Al momento non ci sono prove a conferma che il carico di droga sequestrato a Salerno sia stata prodotta dal gruppo Stato Islamico. Il Gico (Gruppo investigazione criminalità organizzata) della Guardia di finanza di Napoli, in esecuzione di un decreto di perquisizione emesso dalla procura di Napoli, ha affermato di aver confiscato un enorme carico di anfetamine, corrispondente a 14 tonnellate, prodotte in Siria dallo Stato Islamico. La droga sequestrata, con il logo ‘Captagon’, è nota come “la droga dell’Isis” o “la droga della Jihad”. Tre container sospetti sono stati rintracciati al porto di Salerno, all’interno dei quali, ben nascosti, gli ufficiali hanno trovato 84 milioni di pasticche dal valore di mercato di un miliardo di euro.

Molti analisti non sono d’accordo con i media che hanno diramato questa notizia perché, a loro giudizio, il gruppo non ha le capacità, la forza, né tantomeno la logistica, necessaria a produrre quel quantitativo di droga. Attualmente, lo Stato Islamico in Siria controlla una piccola porzione di territorio, principalmente al confine con l’Iraq. Il carico, pare, non sarebbe stato neanche destinato a Salerno ma a Napoli, proprio perché doveva arrivare alla camorra.

Alcune fonti giornalistiche straniere credono invece che dietro questo sequestro ci siano le milizie sciite, Hezbollah, che in passato ha già trattato il Captagon, e uomini di potere vicini ad Assad. Gli stessi militanti a sostegno dello Stato Islamico hanno smentito la notizia, negando la responsabilità del gruppo terrorista, che al contrario avrebbe potuto sfruttare l’occasione per aumentare il proprio prestigio. Lo Stato Islamico, però, non ha smentito ufficialmente. In passato il Captagon era prodotto in Siria, ma oggi non è più così certo. È più probabile che dietro la produzione di anfetamine ci siano milizie legate ad Assad, così come non è da escludere la responsabilità libanese e di Hezbollah.