Bangladesh

Asia del sud
Aggiornata al Marzo 2017 - Alla fine della dominazione coloniale inglese, nel 1947 il territorio dell’odierno Bangladesh diventa la parte orientale dello stato del Pakistan, da cui è separato per 1.600 km di territorio indiano. L’indipendenza viene ottenuta nel 1971 con l’appoggio dell’India: da allora, con diciannove tentativi di colpo di stato e l’assassinio di due Presidenti, nel Paese vige un clima di fortissima instabilità politica. Dopo oltre quindici anni di regime militare, nel 1990 viene restaurata la democrazia ma la scena politica subisce fasi di scontri e violenze tra le due principali fazioni, la Lega Popolare Bengalese e il Partito Nazionalista del Bangladesh. Le elezioni parlamentari del dicembre 2008 hanno portato alla vittoria l’Awami League (AL), partito laico di centro-sinistra guidato da Sheikh Hasina Wajed, figlia del primo Presidente del Bangladesh. L’esito elettorale ha segnato il definitivo ritorno della democrazia nel Paese, dopo che un governo militare ad interim aveva assunto il comando nel gennaio del 2007. Le successive elezioni parlamentari sono state indette nel 2014 con una riconferma di Sheikh Hasina Wajed non senza contestazioni e controversie: il partito di opposizione BNP (Bangladesh National Party) ha infatti boicottato le elezioni lamentando brogli e indicendo una serie di violenti scioperi e manifestazioni che causarono solo nel giorno delle elezioni 21 morti.
Nonostante gli sforzi del governo e il sostegno internazionale per migliorare l’economia del Paese, il Bangladesh rimane una nazione in via di sviluppo con un’inflazione intorno al 9%. Sebbene l’agricoltura rappresenti la principale risorsa del Paese, occupando circa due terzi della popolazione attiva (in primis nella coltivazione del riso), la produzione non riesce a soddisfare la richiesta interna a causa delle criticità ambientali e delle dispute sulle proprietà: è il caso soprattutto della regione delle Chittagong Hills. Se l’allevamento del bestiame (volatili, caprini e bovini) e la pesca sono in crescita, non decolla invece l’industria, basata sulla lavorazione dei prodotti agricoli (zuccherifici, manifatture di tabacchi) e forestali (cartiere), cui si aggiungono alcuni complessi chimici, metalmeccanici, della gomma, del cemento e del vetro. Crescono le attività manifatturiere, soprattutto nel comparto tessile, dell’abbigliamento e del cuoio (nella capitale Dacca il prodotto tradizionale è la mussola). I Paesi dell’UE sono i principali destinatari delle esportazioni, mentre le importazioni provengono da Cina, India, Singapore, Corea del Sud, Hong Kong e Giappone. Il crollo del Rana Plaza il 24 aprile 2013, un edificio commerciale di otto piani, costato la vita a oltre 1.127 persone ha riaperto il dibattito sulle pessime condizioni dei lavoratori del paese. Le rinnovate preoccupazioni in seguito all'incidente hanno portato alla stesura di un accordo tra l'International Labour Organization (ILO), i lavoratori, i sindacati e le imprese del posto. Obiettivo dell'intesa sarebbe l'incremento del livello di sicurezza e la riduzione del rischio di incendi e di altri infortuni sul posto di lavoro; questo porterebbe a un miglioramento delle condizioni di lavoro del paese, che attualmente violano i diritti umani più basilari. Membro del Commonwealth of Nations e delle Nazioni Unite dal 1974, il Bangladesh è stato uno dei principali fautori della SAARC (South Asian Association for Regional Cooperation), organismo che si propone di replicare nel Subcontinente Indiano il modello dell’Unione Europea, specialmente in materia doganale.
