Dall’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio scorso i temi della politica estera e delle alleanze strategiche sono tornati a fare notizia anche in Italia.  Scadenze importanti sul fronte dell’agenda europea o sull’instabilità del Mediterraneo attendono le forze politiche che andranno a costituire il nuovo parlamento e che saranno chiamate a trovare la quadra per la formazione di un nuovo governo. In attesa di conoscere l’esito del voto del 25 settembre, l’Istituto Affari internazionali ha organizzato il 13 settembre a Roma l’incontro “L’Italia al voto. Il confronto sulla politica estera dei principali partiti” con l’intervento di esponenti di Fratelli d’Italia, Pd, Movimento 5 stelle, Forza Italia e Azione-Italia Viva. Priorità in politica estera, posizioni sulla guerra in Ucraina e confronto tra Usa e Cina: queste sono state le questioni principali che ha posto Nathalie Tocci, direttrice dello IAI, ai rappresentanti dei partiti coinvolti.

«Credo che le nostre priorità siano condivise da tutti: siamo onusiani, europeisti e atlantisti – ha dichiarato nel suo intervento il generale Vincenzo Camporini di Azione-Italia Viva – Il rafforzamento dell’integrazione europea ha come scopo quello di diventare interlocutori influenti oltre Atlantico. Si può avere un rapporto atlantico più equilibrato possibile attraverso il rafforzamento dell’Ue. Raramente l’Italia ha preso su di sé la volontà di leadership. La competizione tra Usa e Cina coinvolge un teatro come quello africano. Bisogna riacquisire in Africa quelle posizioni che abbiamo ceduto. Aver rinunciato ad avere certe potenzialità ci ha messo nella posizione di essere ricattati da potenze come la Cina. Dal punto di vista militare dobbiamo limitarci alle nostre capacità, al momento non siamo in condizione di diventare un elemento determinante per un futuro confronto».

«C’è bisogno di un maggior protagonismo italiano – ha commentato Fabio Massimo Castaldo del M5S – La serie di crisi che si è succeduta negli ultimi anni ha messo in evidenza le problematiche dell’impalcatura europea. Corriamo il rischio di ritornare a una logica di potenza. L’architettura Onu stessa dovrebbe essere rivista. C’è il rischio che Ue e Nato rivolgano il loro sguardo esclusivamente a Est. Serve una maggiore propensione alle molteplici sfide. È tempo di mutare i nostri approcci nei confronti dei Paesi terzi. È sull’interesse convergente che si deve basare il modello europeo. L’Ue deve saper dialogare anche con la Cina bilanciando su quei temi che devono registrare un confronto. Ci vuole coesione; spesso ci troviamo sotto ricatto di Paesi come l’Ungheria che hanno molti interessi economici con la Cina».

«Stiamo vivendo un momento molto delicato e dovremmo avere la forza come classe politica di spiegare come dovremmo agire in Europa, come vogliamo sviluppare l’interesse Italiano nelle organizzazioni internazionali – ha dichiarato Ylenja Lucaselli di Fdi – Nessuno ha intenzione di uscire dall’Europa. L’Europa non ha una politica energetica, fiscale e di difesa comune e l’abbiamo visto con quanto è successo in Ucraina. Fino ad ora l’Ue è stata un’associazione di Paesi concorrenti. Bisogna fare in modo che l’Italia torni a essere un punto nevralgico. Noi siamo necessariamente dalla parte degli Usa, delle democrazie e delle libertà. Questo supera le necessità commerciali e diplomatiche. Siamo stati i precursori del grido d’allarme di quello che poteva succedere a Taiwan. Non possiamo permetterci ambiguità su questi temi».

«Bisogna contrastare l’agenda russa e sostenere l’Ucraina – ha detto Lia Quartapelle del Pd – La presenza russa sul Mediterraneo è un problema. Occorre rafforzare l’unità europea, è l’unica possibilità per contrastare la Russia. Lo sappiamo dall’esperienza infelice dal memorandum con la Cina durante il governo giallo-verde che non è possibile fare passi indietro nei confronti di Pechino. Il primo decreto durante il Governo Conte 2 è stato quello sulla golden power, ovvero riguardo la protezione delle infrastrutture strategiche del Sistema Paese. L’Ue ha una visione del mondo diversa rispetto a quella di potenze autocratiche come la Cina».

«La gente è distante dalle posizioni che noi prendiamo. Dovremmo spiegare vantaggi e svantaggi delle nostre alleanze, facendo capire perché sosteniamo l’Ucraina – ha affermato Valentino Valentini di Forza Italia – Bisognerebbe trovare rimedi a livello nazionale e soluzioni a livello internazionale. Se guardiamo alla pandemia siamo come nella fase iniziale dove ognuno cercava di vedersela da solo. Il sistema multipolare è soprattutto il sistema preposto da parte della Cina per affermarsi. Da parte di alcuni Paesi c’è la consapevolezza che gli investimenti cinesi creano la trappola del debito. Ogni Paese deve essere attento nel rapporto con la Cina».

I rappresentanti dei partiti politici coinvolti nel dibattito si sono espressi quasi all’unanimità rispetto alle sanzioni alla Russia e all’invio di armi all’Ucraina, sebbene su quest’ultimo punto Castaldo del M5S abbia espresso le proprie perplessità. Ugualmente contrari riguardo l’eventualità che Zelensky possa in futuro accettare un compromesso sull’esito del conflitto.