Pedro Sánchez, del Partito Socialista (PSOE), ha vinto le elezioni anticipate in Spagna. Il PSOE ha conquistato il 29% dei voti, pari a 123 seggi, e risulta dunque il primo partito. Il primo ministro uscente Sánchez non ha però la maggioranza, dunque per lui inizia ora una fase di negoziazioni per arrivare alla formazione di un nuovo governo. Il PSOE ha guadagnato 40 seggi rispetto alle elezioni del 2016, mentre Podemos ha perso seggi in Parlamento. I socialisti con Podemos sarebbero almeno di 11 seggi al di sotto della maggioranza. Le elezioni spagnole hanno segnato un buon risultato per la sinistra e uno meno positivo per la destra, anche se per la prima volta entra in Parlamento la formazione politica della destra radicale Vox. Il Partito Popolare (PP) di centro destra è andato decisamente male. Quella di domenica scorsa è la peggior performance del PP dal 1980. Il PP ha conquistato infatti il 17% dei voti, pari a 66 seggi, la metà rispetto al risultato delle scorse elezioni, quando ottenne il 33% dei consensi e 137 seggi. Il voto di domenica 28 aprile era un primo banco di prova per il giovane leader Pablo Casado, che ha sostituito l’ex primo ministro Mariano Rajoy alla guida del partito e che ha trainato il PP sempre più a destra. Il partito anti-migranti Vox arriva al 10% e a 24 seggi. Vox sbarca in Parlamento ma delude i sondaggi, che avevano ipotizzato un bottino ben più consistente di seggi. Per Vox, è comunque un record. Dalla morte del dittatore Francisco Franco avvenuta nel 1975 è la prima volta che un partito di estrema destra conquista una rappresentanza tanto considerevole in Parlamento.

Ciudadanos ha ottenuto 57 seggi, mentre gli indipendentisti catalani di sinistra di Erc arrivano a 15 seggi. Successo di Erc tra i catalani, che hanno votato a favore del partito guidato da Oriol Junqueras attualmente in carcere. L’affluenza è stata altissima, il 75,75% degli spagnoli si è recato alle urne, un dato di 9 punti percentuali in più rispetto al 2016. Socialisti più Podemos non arrivano a formare una maggioranza, ciò vuol dire che Sanchez dovrebbe fare affidamento sui partiti indipendentisti catalani o sui nazionalisti baschi per dare vita a un nuovo governo. Ciudadanos ha escluso la possibilità di negoziati con i socialisti, ha fatto sapere la sua portavoce. Il risultato del voto in Spagna sembra quindi condurre a una situazione di stallo politico. Il primo ministro, che aveva definito gli indipendentisti catalani “non affidabili”, potrebbe a questo punto provare la strada dell’intesa con i nazionalisti baschi del Pnv e gli indipendentisti catalani più moderati dell’Erc.