Si trova in Moldavia, estrema periferia orientale dell’Europa, uno dei più affascinati incroci tra il mondo delle energie rinnovabili e quello delle criptovalute. Due dimensioni apparentemente non comunicanti, e che invece presso l’Accademia delle Scienze di Chisinau hanno trovato la sintesi perfetta. Il risultato è il più grande impianto fotovoltaico della Moldavia, ecosostenibile al 100%, destinato alla mining farm più estesa di tutto il Paese.

Basta un solo termine per tradurre in parole questa nuova frontiera: eco-mining, ossia produzione di Bitcoin sfruttando l’energia solare. Un metodo innovativo che abbatte gli elevati consumi di elettricità ad oggi necessari per la creazione di criptovalute, sfatando al contempo il tabù che finora aveva sempre bollato come “energivora” la coniazione di monete digitali. I 3mila pannelli fotovoltaici installati a Chisinau permetteranno infatti di risparmiare ogni anno 550 tonnellate di CO2 e 240 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio).

L’iniziativa, promossa dal governo moldavo, è frutto del lavoro di Consulcesi Tech, hi-tech company specializzata in soluzioni all’avanguardia legate alla blockchain, nata dalla ventennale esperienza del Gruppo Consulcesi, che ha operato insieme a Fly Ren Energy Company Srl, azienda leader nella produzione di elettricità da fonte solare.

 

Da sinistra: Massimo e Andrea Tortorella al momento dell’inaugurazione dell’impianto fotovoltaico in Moldavia.

 

Al taglio del nastro erano presenti alti esponenti governativi della Moldavia, tra cui il ministro dell’Economia, Industria e Infrastrutture Chiril Gaburici e il ministro dell’Integrazione Europea ed Esteri Tudor Ulianovschi, imprenditori fintech e venture capitalist provenienti da tutta Europa.

Soddisfatto della realizzazione di questo impianto Andrea Tortorella, CEO di Consulcesi Tech: «L’alto consumo energetico alla base del funzionamento delle criptovalute può essere ovviato attraverso l’utilizzo di fonti alternative supportate da infrastrutture all’avanguardia. Valute digitali e blockchain rappresentano il futuro, e come tutte le rivoluzioni tecnologiche, vanno gestite affinché il loro impatto comporti un sensibile miglioramento nella qualità della vita di tutti noi, senza ripercussioni sulla sostenibilità ambientale».

Positivo anche il commento di Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi: «Il Gruppo Consulcesi ha scelto di essere a fianco dell’innovazione perché le criptovalute, e soprattutto la “catena di blocchi” alla loro base, seppur oggi conosciute e usate da appena lo 0,4% della popolazione mondiale, sono destinate a cambiare radicalmente il nostro modo di vivere».

Il futuro delle energie rinnovabili e delle criptovalute è già presente in Moldavia. Per una volta tanto sarà il resto d’Europa a dover inseguire.