Quando si parla di videogaming mobile si è spesso portati a pensare alle console portatili che hanno segnato la storia del videogaming: il Game Boy di Nintendo, la PSP Sony e così via. In realtà oggi il concetto di gaming mobile si riferisce perlopiù agli smartphone: i numeri in costante crescita evidenziano come ormai chiunque possieda uno smartphone lo utilizzi anche per scopi videoludici. L’idea, a ben vedere, non è certo una novità: ben presto i produttori di telefonia mobile si resero conto dell’utilità di avere qualche passatempo sui telefoni cellulari, prendendo quindi a inserire vari videogiochi ancora oggi ricordati con affetto. L’evoluzione della telefonia cellulare, giunta oggi ad avere lo smartphone come standard di riferimento, è stata oggetto di progressi velocissimi che, tra le altre cose, hanno reso possibile il videogaming mobile come oggi lo si intende, segnando quindi delle tappe fondamentali nella definizione di un concetto oggi diffusissimo.

La prima di queste tappe è, ovviamente, il touch screen: tale tecnologia è imprescindibile nella stessa filosofia alla base dei moderni smartphone, dove tutto ruota intorno alle interazioni con lo schermo. Anche nel videogioco mobile oggi è impossibile pensare di fare a meno del touch screen: non solo per quei videogiochi la cui idea di fondo vedeva proprio questo al centro del gameplay, come nel caso degli ormai storici Fruit Ninja o Angry Birds, ma anche in altri titoli che trasformano in touch screen periferiche altrimenti fisiche, come una levetta analogica per guidare o i tasti WASD per lo spostamento sui quattro assi. Il touch screen, comunque, ha mosso i primi passi fin dagli anni ’60, con i primi modelli di larga diffusione che risalgono agli anni ’80 in macchinari pubblici come per esempio gli sportelli ATM. Il primo telefono a implementare un touch screen risale al 1992, quando IBM commercializzò quello che è considerato il primo smartphone della storia, dotato di uno schermo a sensore magnetico: il tocco veniva registrato tramite la variazione di campo magnetico tra il cellulare e la pennina fornita. Tra le tecnologie succedutesi meritano menzione lo schermo a infrarossi, basato sull’interruzione di una griglia di luce infrarossa proiettata sopra lo schermo; quello resistivo, basato su uno schermo composto da due strati sovrapposti che vengono a contatto tramite il tocco; e infine quello capacitativo, di maggior diffusione oggi, che sfrutta principi legati ai condensatori.

Ancor più rivoluzionario poi è stato l’impatto della rete internet accessibile dai telefoni cellulari. In ambito videoludico, questo ha reso possibili evoluzioni oggi date per scontate: dai più classici intrattenimenti da casinò, ospitati su piattaforme dedicate e accessibili in maniera specifica tramite smartphone, fino a storici multiplayer come Call of Duty e simili. Il primo telefono a consentire libero accesso alla rete internet è stato prodotto nel 1996 dalla Nokia, non a caso leader della telefonia mobile a cavallo degli anni 2000; cinque anni prima, nel 1991, era stata messa a punto la tecnologia GSM o 2G, seguita nei primi anni 2000 dal 3G, la tecnologia di comunicazione alla base della diffusione degli smartphone. A partire dal 2011 si diffonde l’attuale tecnologia di quarta generazione, o 4G, al giorno d’oggi lo standard di maggior diffusione, e in tempi recenti sta cominciando a diffondersi la generazione del futuro, quel 5G che promette delle vere e proprie rivoluzioni nell’ambito delle telecomunicazioni.

Infine impossibile non pensare a un accessorio che, sebbene in un contesto abbastanza di nicchia, abbia rivelato di possedere forti potenzialità nel videogaming: la fotocamera. Questa è oggi alla base di tutti quei titoli che utilizzano la realtà aumentata: sull’immagine catturata in tempo reale dalla fotocamera questi inseriscono l’interfaccia utente, ossia il vero e proprio cuore del gameplay e gli elementi con il quale l’utente interagisce. L’esempio più famoso è probabilmente Pokémon GO, che nell’estate del 2016 rilanciò un fenomeno che ancora oggi non conosce stanchezza. Le prime fotocamere arrivarono nel mondo della telefonia mobile come accessori esterni, da collegare tramite apposita porta al cellulare: solo nel 2000 cominciano a uscire i primi telefoni con fotocamera integrata, commercializzati dalle asiatiche Samsung e Sharp. Da allora si sono rincorsi i progressi con l’obiettivo di fornire la migliore fotocamera possibile in termini di risoluzione, zoom, flash e così via.