I presunti piani per avvelenare o rapire Assange
Julian Assange, co-fondatore di Wikileaks, sarebbe stato vittima di un’operazione di spionaggio durante l’ultimo periodo di permanenza presso l’Ambasciata ecuadoriana di Londra. Questi dettagli sono emersi durante l’udienza sull’estradizione di Assange. Dai dettagli forniti da un whistleblower, una compagnia di sicurezza privata spagnola avrebbe collaborato con l’intelligence americana. Al momento, però, i rappresentanti legali del governo statunitense minimizzano e attendono il verdetto della corte britannica fissato per il 4 gennaio 2021
Le prove delle attività di spionaggio

Durante l’udienza relativa all’estradizione di Assange sono emerse prove di collaborazione tra una compagnia di sicurezza privata spagnola e l’intelligence statunitense finalizzata a controllare le conversazioni di Assange durante il suo rifugio politico all’Ambasciata. Nella giornata di mercoledì 30 settembre un ex dipendente della UC Global, compagnia di sicurezza privata spagnola, avrebbe fornito le prove della presunta operazione di spionaggio statunitense contro il co-fondatore di Wikileaks. Secondo la fonte, diversi microfoni sarebbero stati installati di nascosto nei pressi dell’Ambasciata, al fine di monitorare le conversazioni e le visite, specialmente quelle con i legali.

Secondo le prove fornite da un secondo informatore, lette in aula da Mark Summers, uno degli avvocati di Assange, nel dicembre 2017 la UC Global aveva il compito di installare un nuovo sistema di sicurezza presso l’Ambasciata. Le nuove telecamere, a differenza del precedente sistema di sorveglianza, avrebbero registrato anche l’audio. Sotto l’ordine di David Morales, fondatore di UC Global, l’installazione di questi nuovi dispositivi avrebbe avuto il secondo di fine di seguire ciò che avveniva nell’Ambasciata, sia di giorno che di notte. Il materiale video raccolto, sarebbe stato poi consegnato personalmente da Morales all’Intelligence americana, durante uno dei suoi assidui viaggi negli Stati Uniti. Sempre nel 2017, Morales avrebbe subito pressioni dagli statunitensi affinché la UC Global consigliasse allo staff dell’Ambasciata di mantenere le porte della struttura aperte, per ragioni di sicurezza. La richiesta sarebbe stata conseguente all’ideazione di un piano per il rapimento di Julian Assange dall’Ambasciata, o per facilitarne l’avvelenamento. Nel 2018 l’informatore si sarebbe recato a Londra per installare dei microfoni spia. I dispositivi sono stati installati in un estintore della sala riunioni e in un bagno dell’ambasciata, dove Assange incontrò alcuni dei suoi collaboratori stretti.

La UC Global e le relazioni con l’intelligence americana

La collaborazione tra la UC Global e gli statunitensi è nata nel 2017, quando la compagnia non era ancora molto nota. Dal 2015 il governo dell’Ecuador ha stipulato un contratto con la UC Global per garantire la sicurezza delle figlie del presidente del Paese e della sua Ambasciata a Londra. Quella che fino ad inizio 2017 sembrava una semplice agenzia di sicurezza privata, ha poi cambiato radicalmente la propria natura in seguito ad un viaggio di lavoro di David Morales a Las Vegas. Durante la sua permanenza, per presenziare ad una fiera del settore, il presidente e fondatore della UC Global stipulò un contratto con la Las Vegas Sands, una società di proprietà del miliardario statunitense Sheldon Adelson. Quest’ultimo vanta legami con l’attuale Presidente degli Stati Uniti Trump e la sua Amministrazione e avrebbe attirato Morales con la promessa di aumentare esponenzialmente il lavoro e i profitti della società spagnola.
Secondo gli informatori, entrambi ex dipendenti della UC Global, la società avrebbe guadagnato con l’insediamento dell’Amministrazione Trump.