ambientale, nonostante la vicinanza dell’isola alla Cintura di Fuoco del Pacifico, nota per l’intensa attività sismica e vulcanica, non si segnalano particolari calamità naturali, a parte qualche ciclone nella stagione umida (da novembre a aprile).