Introduzione di nuove modalità di progettazione, di produzione o vendita di beni o servizi. Creazione di un cambiamento positivo nello stato di cose esistente o, in relazione al significato letterale della parola, alterare l’ordine delle cose stabilite per far cose nuove. Questo è ciò che si intende per innovazione. D’altronde questa è una parola che, con i tempi che corrono, è entrata a far parte del linguaggio comune e della quotidianità di tutti. E inevitabilmente si finisce per pensare alla tecnologia e alle sue molteplici e infinite sfaccettature. Insomma, si sta parlando di un’arma e di uno strumento davvero molto importante, ma che occorre saper utilizzare e che va sfruttato nel miglior modo possibile. Ma come si può affrontare questa questione? Giusto entrare nel dettaglio e nello specifico.

La necessità di digitalizzazione

La crisi sanitaria ha portato sì molte difficoltà e tante problematiche, ma allo stesso tempo ha messo in evidenza come ci sia una crescente esigenza di aumentare la digitalizzazione. Una necessità che riguarda in primis moltissime aziende e che ha coinvolto anche le università. Dunque si sta parlando di un processo che sta vivendo una vera e propria accelerazione. Un qualcosa che, numeri e dati alla mano, può anche creare nuovi posti di lavoro. Questo è senza alcun dubbio un aspetto estremamente rilevante, ma da considerare c’è tanto altro. Non a caso occorre fare i conti con quella che può essere definita, senza troppi giri di parole, una grande urgenza: la formazione di questi nuovi talenti high-tech.

Va detto però che le tematiche tecnologiche sono state troppo spesso ignorate del mondo scolastico italiano. Ed ecco che a scendere in campo sono brand e aziende molto note in campo internazionale. Tra questi c’è IGT, un marchio leader a livello mondiale nel settore delle slot machine. Il suo progetto, chiamato High Tech High School, nato in collaborazione con Codemotion, la piattaforma per la crescita professionale degli sviluppatori e per le aziende alla ricerca di talenti in ambito tecnologico. Come riporta Slotmania, l’idea è quella di rivolgersi in particolar modo a studenti tra i 14 e i 18 anni che dovranno imparare a utilizzare nuove tecnologie, frequenteranno laboratori gestiti da educatori, lavoreranno sulla programmazione e sul design 3D. Insomma, un piccolo grande passo verso il futuro. A esser coinvolti però saranno anche i docenti, che avranno a disposizione laboratori in live streaming dedicati al creative coding con esperimenti pratici. Dunque tutto ciò può aiutare a capire come la tecnologia potrà esser utilizzata in ambito didattico.

Il gioco è anche formativo?

Pensando al fatto che l’IGT è un brand che opera nel settore del gaming, non si può affermare che, in alcuni suoi aspetti, il gaming è senza alcun dubbio un qualcosa di fortemente formativo. Basti pensare, per esempio, ai videogiochi d’azione. Questi ultimi non a caso richiedono decisioni rapide, una grande attenzione, una concentrazione massima e una capacità di prevedere rapidamente le conseguenze di una scelta che viene fatta. Un qualcosa che, nella realtà, può tornare utile in svariati contesti e risultare quindi formativo. Dunque si può tranquillamente dire che le tecniche di game design possono contribuire alla formazione anche in contesti non ludici. Un qualcosa che può essere valorizzato e sfruttato in ambiti ben più importanti e reali. Insomma, quello del gioco è un settore audace, creativo e giovane. La sua evoluzione è continua e costante, e c’è già un alto tasso di innovazione. Innovazione, per l’appunto: la parola attorno a cui sembra ruotare tutto.