In un comunicato del 13 settembre le Unità di Protezione del Popolo curde (YPG) dichiarano che lo scorso 27 agosto “un mercenario di nome Samir Bougana è stato catturato nell’ambito di un’operazione condotta dalle Unita Antiterrorismo (YAT), mentre era in procinto di entrare clandestinamente in territorio turco.”

Si afferma inoltre che l’uomo, conosciuto anche come Abu Abdullah al-Muhajir, sarebbe di nazionalità italiana. Il suo ruolo all’interno dello Stato Islamico sarebbe stato quello di fornire assistenza logistica nel trasporto e nella distrubuzione degli armamenti destinati ai militanti del Califfato nelle aree a maggioranza curda nella Siria del nord.

Le YPG affermano inoltre che sarebbe stato lo stesso militante a fornire dettagli sulla propria attività all’interno del Califfato.

Esiste anche un video rilasciato dalle forze curde pochi giorni fa nel quale egli stesso riassume la sua storia:  dice di essere italiano, di essere rimasto nello stato islamico due o tre anni e che è stato catturato nei pressi di Raqqa mentre si recava in Turchia con moglie e figli con l’intento di consegnarsi al consolato italiano per far ritorno nel nostro paese.

Tuttavia non è possibile confermare in maniera certa le affermazioni di Samir Bougana, né si sa niente della sorte della moglie e dei figli. Si sa soltanto che al momento il detenuto è in custodia e sta venendo interrogato anche per determinarne il destino a livello penale.

Per quanto riguarda invece le affermazioni sulla cittadinanza italiana l’Osservatorio su Radicalizzazione e Terrorismo dell’ISPI segnala che ci sarebbero riscontri incrociati con un profilo di un uomo di origine marocchina nato in Italia in provincia di Brescia il cui processo di radicalizzazione sarebbe iniziato in Germania intorno al 2012, fino al trasferimento in Siria nel 2013.

Samir Bougana, se queste informazioni dovessero essere confermate sarebbe il primo foreign fighter italiano, facente parte di quel centinaio di jihadisti partiti dall’Italia con destinazione il Califfato islamico.