All’interno del contesto europeo e nel cuore del Mediterraneo, l’isola di Malta continua a crescere e le statistiche economiche, anche nel 2020, sono molto positive. Il Business Conditions Indenx, rapporto economico elaborato regolarmente dalla Banca Centrale di Malta, riferisce di un’economia nazionale che negli ultimi mesi ha continuato a crescere, anche se a ritmi più lenti rispetto alla media degli ultimi anni.
Le analisi, riprese e diffuse in Italia dagli esperti di Malta Business, vedono l’affermarsi di una tendenza registrata anche da un altro indice: l’Economic Sentiment Indicator della Commissione Europea, secondo il quale vi sarebbe una crescita economica confermata ma mediamente in calo anche rispetto alla fiducia degli operatori economici. La frenata maggiore si verifica per i settori dei servizi e della rivendita e in misura inferiore per il comparto delle costruzioni. Aumenta invece la fiducia nell’industria e tra i consumatori.
Secondo le elaborazioni della Banca Centrale Maltese, il tasso di disoccupazione destagionalizzato, ossia al netto dei lavori stagionali, si è attestato al 3,5% a novembre, in leggero aumento rispetto al 3,4% registrato nei due mesi precedenti, ma leggermente inferiore al tasso del 3,6% registrato l’anno precedente. Il numero di persone occupate è stato di 219.375 a luglio 2019, quasi 11.200 in più rispetto a luglio 2018, con la creazione di posti di lavoro soprattutto nel settore privato e dei servizi. La Banca Centrale ha esaminato anche gli sviluppi delle finanze pubbliche, osservando che a novembre 2019 è stato registrato un deficit inferiore nel Fondo consolidato dello Stato rispetto allo stesso mese del 2018. Ciò riflette il fatto che le entrate sono aumentate più delle spese.
Il successo è dovuto anche alle politiche fiscali e innovative messe in campo dal governo maltese. Intervistato dalla stampa, in occasione di una recente visita ai negozi di Republic Street, a Valletta, il primo ministro Robert Abela ha affermato che la rimozione del cosiddetto Tax Refund, il vantaggio fiscale per le società straniere, costituirebbe una grave minaccia per l’economia maltese. Abela ha affermato di voler procedere con politiche fiscali vantaggiose e in regola con i parametri dell’Unione Europea e di non volere la cancellazione del sistema di sgravi fiscali per le società straniere presenti a Malta. Il ministro ha confermato che non vi è alcuna intenzione di voler riformare o cambiare l’attuale sistema fiscale, che offre alle imprese straniere un rimborso di 6/7 sulla tassazione annua. Importante ricordare che la giurisdizione del paese non ha una fiscalità privilegiata, in quanto l’aliquota impositiva per le imprese si assesta al 35%. Ciò che viene impropriamente identificata come fiscalità di vantaggio (tax refund 6/7), va invece inquadrata nell’ambito degli incentivi fiscali che sono riconosciuti a tutte le persone fisiche e giuridiche che decidono d’investire sul territorio maltese. Inoltre, Malta ha sottoscritto oltre 70 trattati sulla doppia imposizione, la maggior parte dei quali con i più importanti paesi dell’OCSE, come gli Stati Uniti, la Germania e tutti gli altri paesi dell’UE. Tutti questi trattati contengono la clausola relativa allo scambio di informazioni, come richiesto dall’OCSE, che obbliga le autorità maltesi a divulgare tutte le informazioni su qualsiasi società e i suoi azionisti alle altre giurisdizioni, quando richiesto.
Domenico Letizia
Giornalista, membro di redazione della rivista di geopolitica e affari internazionali “Atlantis”. Speaker radiofonico di “RadioAtene”. Membro del Consiglio Direttivo della ONG "Nessuno tocchi Caino". Ha scritto vari saggi sulla Repubblica di Azerbaigian, sulla Moldova e sulla cooperazione alimentare nel Mediterraneo.
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