I temi dei vaccini e dell’introduzione del Green pass da giorni scuotono le piazze d’Italia innescando anche le prime frizioni all’interno del Governo Draghi. Della necessità di puntare con decisione sulla somministrazione dei vaccini per portare l’Italia fuori da questa pandemia, e di tutte le iniziative da intraprendere per far tornare gradualmente alla normalità il nostro Paese, parla Generazione V. Virus, vaccini, varianti. Viaggio nella nuova normalità di Guido Rasi, direttore esecutivo dell’EMA (European Medicine Agency) per due mandati e oggi direttore scientifico del provider di educazione continua in medicina Sanità In-Formazione, gruppo Consulcesi. All’interno anche un’autorevolte prefazione del Generale Francesco Paolo Figiuolo. Eccone un estratto.

Generazione V Il futuro è cambiato, pertanto dobbiamo cambiare anche noi. Per affrontare e vincere le sfide che la pandemia ci ha posto. Per avere maggiore consapevolezza diffusa. Per tornare a essere padroni delle nostre vite. Per ripartire da dove eravamo rimasti o per cambiare direzione. Il punto non è mai stato se compiere questa o quella scelta. Se riaprire o se vaccinarsi. Il punto è sempre stato il come. Come approcciare la ripartenza economica, come ristrutturare la sanità, e con quale metodologia e secondo quali e quanti obiettivi.

Tutto ciò richiede consapevolezza e organizzazione. Una strategia ben definita. E istituzioni pubbliche capaci di accogliere e gestire le novità. Occorre dunque compiere scelte lungimiranti e ben ponderate. E questo può e deve esser fatto subito dopo aver affrontato un’analisi dei limiti nella governance attuale ereditati da chi ci ha preceduto, così come dei costi umani ed economici che sottendono a tali impostazioni. E serve soprattutto migliorare, in ogni campo: dal funzionamento della salute pubblica alla gestione della comunicazione, dai protocolli dell’amministrazione alla corretta applicazione della tecnologia. Affinché le risposte che forniremo possano costituire l’ossatura di uno Stato democratico, che sia risoluto nel difendere i propri cittadini, virtuoso nell’emergenza e pronto nell’imprevisto.

La gestione di una pandemia deve sempre basarsi su solide evidenze, che tuttavia sono desumibili soltanto in base a un continuo monitoraggio e a una costante analisi degli scenari – che per definizione e in base all’esperienza sappiamo mutare rapidamente – con interventi correttivi pronti e ben definiti. Questo affinché le decisioni che ne discendono siano prese in base alla migliore evidenza disponibile nel dato momento. Una pandemia causata da una malattia sconosciuta, infatti, rende estrema la necessità di operare per correttivi successivi e sequenziali; i quali devono essere poi ben spiegati a chi li dovrà gestire e applicare, evidenziando in ogni passaggio quali siano le implicazioni derivanti dalle nuove informazioni acquisite e accertandosi che queste siano ben assimilate. Fondamentale in tal senso è anche la consapevolezza che, in un simile processo, ogni ulteriore conoscenza matura proprio grazie a perfezionamenti in corso d’opera. Ergo, ogni precedente conoscenza non era di per sé sbagliata, ma più semplicemente perfettibile e suscettibile di cambiamenti. Come dimostra l’uso della mascherina: prima suggerito nei locali al chiuso, poi reso obbligatorio, quindi imposto anche all’aperto, e infine sperimentato in luoghi affollati per i vaccinati e i non vaccinati. Ogni risultanza e incrocio dei dati relativi, ha consentito di perfezionare il protocollo. Al punto che oggi abbiamo certezze ed evidenze sufficienti per erogare nuove regole. Per tutto questo serve tempo, certo. Ma si può fare. Con le idee, il coraggio, il metodo e la professionalità. Tutelando i diritti degli altri e sfruttando le disponibilità economiche che il sistema ci permette.

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Generazione V
di Guido Rasi
Prefazione del Generale Francesco Paolo Figliuolo