Attacco a Lugano, plausibile la pista terroristica

Ieri, 25 novembre, nel primo pomeriggio, una donna di 28 anni ha accoltellato due persone nel centro commerciale Manor di Lugano, in Svizzera. Lo comunicato la polizia cantonale, fornendo altri dettagli sull’accaduto. Entrambe le persone sono rimaste ferite, una in modo grave ma non è in pericolo di vita, l’altra in modo lieve. La 28enne, una cittadina svizzera domiciliata nel Luganese, è stata prima fermata da alcuni clienti del centro commerciale, che si trova poco distante dal centro di Lugano, e poi è stata arrestata dalla polizia.

La polizia cantonale non ha escluso il movente terroristico: «Ci sono elementi seri e fondanti che ci portano a non esludere la matrice terroristica», ha detto a Teleticino il portavoce della polizia cantonale Renato Pizolli. Per le autorità, dunque, l’attacco sarebbe «presumibilmente terroristico». La donna era già nota all’intelligence europea. Era finita sotto la lente della Fedpol e di altre agenzie europee perché legata al mondo islamista jihadista.

Il commento del giornalista Stefano Piazza, autore del libro I semi del male. Da Al Qaeda a ISIS la stirpe del terrorismo:

Dopo l’attacco di Morges del settembre scorso dove venne ucciso a coltellate da un 27enne turco-svizzero un cittadino portoghese di 29 anni, il terrore di matrice islamica potrebbe essere tornato a presentarsi in Svizzera, questa volta a Lugano, Canton Ticino.  Ieri pomeriggio intorno alle 14.00 una 28enne della regione (nome noto a chi scrive) all’interno dello storico centro commerciale “Manor” ha aggredito e accoltellato due donne prima di essere immobilizzata da alcuni coraggiosi clienti del grande magazzino. Secondo quanto pubblicato su Twitter dalla Polizia federale, nel 2017 la 28enne aveva conosciuto sul web e si era di seguito innamorata di un combattente jihadista che all’epoca si trovava in Siria. La donna poi aveva cercato di raggiungerlo ma non appena arrivata al confine con la Siria, era stata arrestata dalla polizia turca. Di seguito era stata rimandata in Svizzera dove era stata “collocata in un istituto psichiatrico”. Sempre secondo Fedpol dal 2017, la donna non era più rimasta coinvolta in indagini relative al terrorismo ma nessuno sa cosa abbia fatto e dove si sia recata negli ultimi tre anni.

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L’attacco di ieri lascia sospese molte domande, una su tutte riguarda la gestione di questi casi. Chi si aspettava risposte dalla conferenza stampa di ieri è rimasto deluso. Intanto, la famiglia della ragazza non ci sta e tramite il legale ha chiesto rispetto: «I familiari non sono a conoscenza di ulteriori elementi utili e non intendono fornire dettagli personali sulla 28enne». La famiglia esprime completa fiducia nelle autorità competenti ed è certa che saranno loro a fare piena luce su quanto accaduto.