Ecuador

Sud America
Il Paese dichiara l’indipendenza dalla Spagna nel 1822 sotto il nome di Guayaquil e Cuenca. Nel 1830 avviene la separazione dal Distretto del sud (costituito anche da Colombia, Panama e Venezuela) e viene proclamata l’autonomia con il nome di Ecuador. Il primo presidente dello stato è il generale conservatore Juan José Flores. Nel 1883 scoppia una guerra civile che vede contrapposti i conservatori di Quito ai liberali di Guayaquil. Da qui hanno inizio una serie di conflitti che porteranno all’alternarsi di governi liberali e conservatori. Il Presidente Eloy Alfaro, durante il suo secondo mandato di governo (1907-1911), fa promulgare una nuova e più liberale Costituzione, tuttora vigente, che stabilisce la separazione fra Stato e Chiesa.Nel 1981 Ecuador e Perù riaprono una disputa per alcune zone di confine ma la guerra tra i due Paesi viene scongiurata dall’intervento della OEA (Organizzazione degli Stati Americani). Il conflitto si ripropone nel 1995 con la Guerra del Cenepa, conclusasi con gli accordi del Protocolo de Río de Janeiro.La crisi del sistema finanziario del 2000, sotto la presidenza di Jamil Mahuad, ha portato alla scomparsa del Sucre ecuadoriano e al passaggio al dollaro statunitense.L’attuale Presidente Rafael Correa, eletto nel 2006, riconfermato nel 2009 e oggi al suo terzo mandato, si è impegnato nella lotta alla coltivazione della pianta di coca e ha recentemente adottato una serie di misure per aumentare il controllo statale sulla produzione di petrolio e gas naturale. La nuova Costituzione del 2008, modificata con l’approvazione di un referendum popolare, ha riconosciuto il carattere plurinazionale dello Stato, l’ufficialità delle principali lingue indigene e garantito l’accesso gratuito ai servizi sanitari e scolastici alle fasce più povere della popolazione. Al momento, tuttavia, il Presidente Correa si trova a dover fronteggiare l’opposizione degli stessi gruppi indigeni che lo hanno portato al potere, a causa di divergenze relative al modello di sviluppo seguito dal governo, poco attente alla tutela dell’ambiente.
Negli ultimi anni l’economia dell’Ecuador ha subito una rilevante trasformazione, aprendosi ad attività di altissimo livello tecnologico ed industriale come l’industria dell’informatica (il Paese è stato infatti il primo produttore di software nell’America latina), farmaceutica e ingegneristica. Nel 2007 l’Ecuador è stato il primo Paese della regione a formare un proprio programma spaziale (Agenzia Spaziale Civile Ecuadoriana) senza l’aiuto di potenze straniere.L’economia continua comunque a essere fortemente dipendente dall’attività petrolifera, che copre oltre il 52 delle esportazioni totali, controllate però in gran parte da compagnie straniere, specie americane. Per recuperare autonomia in questo settore, il Governo oggi controlla al 100% la compagnia nazionale Petroecuador e ha costruito la nuova raffineria di Manabi, che entrerà in funzione nel 2013.Vi sono, inoltre, enormi giacimenti di oro, argento, ferro, rame, zinco, carbone, alluminio e sono presenti anche miniere d’ambra. Le risorse primarie che vengono esportate all’estero sono banane, gamberi, fiori, cacao e caffè. L’Ecuador è considerato un paradiso fiscale. L’inflazione è al 5,3%. I principali partner commerciali sono USA, Colombia, Germania, Cile, Giappone, Venezuela e Germania.
A causa dell’alto tasso di povertà, in Ecuador si è registrato un aumento del livello di microcriminalità. Il rischio di terrorismo internazionale è quasi inesistente. Tuttavia le tensioni sociali e i contrasti con gli stati limitrofi potrebbero dar luogo a episodi di violenza. I maggiori rischi si corrono soprattutto a Quito (i quartieri di La Mariscal e Guapulo) e alle pendici del vulcano Pichincha.  Inoltre, sono sempre più tesi i rapporti tra il governo centrale e le comunità indigene che rivendicano la realizzazione delle promesse fatte da Correa durante la campagna elettorale che lo ha portato al potere per la seconda volte nell’aprile 2009. Nel 2010 è stato sventato un colpo di stato organizzato dall’opposizione guidata dall’ex presidente Lucio Gutierrez.All’estero, proseguono le tensioni diplomatiche con la Colombia. La rottura è avvenuta nel marzo 2008, dopo che le truppe colombiane avevano bombardato zone della foresta amazzonica ecuadoriana per colpire un accampamento clandestino delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), dove si nascondeva Raul Reyes, numero due del gruppo guerrigliero. Da allora i rapporti tra i due stati rimangono tesi anche a causa delle continue incursioni di gruppi paramilitari colombiani in Ecuador e delle “fumigazioni”, che il governo colombiano compie lungo il confine distruggendo le piantagioni di coca.
