Amazzonia, nuovi studi confermano l’aumento di deforestazioni con Bolsonaro

Li hanno realizzati MapBiomas e la ong Sos Atlantic Forest. Solo nel 2019 il Paese ha perso 12.000 km2 di foreste. Nella parte orientale abbattimenti in aumento del 27%

Due nuovi studi lanciano l’allarme sui livelli record di  nella foresta amazzonica da quando il Brasile è governato dal presidente Jair Bolsonaro. Entrambi gli studi, citati dal Guardian, sono stati diffusi pochi giorno dopo la diffusione di un filmato che ha messo nei guai il ministro dell’Ambiente brasiliano Ricardo Salles. Nel video Salles viene ripreso mentre, nel corso di una riunione tenutasi lo scorso aprile con funzionari del suo dicastero, dichiara esplicitamente di voler “sfruttare” la pandemia Covid-19, e il fatto che i media siano tutti concentrati sull’emergenza, per indebolire ulteriormente le leggi sulla protezione dell’ambiente.

Dopo questa ennesima tegola caduta sulla credibilità dell’esecutivo guidato da Bolsonaro, arrivano adesso altre due indagini che mettono a nudo il tentativo del presidente di depredare la foresta amazzonica per consegnarla ai suoi alleati latifondisti e alle industrie del legname. Una ricerca è stata condotta da MapBiomas, piattaforma in cui convergono ong, università e società che si occupano di innovazione tecnologica. Secondo MapBiomas il Brasile ha perso 12.000 km2 di foreste solo nel 2019, confermando dunque i ripetuti allarmi sulla deforestazione selvaggia in atto nel Paese lanciati dall’Istituto di ricerca spaziale del Brasile. Di questi 12.000 km2, 7.700 km2 attraversano la foresta amazzonica brasiliana. Tre quarti degli interventi di deforestazione segnalati da MapBiomas si sono verificati in terreni rivendicati dagli agricoltori brasiliani tramite un sistema di autocertificazione sulla cui trasparenza ci sono però forti dubbi. Di questi interventi, il 99% si sarebbe svolto in modo del tutto illegale. Questa illegalità diffusa è dovuta principalmente al fatto che quando vengono comminate delle multe, queste sistematicamente non vengono pagate come denunciato da una ricerca di Human Rights Watch, specie da quando, nell’ottobre scorso, il governo ha introdotto delle nuove procedure che di fatto hanno ulteriormente facilitato la vita a chi voleva appropriarsi di terreni in maniera indebita.

La ong SOS Mata Atlântica denuncia invece un aumento del 27% della distruzione di foreste tropicali in 17 stati del Brasile orientale dall’ottobre del 2018 all’ottobre 2019. Da uno studio della ong emerge che sono stati ben 145 i km2 di foreste abbattuti nella regione.

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Il 15 maggio il vice presidente del Brasile, il generale Hamilton Mourão a capo del Consiglio per l’Amazzonia, ha affermato che ha pronta una legge per intensificare, a suo dire, la lotta alla deforestazione. La votazione della legge è stata però posticipata questa settimana a causa del polverone mediatico innescato dalle dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Salles. Il rischio concreto, però, è che sarà solo un rinvio. Con l’emergenza Covid-19 che in Brasile continua a mietere centinaia di vittime al giorno, Bolsonaro e il suo governo avranno gioco facile nello sfruttare la “distrazione” dei media per continuare ad aggredire altre pezzi incontaminati di foresta.

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Pubblicato su La Nuova Ecologia