Considerato l’altissimo tasso di povertà e l’instabilità politica del Paese, la situazione dell’ordine pubblico è piuttosto precaria e non vanno escluse rapide escalation di violenza in seguito a scontri tra avverse fazioni o in occasione di ricorrenze e festività religiose. Le rivolte hanno spesso origine negli ambienti universitari e nelle fabbriche tessili della cintura di Dacca, a causa delle rivendicazioni salariali. Tra le zone a rischio, si segnala la regione delle Chittagong Hills, area estremamente fertile in cui da oltre quarant’anni nuovi coloni cercano di insediarsi con l’appoggio dei militari, sottraendo terre alle tribù Jumma, originarie del posto. Nella regione sono presenti anche numerose bande di trafficanti di armi e droga. Numerosi gruppi terroristici anti-occidentali sono storicamente presenti nel territorio tra cui: Harakat ul-Jihad-i-Islami/Bangladesh (HUJI-B), Jamaat-ul-Mujahideen Bangladesh, Ansar al-Islam, e Ansarullah Bangla Team. Anche l'ISIS è riuscito a insediarsi nella realtà del paese affiliandosi a organizzazioni politiche locali come Jamaat-e-Islami che si ispira a un Islam conservatore e contrario alla democratizzazione del paese; o ad altri gruppi islamisti eversivi come Jamaat-ul-Mujahideen Bangladesh e Jund al-Tawheed wal Khilafah. Grazie a una forte e incisiva propaganda e alla diaspora Bengali lo Stato Islamico è penetrato nel paese, storicamente diviso per motivi di etnia e religione. Il 28 Settembre 2015 ISIS ha rivendicato il suo primo attacco a Dacca. Il 2 Luglio 2016 sempre nella capitale 20 persone di cui 18 stranieri sono state prese in ostaggio in un caffè nel centro della città da un commando di cinque uomini armati di cittadinanza bengalese. L'assalto si è concluso con 20 vittime tra cui 9 italiani e viene rivendicato dallo Stato Islamico. Dunque se Ansar al Islam, gruppo affiliato ad AQIS (Al Qaeda nel Subcontinente indiano), ha preso di mira negli ultimi due anni principalmente blogger, attivisti per i diritti dei gay e sacerdoti indù, ISIS ha invece puntato soprattutto sull’omicidio di stranieri. Alla frontiera nord con l’India (distretto di Bramanbarig), inoltre si verificano regolarmente scontri armati fra le truppe dei due Paesi, mentre lungo il confine con la Birmania si registra il pericolo di mine terrestri. Ulteriori criticità si ravvisano nella parte meridionale del paese al confine con lo stato di Rakhine: la popolazione Rohingya che da anni subisce rappresaglie da parte del governo di Myanmar è costretta a cercare la fuga attraverso il confine con il Bangladesh. Non è consentito loro di viaggiare senza un permesso ufficiale, cosicché è difficile per i Rohingya riconnettersi con i loro correligionari che da anni sono emigrati in Bangladesh: nel Bangladesh meridionale, nella regione del Teknaf sorgono sterminati campi profughi dove vivono più di 15mila musulmani sfollati in condizioni al limite dell'umano. Dal punto di vista ambientale, si registrano pericoli durante la stagione dei monsoni e, in generale, per l’alto rischio sismico. Nel Paese sono presenti in forma endemica gravi malattie epidemiche quali: colera, febbre dengue, parassitosi intestinali, tubercolosi, tifo, lebbra, meningiti cerebrali. Nelle Chittagong Hills, in particolare, è alto il rischio di malaria, anche nella sua forma cerebrale.
Capitale: Dacca
Ordinamento: Repubblica popolare
Superficie: 143.998 km²
Popolazione: 163.654.860
Religioni: islamica (89%), induista (10%)
Lingue: bengali (ufficiale), inglese
Moneta: taka bengalese (BDT)
PIL: 2.100 USD
Livello di criticità: Alto
Aggiornata al Marzo 2017 - Alla fine della dominazione coloniale inglese, nel 1947 il territorio dell’odierno Bangladesh diventa la parte orientale dello stato del Pakistan, da cui è separato per 1.600 km di territorio indiano. L’indipendenza viene ottenuta nel 1971 con l’appoggio dell’India: da allora, con diciannove tentativi di colpo di stato e l’assassinio di due Presidenti, nel Paese vige un clima di fortissima instabilità politica. Dopo oltre quindici anni di regime militare, nel 1990 viene restaurata la democrazia ma la scena politica subisce fasi di scontri e violenze tra le due principali fazioni, la Lega Popolare Bengalese e il Partito Nazionalista del Bangladesh. Le elezioni parlamentari del dicembre 2008 hanno portato alla vittoria l’Awami League (AL), partito laico di centro-sinistra guidato da Sheikh Hasina Wajed, figlia del primo Presidente del Bangladesh. L’esito elettorale ha segnato il definitivo ritorno della democrazia nel Paese, dopo che un governo militare ad interim aveva assunto il comando nel gennaio del 2007. Le successive elezioni parlamentari sono state indette nel 2014 con una riconferma di Sheikh Hasina Wajed non senza contestazioni e controversie: il partito di opposizione BNP (Bangladesh National Party) ha infatti boicottato le elezioni lamentando brogli e indicendo una serie di violenti scioperi e manifestazioni che causarono solo nel giorno delle elezioni 21 morti.
