Spitzenkandidat

Con le elezioni europee di maggio 2019 si rinnoveranno i seggi del Parlamento Europeo, ma verranno anche rinnovati gli incarichi più importanti della Commissione, l’organo esecutivo comunitario. Il meccanismo informale del “candidato di punta”, o in tedesco Spitzenkandidat, prevede che la presidenza della Commissione Europea venga assegnata al candidato principale del partito politico europeo che ha avuto più seggi in seno al Parlamento Ue. In base a questo sistema, ogni partito del Parlamento deve indicare il suo candidato di punta che vorrebbe ricoprisse l’incarico di capo dell’esecutivo Ue. Il partito europeo che alle elezioni ottiene il maggior numero di parlamentari propone il suo candidato al Parlamento, che poi vota per confermarlo oppure no.

L’attuale presidente è stato scelto secondo questa procedura. Nel 2014 infatti Jean-Claude Juncker era stato indicato Spitzenkandidat del Partito popolare europeo (Ppe). Il sistema dello Spitzenkandidat non è previsto esplicitamente dai Trattati, è una procedura informale a cui si è fatto ricorso per le elezioni del 2014. Oggi però non incontrerebbe il pieno appoggio delle forze politiche. Dunque, non è del tutto sicuro che quest’anno si ricorra a questa procedura.

ll meccanismo degli Spitzenkandidaten, al plurale, era stato pensato come strumento che avrebbe conferito una maggiore legittimità democratica alla Commissione. Su tale strumento all’epoca ci fu accordo tra i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, l’Europarlamento e i gruppi politici. Secondo quanto previsto invece dal Trattato di Lisbona, dovrebbe essere il Consiglio europeo, deliberando a maggioranza qualificata, a proporre un presidente della Commissione. Il nome indicato dal Consiglio europeo deve essere poi confermato dal voto favorevole della maggioranza dei membri dell’Europarlamento. Nel febbraio del 2018 è stata adottata una risoluzione in base alla quale era stato specificato che il Parlamento Ue avrebbe respinto i candidati alla presidenza della Commissione non proposti come Spitzenkandidaten. Il partito di Macron La République En Marche si è schierato contro la procedura. Come scrive Politico, En Marche non darà il proprio appoggio a nessun gruppo politico del Parlamento Ue che si dica a favore del sistema dello Spitzenkandidat, ha fatto sapere il capo del movimento Christophe Castaner. Secondo Castaner, il sistema è “un’anomalia democratica” perché permette ai rappresentanti che sono eletti oggi, ma potrebbero non esserlo più domani, di scegliere una persona che sarà responsabile delle decisioni future dell’Ue. Il movimento del presidente francese non è il solo a considerare il meccanismo dello Spitzenkandidat in modo negativo. «L’idea che sia un sistema più democratico è un’idea sbagliata», ha detto il Presidente del Consiglio europeo Tusk.

«Il Trattato – ha ricordato Tusk – prevede che il presidente della Commissione sia proposto dai leader degli Stati membri eletti democraticamente. Il presidente dovrebbe essere poi confermato dai membri eletti del Parlamento Ue. È questa la doppia legittimità democratica di tale ruolo». Tusk ha tuttavia riconosciuto che i candidati di punta indicati dai partiti hanno naturalmente un vantaggio considerevole rispetto ad altri nomi e, anzi, a volte tale vantaggio è decisivo. ALDE, il blocco liberale del Parlamento Ue, non è d’accordo sul sistema perché favorirebbe il Ppe e infatti si è rifiutato di indicare un solo candidato, ma ha proposto un team. Anche il primo ministro del Lussemburgo Xavier Bettel si è detto contrario allo Spitzenkandidat.

FOTO: Jean-Claude Juncker, via Twitter