Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sabato 24 aprile, ha fatto ricorso alla parola “genocidio” in riferimento al massacro della popolazione armena, mettendo a dura prova le relazioni già logore con la Turchia.

«Ogni anno in questo giorno ricordiamo le vite di tutti quelli che morirono nel genocidio armeno dell’epoca ottomana e ribadiamo il nostro impegno a impedire che simili atrocità accadano di nuovo. Continueremo a vegliare sull’influenza corrosiva dell’odio in tutte le sue forme», ha affermato Biden nel corso di una dichiarazione preparata per il 106esimo anniversario dall’inizio del massacro, avvenuto tra il 1915 e i primi anni Venti.

Le dichiarazioni di Biden riflettono l’impegno dell’attuale Amministrazione ad agire a difesa dei diritti umani, ormai un pilastro della politica estera del nuovo presidente. Una decisione in controtendenza rispetto ai suoi predecessori che si erano mostrati poco inclini a peggiorare i rapporti già molto difficili con la Turchia, membro della Nato. La decisione di Biden ha un valore piuttosto simbolico, ma potrebbe essere vista anche come una sorta di risposta all’acquisto da parte di Ankara del sistema missilistico anti aereo S-400 di fabbricazione russa.

Prima di Biden, nessun presidente americano in carica aveva parlato in questi termini, solo Ronald Reagan nel 1981 aveva citato il «genocidio degli armeni» in un passaggio di un documento sulle vittime dell’Olocausto. Barack Obama, quando era candidato alla presidenza, aveva promesso che se fosse stato eletto, avrebbe riconosciuto il genocidio degli armeni, ma poi non aveva mentenuto la promessa. Donald Trump, invece, non lo ha fatto neanche dopo che, nel 2019, entrambe le camere del Congresso avevano approvato a larga maggioranza una mozione per il riconoscimento del genocidio. Trump aveva definito il massacro «una delle peggiori atrocità del XX Secolo».

Il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha ribadito la posizione del governo turco, che nega il genocidio degli armeni. Erdoğan, nel 2014, aveva espresso le condoglianze per le vittime del massacro degli armeni, qualcosa che nessun altro leader turco prima di lui aveva fatto. Tuttavia, il presidente turco aveva definito gli avvenimenti un «incidente» in cui «tutti hanno sofferto».

Il massacro degli armeni è avvenuto durante la Prima Guerra Mondiale con il collasso dell’Impero ottomano, antecedente alla Turchia moderna. I funzionari di allora ordinarono la deportazione di massa della popolazione armena. Secondo molti storici, quello fu il primo genocidio del XX Secolo. Quasi 1,5 milioni di armeni furono uccisi, molti di questi dai militari o dalla polizia, mentre altri furono costretti all’esodo in Siria e morirono di stenti nel deserto. Il Governo turco ha riconosciuto le atrocità commesse in quel periodo, negando però il genocidio degli armeni.