Nonostante gli sforzi del governo e il sostegno internazionale per migliorare l’economia del Paese, il Bangladesh rimane una nazione in via di sviluppo con un’inflazione intorno al 9%. Sebbene l’agricoltura rappresenti la principale risorsa del Paese, occupando circa due terzi della popolazione attiva (in primis nella coltivazione del riso), la produzione non riesce a soddisfare la richiesta interna a causa delle criticità ambientali e delle dispute sulle proprietà: è il caso soprattutto della regione delle Chittagong Hills. Se l’allevamento del bestiame (volatili, caprini e bovini) e la pesca sono in crescita, non decolla invece l’industria, basata sulla lavorazione dei prodotti agricoli (zuccherifici, manifatture di tabacchi) e forestali (cartiere), cui si aggiungono alcuni complessi chimici, metalmeccanici, della gomma, del cemento e del vetro. Crescono le attività manifatturiere, soprattutto nel comparto tessile, dell’abbigliamento e del cuoio (nella capitale Dacca il prodotto tradizionale è la mussola). I Paesi dell’UE sono i principali destinatari delle esportazioni, mentre le importazioni provengono da Cina, India, Singapore, Corea del Sud, Hong Kong e Giappone. Il crollo del Rana Plaza il 24 aprile 2013, un edificio commerciale di otto piani, costato la vita a oltre 1.127 persone ha riaperto il dibattito sulle pessime condizioni dei lavoratori del paese. Le rinnovate preoccupazioni in seguito all'incidente hanno portato alla stesura di un accordo tra l'International Labour Organization (ILO), i lavoratori, i sindacati e le imprese del posto. Obiettivo dell'intesa sarebbe l'incremento del livello di sicurezza e la riduzione del rischio di incendi e di altri infortuni sul posto di lavoro; questo porterebbe a un miglioramento delle condizioni di lavoro del paese, che attualmente violano i diritti umani più basilari. Membro del Commonwealth of Nations e delle Nazioni Unite dal 1974, il Bangladesh è stato uno dei principali fautori della SAARC (South Asian Association for Regional Cooperation), organismo che si propone di replicare nel Subcontinente Indiano il modello dell’Unione Europea, specialmente in materia doganale.
Considerato l’altissimo tasso di povertà e l’instabilità politica del Paese, la situazione dell’ordine pubblico è piuttosto precaria e non vanno escluse rapide escalation di violenza in seguito a scontri tra avverse fazioni o in occasione di ricorrenze e festività religiose. Le rivolte hanno spesso origine negli ambienti universitari e nelle fabbriche tessili della cintura di Dacca, a causa delle rivendicazioni salariali. Tra le zone a rischio, si segnala la regione delle Chittagong Hills, area estremamente fertile in cui da oltre quarant’anni nuovi coloni cercano di insediarsi con l’appoggio dei militari, sottraendo terre alle tribù Jumma, originarie del posto. Nella regione sono presenti anche numerose bande di trafficanti di armi e droga. Numerosi gruppi terroristici anti-occidentali sono storicamente presenti nel territorio tra cui: Harakat ul-Jihad-i-Islami/Bangladesh (HUJI-B), Jamaat-ul-Mujahideen Bangladesh, Ansar al-Islam, e Ansarullah Bangla Team. Anche l'ISIS è riuscito a insediarsi nella realtà del paese affiliandosi a organizzazioni politiche locali come Jamaat-e-Islami che si ispira a un Islam conservatore e contrario alla democratizzazione del paese; o ad altri gruppi islamisti eversivi come Jamaat-ul-Mujahideen Bangladesh e Jund al-Tawheed wal Khilafah. Grazie a una forte e incisiva propaganda e alla diaspora Bengali lo Stato Islamico è penetrato nel paese, storicamente diviso per motivi di etnia e religione. Il 28 Settembre 2015 ISIS ha rivendicato il suo primo attacco a Dacca. Il 2 Luglio 2016 sempre nella capitale 20 persone di cui 18 stranieri sono state prese in ostaggio in un caffè nel centro della città da un commando di cinque uomini armati di cittadinanza bengalese. L'assalto si è concluso con 20 vittime tra cui 9 italiani e viene rivendicato dallo Stato Islamico. Dunque se Ansar al Islam, gruppo affiliato ad AQIS (Al Qaeda nel Subcontinente indiano), ha preso di mira negli ultimi due anni principalmente blogger, attivisti per i diritti dei gay e sacerdoti indù, ISIS ha invece puntato soprattutto sull’omicidio di stranieri. Alla frontiera nord con l’India (distretto di Bramanbarig), inoltre si verificano regolarmente scontri armati fra le truppe dei due Paesi, mentre lungo il confine con la Birmania si registra il pericolo di mine terrestri. Ulteriori criticità si ravvisano nella parte meridionale del paese al confine con lo stato di Rakhine: la popolazione Rohingya che da anni subisce rappresaglie da parte del governo di Myanmar è costretta a cercare la fuga attraverso il confine con il Bangladesh. Non è consentito loro di viaggiare senza un permesso ufficiale, cosicché è difficile per i Rohingya riconnettersi con i loro correligionari che da anni sono emigrati in Bangladesh: nel Bangladesh meridionale, nella regione del Teknaf sorgono sterminati campi profughi dove vivono più di 15mila musulmani sfollati in condizioni al limite dell'umano. Dal punto di vista ambientale, si registrano pericoli durante la stagione dei monsoni e, in generale, per l’alto rischio sismico. Nel Paese sono presenti in forma endemica gravi malattie epidemiche quali: colera, febbre dengue, parassitosi intestinali, tubercolosi, tifo, lebbra, meningiti cerebrali. Nelle Chittagong Hills, in particolare, è alto il rischio di malaria, anche nella sua forma cerebrale.