Il Parlamento britannico ha respinto per la terza volta l’accordo per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Il voto di oggi era il secondo dopo quelli di febbraio e di marzo e pur di far passare il suo piano la premier May aveva offerto come pegno se stessa, promettendo di dimettersi dopo l’approvazione dell’accordo e prima dell’avvio di una nuova fase dei negoziati su Brexit. Secondo alcune analisi, il piano sarebbe potuto passare grazie alle concessioni di parte dei conservatori. L’accordo ha ottenuto 344 voti contrari e 286 a favore. Con il voto di oggi pomeriggio il Parlamento di Londra si è espresso solo su una parte del piano tanto contestato, quella però considerata legalmente vincolante. Il pronunciamento del Parlamento ha come conseguenza la perdita da parte di Londra della possibilità di ottenere una proroga per Brexit fino al 22 maggio. Adesso il Regno Unito dovrà comunicare all’Unione Europea cosa intende fare fino alla data del 12 aprile, giorno in cui potrebbe uscire senza la prospettiva di un accordo votato dal Parlamento. Verrebbe così a configurarsi di nuovo l’ipotesi del no deal, indicata da molti come scenario catastrofico. Oppure, Londra potrebbe chiedere all’Ue un altro rinvio per Brexit. Dopo il respingimento del piano da parte della Camera dei Comuni, Donald Tusk ha fatto sapere di aver convocato una riunione del Consiglio Europeo per il 10 aprile.