È aumentato del 10% il volume globale dell’import-export di armi tra il 2013 e il 2017 rispetto al precedente periodo compreso tra il 2008 e il 2012. Lo dice l’ultimo rapporto diffuso oggi, lunedì 12 marzo, dal SIPRI ( International Peace Research Institute) di Stoccolma.
La compravendita di armi cresce soprattutto in Asia, Medio Oriente e Oceania, mentre subisce una flessione in Africa, nelle Americhe e in Europa. Nella top five dei Paesi esportatori ci sono USA, Russia, Francia, Germania e Cina che insieme coprono il 74% delle esportazioni mondiali. La regina dell’import è invece l’India.
USA leader nell’export di armi
Nel periodo 2013-17 gli Stati Uniti hanno coperto il 34% delle esportazioni globali di armi, registrando un aumento del 25% rispetto al periodo 2008-12 e un +58% rispetto a loro principale concorrente, vale a dire la Russia. Negli anni di presidenza del premio Nobel per la pace Barack Obama (dal 2013 al 2016, mentre nel 2017 si è insediato alla Casa Bianca Donald Trump, ndr), gli USA hanno fornito armi a 98 Stati, direzionando le loro esportazioni soprattutto verso i Paesi del Medio Oriente (49% sul totale). Volumi di questo genere Washington non li faceva registrare dalla fine degli anni Novanta.
Dal rapporto del SIPRI emerge inoltre la “buona” performance della Francia (+7,1% delle esportazioni) e il calo della Germania (-14% ma con un incremento del 109% nei mercati dei Paesi mediorientali). Sale la Cina (+38%) che ha venduto armi soprattutto a Pakistan, Algeria e Bangladesh. Trend positivo anche per Israele (55%), Corea del Sud (65%) e Turchia (145%).
Medio Oriente regione che importa di più
I conflitti in corso in Siria, Iraq e Yemen hanno “favorito” il primato del Medio Oriente quale principale regione importatrice di armi con un aumento del 103% rispetto al periodo 2008-2012 e una copertura del 32% delle importazioni globali. Nonostante i ripetuti appelli al disarmo da parte della comunità internazionale, USA ed Europa continuano a fare affari nella regione. È da loro che, ad esempio, proviene il 98% delle armi importate dall’Arabia Saudita, accusata di bombardare i civili in Yemen e di aver armato gruppi jihadisti per far cadere il regime siriano di Bashar Al Assad.
Proprio Riad si attesta come il secondo più grande importatore di armi al mondo, con un +225% rispetto al 2008-12. Crescono anche le importazioni da parte dell’Egitto (+215%), degli Emirati Arabi Uniti (quarto maggior importatore) e del Qatar.
Nessuno di questi Paesi supera però l’India, che da sola copre il 12% delle importazioni globali (+24% rispetto al 2008-2012). New Delhi compra principalmente dalla Russia (62%) ma, in modo sempre più consistente, anche dagli USA (+557% tra il 2008-2012 e il 2013-2017). Scendono, invece, le importazioni da parte del Pakistan (-36%) che compra di meno in particolare dagli USA (-76%). In calo le importazioni di armi anche da parte di Pechino (-19%).
Gli altri mercati
Le importazioni di armi da parte dei Paesi africani sono diminuite del 22%. A comprare di più è l’Algeria (52% sul totale), mentre a registrare l’aumento più vistoso è la Nigeria (+52% tra il 2008-2012 e il 2013-2017). Le importazioni di armi nelle Americhe sono diminuite del 29%, con punte del -40% in Venezuela. Comprano meno armi anche i Paesi europei (-22%) che però presto dovrebbero rifarsi con l’arrivo di nuovi aerei da combattimento americani. Tra i casi più interessanti, infine, quello dell’Indonesia (+193% delle importazioni), dell’Australia (al sesto posto tra i Paesi importatori) e del Myanmar: nello Stato in cui si sta consumando il massacro della minoranza dei Rohingya ad armare l’esercito birmano sono soprattutto Cina (68% dell’export) e Russia (15%).
Rocco Bellantone
Caporedattore di Babilon, giornalista professionista, classe 1983. Collabora con le riviste Nigrizia e La Nuova Ecologia di Legambiente. Si occupa di Africa, immigrazione e ambiente.
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