Il gigante cinese delle telecomunicazioni Huawei ha fatto causa al governo americano contro il bando all’uso dei suoi prodotti da parte delle agenzie dell’amministrazione di Washington per motivi di sicurezza. «Il bando non è soltanto illegale, ma impedisce alla Huawei di impegnarsi in una competizione equa con danno per i consumatori americani», ha dichiarato il presidente di turno della Huawei, Guo Ping, dal suo quartier generale di Shenzen. Gli Stati Uniti, ha detto Guo, «non hanno finora prodotto prove per giustificare le restrizioni ai prodotti Huawei. Siamo costretti ad intraprendere questa azione legale».

La causa si rivolge contro la sezione 889 del National Defence Authorisation Act firmato in agosto dal presidente americano Donald Trump, che vieta alle agenzie del governo di Washington di usare prodotti Huawei. Secondo la compagnia cinese, il bando viola la costituzione americana perché le accuse di violazione della sicurezza non sono provate. Secondo Washington, la Huawei è legata al governo cinese e l’uso dei suoi prodotti rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale. L’amministrazione Trump ha fatto pressione su diversi governi perché non affidino alla compagnia la realizzazione delle infrastrutture della rete di telecomunicazione 5G.

Lo scontro con la Huawei s’inserisce in quello più ampio fra Usa e Cina sui dazi commerciali e non si limita soltanto al bando ai suoi prodotti. La giustizia canadese sta attualmente valutando la richiesta americana per l’estradizione di Meng Wanzhu, responsabile finanziario di Huawei e figlia del fondatore della compagnia, arrestata a Vancouver in dicembre e accusata di violazione delle sanzioni contro l’Iran. In un’altra vicenda, gli Stati Uniti hanno accusato in gennaio la Huawei di frode, ostruzione della giustizia e cospirazione per spionaggio commerciale ai danni dell’americana T-Mobile.

La causa è stata intrapresa in un tribunale distrettuale degli Stati Uniti a Plano, in Texas. Secondo la denuncia, la sezione 889 della NDAA del 2019 non solo impedisce a tutte le agenzie governative statunitensi di acquistare apparecchiature e servizi Huawei, ma vieta anche loro di stipulare contratti o concedere sovvenzioni o prestiti a terzi che acquistano apparecchiature o servizi Huawei, senza alcun previo processo esecutivo o giudiziario. Ciò viola il Bill of Attainder Clause e la Due Process Clause nonché i principi di Separazione dei Poteri sanciti dalla Costituzione degli Stati Uniti, perché il Congresso sta nello stesso tempo promulgando e facendo eseguire la legge, nonché tentando di formulare un giudizio.

Song Liuping, Chief Legal Officer di Huawei, ha sottolineato: «La Sezione 889 si basa su numerose disposizioni false, non provate e non testate. Contrariamente alla premessa dello statuto, Huawei non è di proprietà, controllata o influenzata dal governo cinese. L’azienda ha un programma di sicurezza che ha evidenziato performance eccellenti e non è mai stata portata nessuna prova capace di dimostrare il contrario». «Huawei è orgogliosa di essere la società più aperta, trasparente e scrupolosa al mondo», ha dichiarato John Suffolk, Global Cyber Security & Privacy Officer di Huawei. «L’approccio di Huawei cosiddetto ‘security by design’ stabilisce sia nelle fasi di sviluppo che di implementazione un livello di standard elevato che pochi possono eguagliare».

articolo pubblicato sul LaStampa.it