Svezia e Russia ai ferri corti nel Mar Baltico

Esercitazioni militari russe nel Mar Baltico il 25 agosto hanno indotto la Svezia a innalzare il livello di sicurezza militare e dispiegare le Forze Armate a difesa della strategica isola di Gotland. Non si tratta di un episodio isolato, ma del sintomo di una più profonda e strutturale rivalità tra i due Paesi.

1. MANOVRE MILITARI NEL BALTICO

Era dal 1991 che il grado di allerta militare svedese non veniva portato a tali livelli. A scatenare la reazione di Stoccolma è stata un’esercitazione navale russa nel Mar Baltico e il passaggio di una nave da assalto anfibio nei pressi dell’isola di Gotland. Secondo il New York Times, l’esercitazione consisteva nella simulazione di un assalto anfibio nei pressi di San Pietroburgo e faceva parte di una più ampia operazione tesa a migliorare il livello di prontezza della Marina militare russa. In tutto sono state dispiegate tre navi d’assalto anfibio, due dragamine e una corvetta. Un’esercitazione militare come tante altre quindi, ma che dato il suo carattere potenzialmente offensivo e la storica rivalità tra Svezia e Russia, acquisisce un intrinseco valore geopolitico. Di conseguenza, come dimostrazione di forza e prontezza operativa nei confronti di Mosca, la Svezia ha dispiegato nell’isola di Gotland quattro navi da guerra, vari aerei intercettori Gripen e un numero imprecisato di soldati e veicoli militari. Come affermato dal Ministro degli Esteri svedese Ann Linde: “Quando la Russia organizza una grande esercitazione, noi abbiamo un interesse nel mostrare che abbiamo un forte strumento militare in Svezia e che siamo ovviamente preparati ad una situazione ad alto livello di sicurezza nella nostra area”.

Fig. 1 – Il generale Per Micael Bydén, comandante supremo delle Forze Armate svedesi, durante una recente visita sull’isola di Gotland

2. LA POSIZIONE SVEDESE

Per la Svezia i russi hanno spesso rappresentato una minaccia esistenziale all’integrità territoriale e all’autonomia politica. Per secoli infatti svedesi e russi si sono fatti la guerra per l’egemonia nella regione baltica, sino a quando Stoccolma perse la Finlandia nel 1809 e intraprese una politica di non allineamento militare, garantendosi così due secoli di pace. Ora però Stoccolma si sente minacciata a seguito dell’occupazione russa della Crimea nel 2014. La preponderanza materiale e demografica dei russi pone Stoccolma in una posizione di netto svantaggio geopolitico nel lungo termine. È soprattutto il valore tattico e strategico dell’isola di Gotland a preoccupare Stoccolma. Per via della sua centralità nel Mar Baltico, l’isola rappresenta un avamposto strategico di fondamentale importanza per la Svezia e per qualunque potenza intenda dominare la regione baltica, tanto da venire considerata come la “portaerei” svedese. Sebbene lo stesso Paese scandinavo ritenga bassa la probabilità di un conflitto regionale, il deterioramento delle relazioni russo-svedesi e una più generale instabilità geopolitica internazionale hanno portato Stoccolma a un graduale rafforzamento dell’isola e più in generale delle Forze Armate svedesi per meglio rispondere a potenziali crisi.

Fig. 2 – Il Presidente russo Vladimir Putin discute una mappa strategica del Mar Baltico durante una riunione con i vertici militari nel dicembre scorso

3. LA POSIZIONE RUSSA

Nonostante le apparenti differenze in termini di potenza e sistema politico, la politica estera della Russia nel Mar Baltico è guidata da considerazioni simili a quelle della Svezia. Anche Mosca come Stoccolma, si sente potenzialmente minacciata. Non (più) dalla Svezia come nel XVII secolo, ma dalla NATO a guida statunitense, che dalla fine della Guerra Fredda si è espansa in territori un tempo parte dell’Unione Sovietica e ancora oggi considerati come parte della sfera di interesse russa. Da qui la necessità di mostrarsi assertiva e usare le Forze Armate per difendere i propri interessi nazionali. In tale contesto il Mar Baltico è uno degli scenari più caldi. Controllato quasi interamente dall’Unione Sovietica e dai suoi alleati durante la Guerra Fredda, a Mosca è rimasta oggi solo l’enclave di Kaliningrad e il piccolo ma strategico sbocco di San Pietroburgo. In questo scenario, data la sua centralità geografica, la Svezia riveste un ruolo strategico di assoluta importanza agli occhi di Mosca. In particolare, la Russia teme una sua possibile integrazione all’interno della NATO, che costituirebbe un ulteriore indebolimento geopolitico e strategico di Mosca sullo scacchiere internazionale. Tanto da portare nel 2016 il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ad affermare che in caso di adesione alla NATO, la Russia prenderebbe le “necessarie azioni tecnico-militari”.

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Di Stefano Marras, Pubblicato su Il Caffè Geopolitico