Qual è la situazione dei turchi in Germania e Francia? «Molto preoccupante» secondo il Generale Giorgio Battisti, dell’Osservatorio sul Fondamentalismo dell’Università della Calabria. Secondo gli ultimi dati, infatti, «questi partiti ripropongono in Europa la dottrina nazionalista-islamica del turco Erdogan, con espliciti inviti a non integrarsi». Inviti ampiamente raccolti da almeno tre partiti islamici turchi che, secondo alcune fonti, riceverebbero finanziamenti dal Ministero degli Affari Religiosi turco (Dyanet).
In Germania, dove la comunità turca conta 2,6 milioni di persone, sono due: il BIG Partei (o «Alleanza per l’innovazione e la giustizia») e l’Allianz Deutscher Demokraten («Alleanza dei Democratici Tedeschi»). Il BIG Partei è stato fondato a Colonia nel 2010 e attualmente conta circa 2 mila membri. Il loro leader, Haluk Yildiz, sostiene di ispirarsi a Nurculuk, movimento di riforma religiosa in Turchia che considera il Corano come un «documento vivente» e perciò soggetto a (pericolose) re-interpretazioni. È ramificato principalmente in: Renania Settentrionale-Vestfalia; Renania-Palatinato; Assia; Baden-Württemberg, Berlino, Baviera, Bassa Sassonia, Brandenburgo. In 34 elezioni, non ha mai fatto eleggere propri rappresentanti, e non riceve finanziamenti pubblici.
L’Allianz Deutscher Demokraten, invece, è stato fondato da Remzi Aru come reazione alla risoluzione del Bundestag del 2016 sul genocidio turco degli armeni, ferocemente negato da Ankara e così anche da questo partito. Conta circa 2.500 membri attivi in: Baviera; Renania settentrionale-Vestfalia; Renania-Palatinato; Baden-Württemberg. Alle elezioni alle quali ha partecipato ha raccolto appena l’1,2% dei consensi. Non riceve finanziamenti pubblici e si affida alle donazioni degli iscritti.
In Francia, il principale partito filo-turco è invece il Parti égalité et justice (EYP), fondato nel 2015 a Obernai (Alsazia), che guarda a una comunità di 650 mila turchi che vivono nell’Esagono. Ne è presidente Sakir Colak, più volte costretto a difendersi dall’accusa di essere la «fotocopia dell’AKP». Avvocato di professione, ha partecipato alla visita di Erdogan a Strasburgo nel 2015, ed è stato suo consulente legale.
Pubblicato su Panorama
Stefano Piazza
Giornalista, attivo nel settore della sicurezza, collaboratore di Panorama e Libero Quotidiano. Autore di numerosi saggi. Esperto di Medio Oriente e terrorismo. Cura il blog personale Confessioni elvetiche.
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