Lussemburgo
Europa
La storia contemporanea del Lussemburgo inizia nel 1815, quando riacquista dignità di nazione con il Congresso di Vienna, per poi ottenere l’indipendenza dai Paesi Bassi nel 1839. Occupato durante entrambi i conflitti mondiali dalla Germania, che viola la sua neutralità, il Lussemburgo tenta di sottrarsi alla sfera d’influenza tedesca dapprima realizzando un’unione economica con il Belgio (1921) e successivamente (1948) instaurando un’unione doganale con Belgio e Paesi Bassi (Benelux). Il Lussemburgo - insieme a Italia, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Germania - è tra le sei nazioni fondatrici della Comunità Economica Europea nel 1957. La riforma costituzionale del 2008 ha eliminato il potere di veto del monarca, lasciando pieni poteri al parlamento. Il governo attuale, in carica dal 2009, è costituito da una grande coalizione tra i conservatori europeisti del Partito Popolare Cristiano Sociale (CSV, primo partito in Lussemburgo dal 1945) e il Partito Socialista Operaio (LSAP).
La prosperità del Lussemburgo si è poggiata a lungo sulla produzione di acciaio. Con il declino dell’industria pesante, il settore è stato più che compensato dall’imponente sviluppo dei servizi bancari e finanziari. Inserito dall’OCSE nel 2009 nella “lista grigia” sui paradisi fiscali, il Lussemburgo ha preso provvedimenti immediati per incrementare il livello di trasparenza del suo settore finanziario. La nazione è al terzo posto nel mondo per Pil pro capite dopo Qatar e Liechtenstein, e vanta un debito pubblico estremamente basso (circa il 17% del Pil), sebbene questo valore si sia più che raddoppiato a partire dal 2007.
Non sussistono particolari criticità legate a fenomeni terroristici, corruzione o ad altri rischi di natura sanitaria e ambientale. Anche i fenomeni di microcriminalità sono annoverabili nella norma.
Capitale: Lussemburgo
Ordinamento: Monarchia costituzionale
Superficie: 2.586 km²
Popolazione: 509.074
Religioni: cattolica (90%), protestante, altre
Lingue: lussemburghese, tedesco, francese
Moneta: euro (EUR)
PIL: 81.100 USD
Livello di criticità: Basso
La storia contemporanea del Lussemburgo inizia nel 1815, quando riacquista dignità di nazione con il Congresso di Vienna, per poi ottenere l’indipendenza dai Paesi Bassi nel 1839. Occupato durante entrambi i conflitti mondiali dalla Germania, che viola la sua neutralità, il Lussemburgo tenta di sottrarsi alla sfera d’influenza tedesca dapprima realizzando un’unione economica con il Belgio (1921) e successivamente (1948) instaurando un’unione doganale con Belgio e Paesi Bassi (Benelux). Il Lussemburgo - insieme a Italia, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Germania - è tra le sei nazioni fondatrici della Comunità Economica Europea nel 1957. La riforma costituzionale del 2008 ha eliminato il potere di veto del monarca, lasciando pieni poteri al parlamento. Il governo attuale, in carica dal 2009, è costituito da una grande coalizione tra i conservatori europeisti del Partito Popolare Cristiano Sociale (CSV, primo partito in Lussemburgo dal 1945) e il Partito Socialista Operaio (LSAP).
La prosperità del Lussemburgo si è poggiata a lungo sulla produzione di acciaio. Con il declino dell’industria pesante, il settore è stato più che compensato dall’imponente sviluppo dei servizi bancari e finanziari. Inserito dall’OCSE nel 2009 nella “lista grigia” sui paradisi fiscali, il Lussemburgo ha preso provvedimenti immediati per incrementare il livello di trasparenza del suo settore finanziario. La nazione è al terzo posto nel mondo per Pil pro capite dopo Qatar e Liechtenstein, e vanta un debito pubblico estremamente basso (circa il 17% del Pil), sebbene questo valore si sia più che raddoppiato a partire dal 2007.
Non sussistono particolari criticità legate a fenomeni terroristici, corruzione o ad altri rischi di natura sanitaria e ambientale. Anche i fenomeni di microcriminalità sono annoverabili nella norma.