Stanotte negli Stati Uniti si è votato per le primarie democratiche in altri sei Stati. Grazie alle vittorie ottenute al Super Tuesday «bis», in particolare in Michigan, Biden è molto vicino a diventare il candidato del Partito Democratico che a novembre sfiderà il presidente uscente Donald Trump. Biden ha conquistato l’81% dei voti in Mississippi, il 60% in Missouri e il 49% in Idaho e il 53% in Michigan. A questo punto, per l’altro candidato, Bernie Sanders, la situazione si complica molto. Solo una rimonta clamorosa potrebbe aiutare Sanders. L’ex vice di Obama non ha ancora raggiunto la maggioranza di 1.991 delegati alla convention di Milwaukee, necessaria per diventare ufficialmente il candidato del Partito Democratico, ma ormai Biden è molto avanti a Sanders.
Il commento del giornalista Luca Marfé publicato su Il Mattino:
«Joe Biden contro Donald Trump. Va in scena la “replica” del Super Tuesday e il verdetto è questo: Michigan, Missouri, Mississippi e Idaho vogliono l’ex vice di Obama faccia a faccia con il tycoon.
Bernie Sanders tiene soltanto in North Dakota e nello Stato di Washington, ma non basta. La missione più o meno impossibile, adesso, è quella di riavvicinare il Partito Democratico a se stesso, di unificarlo fino a fonderlo attorno a un unico grande obiettivo: quello di riprendersi la Casa Bianca.
Biden cambia registro e, dopo aver incassato endorsement importanti nel corso delle ultime settimane, tende la mano in generale all’intera sinistra a stelle e strisce. Si congratula infatti con Sanders per la sua determinazione e per la sua passione, la riconosce a scena aperta ai suoi sostenitori e li chiama a raccolta sotto l’ombra delle sue bandiere con lo scopo alto e ultimo di riprendersi l’America, di salvare i suoi valori, di proteggere la democrazia, di restituire decenza, dignità e onore di una Casa Bianca che “giustizia” pubblicamente come indegna, come irriconoscibile e inaccettabile. Parla alla politica, ma parla soprattutto alla gente. Alla comunità afro-americana che di fatto lo sta conducendo alla vittoria, alla middle class in bilico e contesa proprio con The Donald, agli ultimi cui chiede di non cadere nel tranello dell’astensione e di tornare a invece a credere nel voto. Non promette la rivoluzione epocale strillata da Sanders, ma promette, sì, battaglia a Trump che nel frattempo si dimena nella morsa del coronavirus».
VAI A : LA RIMONTA DI JOE BIDEN AL SUPER TUESDAY
«Il coronavirus è un bastone tra le ruote del carro di Trump – commenta per Babilon Emiliano Battisti, esperto di Nord America e spazio de Il Caffè Geopolitico – il Presidente minimizza con dichiarazioni e tweets per cercare di fermare il crollo della borsa, il più pesante dai temi del crack di Lehman Brothers. Non funziona e manca ancora una strategia di coordinamento. Per fare un esempio, mentre Trump prova a tranquillizzare, il Governatore di New York, Cuomo, mobilita la Guardia Nazionale per prepararsi a un eventuale caos causato dalla sindrome Covid-19. Il Presidente sa bene che se l’economia rallentasse, perderebbe la sua arma principale per essere rieletto a novembre».
PHOTO: Democratic presidential candidate, former Vice President Joe Biden knowledges the crowd during a campaign rally Saturday, March 7, 2020, in Kansas City, Mo. (AP Photo/Charlie Riedel)

Redazione
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