Ormai è soltanto questione di tempo, giorni o forse ore, e poi partirà l’offensiva congiunta di Russia e forze regolari siriane per riprendere il controllo della provincia di Idlib ancora in mano ai ribelli.

In una conferenza stampa a Mosca i ministri degli esteri russo Lavrov e siriano al-Muallem hanno sottolineato che sia ormai inaccettabile che la regione, sulla quale insiste già da tempo un piano di de-escalation militare, sia ancora utilizzata dai terroristi del Fronte al Nusra per lanciare attacchi sull’esercito di Assad e che presto sarà intrapresa una iniziativa per eliminare definitivamente la minaccia, cercando di contenere al minimo il coinvolgimento dei civili, per i quali esistono già piani di evecuazione. Infatti proprio il peggioramento della situazione a livello umanitario a preoccupare perchè l’area oltre ad essere densamente popolata, è stata anche la destinazione di arrivo di gran parte dei trasferimenti coatti degli scorsi mesi da Est Ghouta e Aleppo dei jihadisti arresi e delle loro famiglie.

Se l’Occidente, con gli Stati Uniti in prima fila, esprime preoccupazione per il possibile precipitare degli eventi, facendo circolare anche la notizia di imminenti attacchi con l’uso di gas contro la popolazione civile, la Russia prova a mettere un freno agli ardori bellicistici americani facendo sapere che riterrà gli attacchi responsabilità degli White Helmet la contestatissima forza di protezione civile più volte al centro di polemiche per la presunta contiguità funzionale con gli ambienti dei ribelli più radicali. Quello che si sa per certo è la Russia ha schierato una imponentissima formazione navale nelle acque di fronte alla Siria e che questa volta non farà sconti a nessuno. La partita siriana è in fase di chiusura, e ogni tentativo di estensione del conflitto sarà ritenuto un’aggressione diretta agli interessi russi, con conseguenze che non vogliamo immaginare.

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