Chi é Juan Guaidó, il leader a capo del Parlamento, che si è autoproclamato presidente del Paese? Fino a tre settimane fa, era un perfetto sconosciuto a coloro che non seguono direttamente la politica venezuelana, le vicende dell’opposizione critica con Chavez e con il regime. L’Assemblea nazionale, che è in mano agli anti-Maduro (in carica dal 2013, il nuovo mandato è iniziato il 10 gennaio) è l’organo legislativo dell’opposizione, nel 2017 è stata esautorata e continua a operare spogliata delle sue funzioni. Il giovane politico 35enne venuto fuori dal nulla, ha iniziato a fomentare le marce degli scontenti, incoraggiando le aspettative di milioni di persone. Dopo aver dichiarato l’insediamento di Maduro illegale, Guaido ha subito invocato l’articolo della costituzione che consente il trasferimento dei poteri all’Assemblea, nel caso in cui la presidenza risulti vacante. Già a pochi giorni dall’inaugurazione di Maduro Guaido aveva detto che sarebbe stato disposto a prendere il comando come presidente se il popolo e l’esercito lo avessero sostenuto.
È un ingegnere industriale di professione, ha iniziato a organizzare manifestazioni contro Hugo Chavez più di un decennio fa, dopo che il leader socialista aveva messo a tacere i critici rifiutandosi di rinnovare la licenza di trasmissione del canale televisivo più popolare del Venezuela. Ha preso su di sé la causa della liberazione del Paese da un esecutivo che lui definisce «usurpatore». Guaido ha stretto rapporti con Leopoldo Lopez, anche se era agli arresti domiciliari; ha aiutato l’ex sindaco di Caracas a rafforzare il partito della Volontà Popolare, una formazione socialdemocratica, fondata nel 2009 in risposta alle supposte violazioni dell’ordine democratico da parte di Hugo Chavez e del successore Maduro.
È figlio di un pilota commerciale e di una casalinga, ha sei fratelli, è cresciuto vicino a Caracas e a differenza di molti alleati dell’opposizione, criticati per le loro origini di sangue blu, ha origini umili. Alto e di bella presenza, Guaido è noto per il suo amore per la sua squadra di baseball della sua città natale, gli squali di La Guaira e perché balla la salsa. Con la sua compagna, Fabiana Rosales, ha avuto una figlia, Miranda, dal nome di Francisco de Miranda, un precursore dell’eroe indipendentista sudamericano Simon Bolivar.
Il neoproclamato presidente è entrato nell’Assemblea nazionale quattro anni fa. È arrivato a guidarla per una serie di eventi fortuiti, dopo che i precedenti leader furono arrestati o costretti all’esilio. Ora la sua sfida è canalizzare la disperata voglia di cambiamento dei venezuelani verso il regime. È già stato arrestato dalla polizia di Maduro, rilasciato dopo poche ore. «Ecco la nostra risposta», ha detto. «Restiamo per le strade e non abbiamo paura».
Cecilia Butini
Letizia Tortello
articolo pubblicato su La Stampa.it
Redazione
La redazione di Babilon è composta da giovani giornalisti, analisti e ricercatori attenti alle dinamiche mondiali. Il nostro obiettivo è rendere più comprensibile la geopolitica a tutti i tipi di lettori.
Non c’è più la politica di una volta
26 Set 2024
In libreria dal 20 settembre, per la collana Montesquieu, Fuori di testa. Errori e orrori di politici e comunicatori,…
Perché l’Occidente deve cercare un confronto con Orban
29 Lug 2024
Il sostantivo «cremlinologo» aveva certo molti anni fa una sua funzione, di là dal definire l'etichetta di uno…
La crisi della democrazia negli Stati Uniti
14 Lug 2024
Che America è quella che andrà al voto il 5 novembre 2024 per eleggere il suo presidente? Chi vincerà lo scontro tra…
Il mondo al voto. Il futuro tra democrazie e dittature
18 Gen 2024
Il 2024 è il grande anno delle elezioni politiche nel mondo. Dopo Taiwan la Russia, l’India, il Regno Unito, l’Unione…