Al Baghdadi paralizzato e ancora in Siria

Abu Bakr al Baghdadi, il sedicente “califfo” dello Stato Islamico, avrebbe le gambe paralizzate per via di alcune lesioni alla colonna vertebrale che avrebbe riportato in seguitto ai bombardamenti aerei internazionale avvenuti ad Hajin, città situata nella Siria orientale, non lontano dal confine iracheno. A dirlo il responsabile dell’intelligence e dell’antiterrorismo del ministero dell’Interno dell’Iraq, Abu Ali al Basri, ripreso da Agenzia Nova. Per Abu Ali al Basri, il “califfo” “si troverebbe in Siria” e avrebbe ancora “una forte influenza tra i suoi seguaci di nazionalità straniera, araba e irachena”. Il gruppo Stato Islamico – ha detto il funzionario –  ha fatto in modo da adattarsi al nuovo contesto post-califfato emerso dopo la morte dei suoi membri più influenti nelle aree liberate dalle forze di sicurezza irachene. Al Baghdadi quindi soffrirebbe di disabilità e paralisi agli arti inferiori a causa dei raid compiuti durante le operazioni congiunte delle forze speciali irachene e della coalizione internazionale in Siria. Abu Ali al Basri ha detto anche che il leader del sedicente Stato Islamico sarebbe stato colpito da alcune schegge mentre si trovava con i suoi assistenti nell’area di Hajin, prima che avenisse la liberazione della città siriana nel dicembre del 2018.

L’informazione si aggiunge alle dichiarazioni dell’ex ministro iracheno Baqr Jaber Al-Zubeidi. A metà luglio l’ex ministro aveva detto  al Baghdad Post che al Baghdadi poteva nascondersi probabilmente in Libia. A fine maggio erano circolate  indiscrezioni giornalistiche, in base alle quali la situazione nel Paese nordafricano pareva potesse agevolare il leader del gruppo terroristico. Amesso che sia riuscito ad arrivare in Libia, eventualità comunque molto difficile – secondo alcune analisi – al Baghdadi avrebbe potuto trovare più facilmente rifugio nel Fezzan (Sud della Libia), dove i controlli di sicurezza sono molto scarsi e dove sono fuggiti quasi 3-4000 jihadisti, oltre a quelli che già c’erano.

«Dal punto di vista operativo, credo tuttavia che non ci sia la capacità per al Baghdadi di fuggire dalla Siria o dall’Iraq», ha spiegato Valerio Mazzoni, analista specializzato nel monitoraggio dei canali jihadisti per la società di consulenza IFI Advisory. «I confini sono tutti fortemente militarizzati e controllati, difficile quindi che il “califfo” abbia trovato una strada percorribile. La paralisi potrebbe essere un’ipotesi attendibile. Ma fino a questo momento mi pare che sia l’intelligence siriano che iracheno non abbiano dato prova di riuscire a venire a capo di informazioni certe sul leader del sedicente Stato Islamico. Difficile, dunque, avere informazioni sicure anche sullo stato di salute di al Baghdadi».