Isole Falkland

Sud America
Composte da due isole principali e una serie di isolotti e arcipelaghi circostanti, le Falkland (o Malvinas, nella versione spagnola) sono un territorio d'oltremare britannico tuttora conteso con l'Argentina. La popolazione discende quasi interamente da coloni inglesi che tra il XVII e XVIII secolo si contesero già il possesso delle isole con Francia e Spagna. Dall'indipendenza dell'Argentina, questa ne ha rivendicato la sovranità, avviando negoziati - dall'esito nullo - con la Gran Bretagna e  spingendosi fino ad invadere l'isola nel 1982. La guerra, di breve durata, si è conclusa con la vittoria inglese ma non ha risolto il contenzioso. Le relazioni tra i due paesi - ripristinate nel 1990 - restano tese anche e soprattutto a seguito del referendum del marzo 2013 in cui la popolazione ha votato quasi all'unanimità per restare sotto la corona britannica. Dal punto di vista amministrativo le Falkland sono autonome; solo le questioni di difesa ed affari esteri sono gestite dal governo britannico. Il Capo di Stato è la Regina Elisabetta, rappresentata localmente da un governatore.
Storicamente basata sull'allevamento e in particolare sulla produzione di lana, oggi l'economia isolana è dominata  dall'industria ittica che costituisce tra il 50 e il 60% del PIL annuo. Anche l'agricoltura rappresenta una buona fetta del mercato, contribuendo a rendere il Paese autosufficiente, ma negli ultimi 15 anni il settore turistico ha subito un incremento tale da renderlo secondo solo alla produzione e lavorazione del pesce. Nel 1995 il governo ha emesso le prime licenze per l'esplorazione e la ricerca di idrocarburi nelle acque nazionali e nel 2010 la scoperta di giacimenti petroliferi ha aperto la strada per futuri investimenti nel settore energetico - questione che, per altro, ha riacceso la disputa con l'Argentina.
Aldilà della permanente tensione con l’Argentina per il possesso delle isole, non sussistono altri fattori di criticità. La scarsa popolosità delle isole e il relativo benessere garantito dalle istituzioni pubbliche contribuiscono a fare del Paese un angolo incontaminato da criminalità e da agitazioni sociali interne. Anche il rischio terrorismo è pressoché inesistente: non si segnalano movimenti indigeni né tantomeno legami con gruppi trans-nazionali o internazionali legati al terrorismo. Ad oggi, la guerra con il dirimpettaio argentino si combatte sul piano verbale e diplomatico ma non sono da escludere prove di forza che potrebbero far degenerare la situazione. Si segnalano inoltre mine inesplose nelle zone più isolate, eredità del conflitto del 1982.
Capitale: Port Stanley
Ordinamento: Possedimento d’Oltremare
Superficie: 12.173 km²
Popolazione: 3.140
Religioni: cristiana
Lingue: inglese
Moneta: Falkland Islands pound (FKP)
PIL: 25.000 USD
Livello di criticità: Basso
Composte da due isole principali e una serie di isolotti e arcipelaghi circostanti, le Falkland (o Malvinas, nella versione spagnola) sono un territorio d'oltremare britannico tuttora conteso con l'Argentina. La popolazione discende quasi interamente da coloni inglesi che tra il XVII e XVIII secolo si contesero già il possesso delle isole con Francia e Spagna. Dall'indipendenza dell'Argentina, questa ne ha rivendicato la sovranità, avviando negoziati - dall'esito nullo - con la Gran Bretagna e  spingendosi fino ad invadere l'isola nel 1982. La guerra, di breve durata, si è conclusa con la vittoria inglese ma non ha risolto il contenzioso. Le relazioni tra i due paesi - ripristinate nel 1990 - restano tese anche e soprattutto a seguito del referendum del marzo 2013 in cui la popolazione ha votato quasi all'unanimità per restare sotto la corona britannica. Dal punto di vista amministrativo le Falkland sono autonome; solo le questioni di difesa ed affari esteri sono gestite dal governo britannico. Il Capo di Stato è la Regina Elisabetta, rappresentata localmente da un governatore.
Storicamente basata sull'allevamento e in particolare sulla produzione di lana, oggi l'economia isolana è dominata  dall'industria ittica che costituisce tra il 50 e il 60% del PIL annuo. Anche l'agricoltura rappresenta una buona fetta del mercato, contribuendo a rendere il Paese autosufficiente, ma negli ultimi 15 anni il settore turistico ha subito un incremento tale da renderlo secondo solo alla produzione e lavorazione del pesce. Nel 1995 il governo ha emesso le prime licenze per l'esplorazione e la ricerca di idrocarburi nelle acque nazionali e nel 2010 la scoperta di giacimenti petroliferi ha aperto la strada per futuri investimenti nel settore energetico - questione che, per altro, ha riacceso la disputa con l'Argentina.
Aldilà della permanente tensione con l’Argentina per il possesso delle isole, non sussistono altri fattori di criticità. La scarsa popolosità delle isole e il relativo benessere garantito dalle istituzioni pubbliche contribuiscono a fare del Paese un angolo incontaminato da criminalità e da agitazioni sociali interne. Anche il rischio terrorismo è pressoché inesistente: non si segnalano movimenti indigeni né tantomeno legami con gruppi trans-nazionali o internazionali legati al terrorismo. Ad oggi, la guerra con il dirimpettaio argentino si combatte sul piano verbale e diplomatico ma non sono da escludere prove di forza che potrebbero far degenerare la situazione. Si segnalano inoltre mine inesplose nelle zone più isolate, eredità del conflitto del 1982.