Usa impongono embargo totale al Venezuela

Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha bloccato i negoziati con l’opposizione come forma di protesta contro l’embargo totale che il 6 agosto gli Stati Uniti hanno imposto al Venezuela. Il leader dell’opposizione Juan Guaidó era già alle Barbados per partecipare agli incontri previsti che rientrano nel sesto round di negoziati avviato a maggio grazie alla mediazione del Governo norvegese. Maduro ha deciso di impedire ai suoi funzionari di recarsi alle Barbados, generando una certa sorpresa tra i rappresentanti dell’opposozione.

L’ordine esecutivo firmato dal presidente statunitense Donald Trump prevede il congelamento immediato di tutti i beni del Governo di Caracas negli Stati Uniti e il divieto a tutte le transazioni economiche con il Governo venezuelano, tranne poche previste eccezioni. È la prima volta negli ultimi 30 anni che viene imposto un embargo a un Paese appartenente all’emisfero occidentale. L’embargo porta con sé un messaggio anche per Russia e Cina, che continuano a sostenere Nicolás Maduro. Il giorno dopo la firma dell’ordine esecutivo da parte del Capo della Casa Bianca, il consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton ha detto che gli Usa sono pronti a sanzionare chiunque appoggi il presidente Maduro. Caracas ha definito la misura Usa, che pone il Venezuela sullo stesso piano di Paesi come Cuba e Corea del Nord, un atto di “grave aggressione”. Lo scorso gennaio, quando è iniziata la nuova crisi politica e istituzionale in Venezuela, Washington ha preso le parti di Guaidó, il quale si era autoproclamato presidente per rovesciare il regime di Maduro. Guaidó ha provato ad estromettere il presidente Nicolás Maduro con tre colpi di stato, cercando di coinvolgere l’esercito, ma i suoi tentativi sono andati falliti. Quale l’impatto delle misure di Trump? Non una mossa a favore della democrazia. Il rischio è che dividano la comunità internazionale, in un momento in cui – spiega il video di CBC News – il Venezuela ha un “disperato bisogno” della comunità intrenazionale. La motivazione? Imporre la massima pressione sul Venezuela per rendere possibile l’obiettivo del regime change.