È di recente definizione il progetto che porterà alla costruzione del cavo elettrico che collegherà Israele a Cipro e Cipro all’Europa attraverso la Grecia. Si tratta di un cospicuo investimento della stessa Unione Europea. Con L’EuroAsia Interconnector Planning, la stazione cipriota di conversione ad alta tensione di Kofinou (HVDC Converter Station), Cipro avrà un ruolo ancor più importante nel team che adesso sembra guidare la politica energetica nel Mediterraneo orientale, insieme a Grecia, Egitto e Israele.
L’Unione Europea ha parlato di EuroAsia Interconnector Planning come di uno dei “principali progetti di interesse comune per offrire significativi vantaggi socioeconomici per un valore di 10 miliardi di euro”. Grazie al permesso di pianificazione, è stata dunque prevista la costruzione della stazione di conversione con una capacità di trasmissione massima di 2.000 megawatt. Il permesso prevede inoltre la realizzazione di punti di interconnessione dei cavi sottomarini che legeranno tra loro le reti elettriche dei tre Paesi interessati. La sigla di nuovi accordi come questo apre scenari del tutto inaspettati.
Già il 25 febbraio 2019, grazie all’accordo per la connessione dei network di telefonia mobile tra Nicos Anastasiades, presidente greco-cipriota, e Mustafa Akinci, leader turco-cipriota, le comunicazioni fra le due parti erano state facilitate. Lo stesso giorno era stato raggiunto un altro importante risultato: l’unificazione delle reti elettriche. Queste sono due delle buone notizie che solo sette mesi fa provenivano dalle Confidence Building Measures implementate dalla Repubblica di Cipro e dalla Repubblica Turca di Cipro Nord, divise dal 1974, anno dell’invasione turca.
Tuttavia, il 25 novembre 2019, il meeting fra i due leader ciprioti e il Segretario Generale dell’ONU Antonio Gutierres, quest’ultimo a capo della missione di pace presente sull’isola dall’ormai lontano 1964, ha reso evidente quanto le parti siano ancora lontane. Lo stesso Gutierres ha fatto notare che la mancanza di contatti regolari non allevia le tensioni e non permette così di procedere nel clima ideale per produrre negoziazioni efficaci. Inoltre, il Segretario Generale Onu ha parlato di necessità di un accordo per un governo federale per la gestione di due zone territoriali e due comunità, come già auspicato da risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Per di più, considerato insostenibile lo status quo, Antonio Gutierres ha riaffermato l’importanza della piena partecipazione della società civile e, in particolare, delle donne nel processo di pace.
Non può non balzare all’occhio, quindi, che la Repubblica di Cipro e la Repubblica Turca di Cipro continuino il loro tira e molla. Interessi personali prima di ogni cosa, a discapito del benessere collettivo, di una soluzione equa e solidale per tutti.
Giovanni Vazzana
Classe 1986. Palermitano di nascita, a Pisa gli studi universitari linguistici. Poi assistente di lingua italiana in Lorena, Francia. Da sempre attento ai problemi delle minoranze, degli Stati divisi, in particolare Cipro. Aderisce all’Associazione italiana Giovani per l’UNESCO.
Se l’Iran perde la sponda cinese
16 Gen 2023
di Andrea Bianchi Nella prima settimana di dicembre Xi Jinping si è recato dai dignitari della Cooperazione del Golfo…
Ucraina. Alle radici della guerra
20 Dic 2022
Tutte le domande e le risposte per capire l’origine del conflitto, e seguirne gli sviluppi futuri, nel libro Ucraina.…
Le proteste in Iran al centro del Grande Gioco
1 Dic 2022
di Andrea Bianchi Per comprendere l’Iran attuale occorre gettare uno sguardo retrospettivo al Grande Gioco.…
Qatar 2022: calcio, Islam e petroldollari
14 Nov 2022
Prima di darsi alla politica Erdogan è stato per anni uno spietato attaccante nelle serie minori turche, guadagnandosi…