Capitale: Quito
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 283.561 km²
Popolazione: 15.223.680
Religioni: cattolica (95%)
Lingue: spagnolo
Moneta: dollaro statunitense (USD)
PIL: 8.800 USD
Livello di criticità: Medio
Il Paese dichiara l’indipendenza dalla Spagna nel 1822 sotto il nome di Guayaquil e Cuenca. Nel 1830 avviene la separazione dal Distretto del sud (costituito anche da Colombia, Panama e Venezuela) e viene proclamata l’autonomia con il nome di Ecuador. Il primo presidente dello stato è il generale conservatore Juan José Flores. Nel 1883 scoppia una guerra civile che vede contrapposti i conservatori di Quito ai liberali di Guayaquil. Da qui hanno inizio una serie di conflitti che porteranno all’alternarsi di governi liberali e conservatori. Il Presidente Eloy Alfaro, durante il suo secondo mandato di governo (1907-1911), fa promulgare una nuova e più liberale Costituzione, tuttora vigente, che stabilisce la separazione fra Stato e Chiesa.Nel 1981 Ecuador e Perù riaprono una disputa per alcune zone di confine ma la guerra tra i due Paesi viene scongiurata dall’intervento della OEA (Organizzazione degli Stati Americani). Il conflitto si ripropone nel 1995 con la Guerra del Cenepa, conclusasi con gli accordi del Protocolo de Río de Janeiro.La crisi del sistema finanziario del 2000, sotto la presidenza di Jamil Mahuad, ha portato alla scomparsa del Sucre ecuadoriano e al passaggio al dollaro statunitense.L’attuale Presidente Rafael Correa, eletto nel 2006, riconfermato nel 2009 e oggi al suo terzo mandato, si è impegnato nella lotta alla coltivazione della pianta di coca e ha recentemente adottato una serie di misure per aumentare il controllo statale sulla produzione di petrolio e gas naturale. La nuova Costituzione del 2008, modificata con l’approvazione di un referendum popolare, ha riconosciuto il carattere plurinazionale dello Stato, l’ufficialità delle principali lingue indigene e garantito l’accesso gratuito ai servizi sanitari e scolastici alle fasce più povere della popolazione. Al momento, tuttavia, il Presidente Correa si trova a dover fronteggiare l’opposizione degli stessi gruppi indigeni che lo hanno portato al potere, a causa di divergenze relative al modello di sviluppo seguito dal governo, poco attente alla tutela dell’ambiente.
Negli ultimi anni l’economia dell’Ecuador ha subito una rilevante trasformazione, aprendosi ad attività di altissimo livello tecnologico ed industriale come l’industria dell’informatica (il Paese è stato infatti il primo produttore di software nell’America latina), farmaceutica e ingegneristica. Nel 2007 l’Ecuador è stato il primo Paese della regione a formare un proprio programma spaziale (Agenzia Spaziale Civile Ecuadoriana) senza l’aiuto di potenze straniere.L’economia continua comunque a essere fortemente dipendente dall’attività petrolifera, che copre oltre il 52 delle esportazioni totali, controllate però in gran parte da compagnie straniere, specie americane. Per recuperare autonomia in questo settore, il Governo oggi controlla al 100% la compagnia nazionale Petroecuador e ha costruito la nuova raffineria di Manabi, che entrerà in funzione nel 2013.Vi sono, inoltre, enormi giacimenti di oro, argento, ferro, rame, zinco, carbone, alluminio e sono presenti anche miniere d’ambra. Le risorse primarie che vengono esportate all’estero sono banane, gamberi, fiori, cacao e caffè. L’Ecuador è considerato un paradiso fiscale. L’inflazione è al 5,3%. I principali partner commerciali sono USA, Colombia, Germania, Cile, Giappone, Venezuela e Germania.
A causa dell’alto tasso di povertà, in Ecuador si è registrato un aumento del livello di microcriminalità. Il rischio di terrorismo internazionale è quasi inesistente. Tuttavia le tensioni sociali e i contrasti con gli stati limitrofi potrebbero dar luogo a episodi di violenza. I maggiori rischi si corrono soprattutto a Quito (i quartieri di La Mariscal e Guapulo) e alle pendici del vulcano Pichincha.  Inoltre, sono sempre più tesi i rapporti tra il governo centrale e le comunità indigene che rivendicano la realizzazione delle promesse fatte da Correa durante la campagna elettorale che lo ha portato al potere per la seconda volte nell’aprile 2009. Nel 2010 è stato sventato un colpo di stato organizzato dall’opposizione guidata dall’ex presidente Lucio Gutierrez.All’estero, proseguono le tensioni diplomatiche con la Colombia. La rottura è avvenuta nel marzo 2008, dopo che le truppe colombiane avevano bombardato zone della foresta amazzonica ecuadoriana per colpire un accampamento clandestino delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), dove si nascondeva Raul Reyes, numero due del gruppo guerrigliero. Da allora i rapporti tra i due stati rimangono tesi anche a causa delle continue incursioni di gruppi paramilitari colombiani in Ecuador e delle “fumigazioni”, che il governo colombiano compie lungo il confine distruggendo le piantagioni di coca.