Al viaggio nella capitale nordcoreana del consigliere per la Sicurezza Nazionale di Seoul Chung Eui-yong ha fatto seguito un comunicato stampa dell’ufficio di presidenza della Casa Blu che annunciava un nuovo vertice inter-coreano tra Moon Jae in e Kim Jong a Pyongyang. Il summit si terrà tra il 18 e il 20 settembre e sarà il terzo meeting tra il presidente sudcoreano e il giovane leader nordcoreano dopo quelli di aprile e di maggio. Il viaggio di un giorno di Chung Eui-yong è servito a preparare il campo al summit di fine settembre e ad approfondire la cooperazione tra i due Paesi ancora divisi e in guerra. Al termine della missione, Chung Eui-yong ha annunciato l’imminente apertura di un ufficio di collegamento tra Nord e Sud nella città nordcoreana di Kaesong, a nord di Seoul e a ridosso del limite della zona demilitarizzata. L’ufficio sarà una rappresentanza permanente per entrambi gli Stati e verrà creato anche prima del summit previsto a settembre. La notizia ha una portata storica perché Kaesong è stata la sede di un’importante distretto industriale inter-coreano chiuso nel 2016 a causa delle crescenti tensioni politiche e militari. Per i due Paesi, che non hanno ancora ripristinato le relazioni diplomatiche, l’inaugurazione dell’ufficio è un passo in avanti molto rilevante. I negoziati sulla questione nordcoreana sembrano progredire su due binari differenti. Da un lato, i colloqui tra i rappresentanti di Pyongyang e di Washington si sono momentaneamente arenati sul dossier nucleare, non a caso è stato recentemente annullato il viaggio del Segretario di Stato Mike Pompeo in Corea del Nord, dall’altro, il presidente sudcoreano Moon Jae in preferisce concentrarsi sulla cooperazione e sulla collaborazione economica come strumenti per arrivare alla pacificazione della penisola.
L’Amministrazione Trump, ancora rigida sull’imperativo della “massiva pressione” verso il regime nordcoreano, rifiuta di concedere aiuti economici prima di riceve un segnale reale di impegno da parte di Kim sulla denuclearizzazione. Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Corea del Nord un rapporto aggiornato sulle armi convenzionali e non a disposizione del regime che tuttavia Pyongyang non è intenzionata a dare prima di una dichiarazione sulla fine della Guerra di Corea da parte di Washington. Moon Jae in, al contrario, non vuole rischiare di mandare a monte mesi di sforzi diplomatici restando ancorato al tema della denuclearizzazione. L’idea di sviluppare linee ferroviarie di collegamento tra il Sud e il Nord, insieme a una rete di infrastrutture, serve a questo scopo. Il problema al momento è che la collaborazione economica con la Corea del Nord porterebbe il Sud a violare le sanzioni internazionali. A causa di questa diversa interpretazione riguardo le priorità da seguire nelle trattative con la Corea del Nord sta aumentando la distanza tra USA e Corea del Sud. Con la presidenza Moon concentrata fin dall’inizio sull’instaurazione di migliori rapporti con Pyongyang ancora prima che sull’amicizia con Washington e dopo i recenti sviluppi sui negoziati con Kim, la storica alleanza tra i due Paesi sembra messa in pericolo. Tuttavia, è molto probabile che Moon e Trump troveranno un punto di incontro quando si vedranno a fine mese a New York per la 73esima riunione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Mancano ormai pochi giorni alla parata di domenica 9 settembre organizzata per festeggiare i 70 anni dalla fondazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea. Tenendo conto delle immagini satellitari del 22 agosto, dovrebbero prendere parte alla parata almeno 120 veicoli militari. Il report diffuso da 38 North ha però escluso che tra questi veicoli ci siano quelli utilizzati per il lancio di missili balistici sia a medio che a lungo raggio. È anche vero, tuttavia, che dettagli di questo tipo restano di solito nascosti almeno fino al giorno prima della parata. La dimostrazione di forza di domenica prossima sarà decisiva per valutare le capacità offensive della Corea del Nord, soprattutto a fronte del fatto che Pyongyang non ha ancora interrotto né il programma atomico, né quello missilistico, motivo che alimenta lo scetticismo di Washington.
Erminia Voccia
Giornalista professionista, campana, classe 1986, collabora con Il Mattino di Napoli. Laurea magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università “L’Orientale” di Napoli. Master in giornalismo e giornalismo radiotelevisivo presso Eidos di Roma. Appassionata di Asia.
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