Azerbaijan

Asia Centrale
Aggiornata al Maggio 2017 - Con la fine dell’Impero Russo, l’Azerbaijan diviene la prima Repubblica Democratica nel mondo musulmano. Ma tale regime dura appena un biennio, dal 1918 al 1920. A 25 anni dalla conquista dell’indipendenza, l’Azerbaijan ha votato, nel Settembre 2016, un emendamento della sua Costituzione che la rende una Repubblica presidenziale a tutti gli effetti. Alla fine di quell’anno, infatti, l’Armata Rossa invade il Paese e lo ingloba tra le repubbliche sovietiche, trasformandolo nel 1922, con l’Armenia e la Georgia, nella Repubblica Socialista Sovietica Transcaucasica. Un’esperienza che avrà vita fino al 1936, quando il Paese ottiene una propria autonomia. La Repubblica indipendente di Azerbaijan si costituisce nel 1990, ma qualche mese più tardi i conflitti etnici tra azeri e armeni nella regione di Nagorno Karabakh (al confine tra Armenia e Azerbaijan) rabbuieranno l’esito dell’indipendenza: lo stanziamento di truppe armene sul confine è considerata da Baku un’occupazione illegittima del territorio nazionale. Ne scaturisce un conflitto tra le due opposte fazioni (1992-1994). Nel1993, con un’elezione plebiscitaria, viene nominato Presidente Heydar Aliyev che riesce a far ripartire l’economia e a imporre il cessate il fuoco nel conflitto l’anno successivo. Rieletto nonostante le accuse di corruzione e di eccessivo autoritarismo nel 1998, Aliyev prosegue il suo mandato come Presidente. Alla sua morte è il figlio Ilham a ricoprire la carica, vincendo le elezioni nel 2003 e riconfermandosi nel 2008 e nel 2013, seppur accusato di brogli elettorali. Nel 2015 il New Azerbaijan Party, guidato da Aliyev, vince le elezioni parlamentari.
L’economia azera è basata fondamentalmente sul mercato degli idrocarburi (l’80% delle sue esportazioni sono legate al settore petrolifero), di cui il Paese è al ventesimo posto nel mondo per disponibilità di riserve. Negli ultimi anni ha avuto una notevole crescita anche il settore delle costruzioni. Il suo tasso di crescita, al momento, è uno dei più alti al mondo, in contrasto con una situazione politica stabile ma corrotta e basata essenzialmente su relazioni di parentela. Milioni di azeri sono stati costretti a emigrare in Russia, Paese con cui, tra l’altro, i rapporti si erano guastati nel 2007 a causa dell’irrisolta disputa sull’energia. L’aumento del prezzo del gas, trattamento riservato soltanto all’Azerbaijan - non invece alla rivale Armenia - aveva portato all’inevitabile diminuzione della domanda di prodotto. L’interesse dei Paesi esteri verso il tesoro energetico dell’Azerbaijan rimane comunque alto, come testimoniano i finanziamenti per la costruzione e la messa in attività nel 2006 dell’oleodotto Baku-Ceyhan che, attraverso la Georgia, trasporta il petrolio per 1770 km fino al Mar Mediterraneo, in Turchia. Nel settore primario, è fortemente sviluppata la bachicoltura, mentre il mercato del pescato, indirizzato esclusivamente al consumo interno, continua a essere minacciato dall’inquinamento del Mar Caspio. Il tasso di inflazione è intorno al 2%. In seguito all’abbassamento del prezzo del petrolio e a drastici tagli nel settore pubblico, l’economia azera ha subito una contrazione nel 2016.
La situazione politica nel Paese può essere considerata oggi piuttosto stabile, nonostante le frequenti azioni di protesta contro il governo nella capitale Baku. Il potere azero, corrotto e tirannico, è infatti ancora ben lontano dall’idea di democrazia. La repressione è solitamente la forma utilizzata dal governo contro ogni forma di opposizione e la libertà di espressione è praticamente annullata. L’Azerbaijan è una riserva di petrolio e di metano, oltre che un ponte strategico tra l’Asia e l’Europa. Resta aperta la questione del Nagorno-Karabakh nonostante il cessate il fuoco imposto nel 1994 dal Presidente Aliyev, le ostilità sono riprese nell’aprile 2016, provocando decine di morti e feriti. Si segnala inoltre che ai cittadini europei non è consentito l’attraversamento della frontiera tra Russia e Azerbaijan. I rapporti politici non sono del tutto pacifici nemmeno con l’Iran: nel marzo 2012 le autorità hanno arrestato 22 persone sospettate di spionaggio, mentre in aprile 19 membri di Al Qaeda sono stati uccisi dalle forze di sicurezza azera. Ad oggi, non si escludono attacchi indiscriminati in prossimità di ambasciate e altri luoghi istituzionali. Il livello di criminalità comune nel Paese può essere considerato alquanto contenuto, anche nei maggiori centri abitati. La capitale Baku è una città abbastanza sicura. Secondo un report dell’intelligence turca, l’Azerbaijan insieme ad altri paesi del Caucaso viene utilizzato dall’Isis per far transitare i propri miliziani dalla Siria in Europa.
