A sorpresa la sera di martedì 19 marzo 2019 Nursultan Nazarbayev, 78 anni, ha annunciato le dimissioni da presidente del Kazakhstan. Era considerato l’ultimo leader dell’era sovietica ancora in carica. Il discorso di addio è stato trasmesso dalla tv nazionale. Già leader comunista, da quasi 30 anni era alla guida del Paese dell’Asia centrale, detenendo le redini del potere in Kazakhstan dalla caduta dell’Unione Sovietica in poi. Secondo gli analisti, continuerà ad avere grande peso nel futuro del Paese ricco di idrocarburi perché resterà a capo di importanti organismi militari e politici. Nazarbayev continuerà a presiedere il Consiglio di sicurezza nazionale, che detta le lineee della politica estera e di sicurezza,  e il partito Nu-Otan, che domina il Parlamento. Presidente dal piglio autoritario, ha condotto il Kazakhstan sulla scena mondiale mettendo a tacere il dissenso interno. Il successore ad interim è Kassym-Jomart Tokayev, attuale presidente del Senato. Le dimissioni arrivano ad appena poche settimane di distanza dal licenziamento dell’esecutivo e in seguito alla promessa di una serie di riforme sociali mirate a sedare il malcontento popolare. Nel 2010 il Parlamento gli aveva conferito il titolo di “padre della Nazione”, favorendo il suo ritiro solo apparente. Secondo Mark Galeotti, analista citato dal Guardian, l’addio di Nazarbayev potrebbe essere una sorta di anticipazione della exit strategy di Vladimir Putin.