Capitale: Baku
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 86.600 km²
Popolazione: 9.590.159
Religioni: islamica (93%), ortodossa (3%)
Lingue: azero (ufficiale), lezgi, russo
Moneta: manat azaro (AZN)
PIL: 10.700 USD
Livello di criticità: Medio
Aggiornata al Maggio 2017 - Con la fine dell’Impero Russo, l’Azerbaijan diviene la prima Repubblica Democratica nel mondo musulmano. Ma tale regime dura appena un biennio, dal 1918 al 1920. A 25 anni dalla conquista dell’indipendenza, l’Azerbaijan ha votato, nel Settembre 2016, un emendamento della sua Costituzione che la rende una Repubblica presidenziale a tutti gli effetti. Alla fine di quell’anno, infatti, l’Armata Rossa invade il Paese e lo ingloba tra le repubbliche sovietiche, trasformandolo nel 1922, con l’Armenia e la Georgia, nella Repubblica Socialista Sovietica Transcaucasica. Un’esperienza che avrà vita fino al 1936, quando il Paese ottiene una propria autonomia. La Repubblica indipendente di Azerbaijan si costituisce nel 1990, ma qualche mese più tardi i conflitti etnici tra azeri e armeni nella regione di Nagorno Karabakh (al confine tra Armenia e Azerbaijan) rabbuieranno l’esito dell’indipendenza: lo stanziamento di truppe armene sul confine è considerata da Baku un’occupazione illegittima del territorio nazionale. Ne scaturisce un conflitto tra le due opposte fazioni (1992-1994). Nel1993, con un’elezione plebiscitaria, viene nominato Presidente Heydar Aliyev che riesce a far ripartire l’economia e a imporre il cessate il fuoco nel conflitto l’anno successivo. Rieletto nonostante le accuse di corruzione e di eccessivo autoritarismo nel 1998, Aliyev prosegue il suo mandato come Presidente. Alla sua morte è il figlio Ilham a ricoprire la carica, vincendo le elezioni nel 2003 e riconfermandosi nel 2008 e nel 2013, seppur accusato di brogli elettorali. Nel 2015 il New Azerbaijan Party, guidato da Aliyev, vince le elezioni parlamentari.
L’economia azera è basata fondamentalmente sul mercato degli idrocarburi (l’80% delle sue esportazioni sono legate al settore petrolifero), di cui il Paese è al ventesimo posto nel mondo per disponibilità di riserve. Negli ultimi anni ha avuto una notevole crescita anche il settore delle costruzioni. Il suo tasso di crescita, al momento, è uno dei più alti al mondo, in contrasto con una situazione politica stabile ma corrotta e basata essenzialmente su relazioni di parentela. Milioni di azeri sono stati costretti a emigrare in Russia, Paese con cui, tra l’altro, i rapporti si erano guastati nel 2007 a causa dell’irrisolta disputa sull’energia. L’aumento del prezzo del gas, trattamento riservato soltanto all’Azerbaijan - non invece alla rivale Armenia - aveva portato all’inevitabile diminuzione della domanda di prodotto. L’interesse dei Paesi esteri verso il tesoro energetico dell’Azerbaijan rimane comunque alto, come testimoniano i finanziamenti per la costruzione e la messa in attività nel 2006 dell’oleodotto Baku-Ceyhan che, attraverso la Georgia, trasporta il petrolio per 1770 km fino al Mar Mediterraneo, in Turchia. Nel settore primario, è fortemente sviluppata la bachicoltura, mentre il mercato del pescato, indirizzato esclusivamente al consumo interno, continua a essere minacciato dall’inquinamento del Mar Caspio. Il tasso di inflazione è intorno al 2%. In seguito all’abbassamento del prezzo del petrolio e a drastici tagli nel settore pubblico, l’economia azera ha subito una contrazione nel 2016.
La situazione politica nel Paese può essere considerata oggi piuttosto stabile, nonostante le frequenti azioni di protesta contro il governo nella capitale Baku. Il potere azero, corrotto e tirannico, è infatti ancora ben lontano dall’idea di democrazia. La repressione è solitamente la forma utilizzata dal governo contro ogni forma di opposizione e la libertà di espressione è praticamente annullata. L’Azerbaijan è una riserva di petrolio e di metano, oltre che un ponte strategico tra l’Asia e l’Europa. Resta aperta la questione del Nagorno-Karabakh nonostante il cessate il fuoco imposto nel 1994 dal Presidente Aliyev, le ostilità sono riprese nell’aprile 2016, provocando decine di morti e feriti. Si segnala inoltre che ai cittadini europei non è consentito l’attraversamento della frontiera tra Russia e Azerbaijan. I rapporti politici non sono del tutto pacifici nemmeno con l’Iran: nel marzo 2012 le autorità hanno arrestato 22 persone sospettate di spionaggio, mentre in aprile 19 membri di Al Qaeda sono stati uccisi dalle forze di sicurezza azera. Ad oggi, non si escludono attacchi indiscriminati in prossimità di ambasciate e altri luoghi istituzionali. Il livello di criminalità comune nel Paese può essere considerato alquanto contenuto, anche nei maggiori centri abitati. La capitale Baku è una città abbastanza sicura. Secondo un report dell’intelligence turca, l’Azerbaijan insieme ad altri paesi del Caucaso viene utilizzato dall’Isis per far transitare i propri miliziani dalla Siria in Europa.