Uno dei più importanti scienziati nucleari iraniani, considerato il capo del programma nucleare di Teheran, è stato ucciso in un agguato avvenuto venerdì scorso a poca distanza dalla capitale iraniana. L’ipotesi più credibile è che l’assassinio di Mohsen Fakhrizadeh, accusato di essere la figura principale a guida del programma segreto iraniano di sviluppo dell’arma atomica, sia stato ordinato da Israele, principale nemico dell’Iran.

Teheran ha sempre descritto Mohsen Fakhrizadeh come un professore universitario esperto di fisica. In qualità di membro delle Guardie Rivoluzionarie, era apparso in foto accanto ad Ali Khamenei, un chiaro segno del potere di cui godeva.

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L’ran ha definito l’attacco «un atto di terrorismo». Il Ministro degli Esteri iraniano ha parlato di «segnali seri» di un presunto ruolo di Israele nella faccenda, senza dare spiegazioni più precise. Israele, su cui grava il sospetto di aver eliminato diversi altri scienziati iraniani in passato, non ha confermato e si ritiene che difficilmente lo farà. Ciò che è certo, ed è un particolare noto a tutti, è che il premier israeliano Benjamin Netanyahu una volta durante una conferenza stampa invitò i presenti ad annotare il nome di Fakhrizadeh.

A giudicare da come è avvenuta l’operazione, pare che la morte di Fakhrizadeh sia stata a lungo premeditata. Lo scienziato, nato nel 1958 e sanzionato dal Consiglio di Sicurezza Onu e dagli Stati Uniti, è stato ucciso mentre si trovava a bordo di un’auto in una zona di campagna a 40 chilometri da Teheran. Sembra che sia rimasto gravemente ferito durante da un’arma da fuoco e che sia morto in seguito in ospedale. Oggi, lunedì 30 novembre, Ali Shamkhani, il segretario del Consiglio supremo di sicurezza iraniano, ha ccusato di nuovo Israele della morte di Fakhrizadeh, aggiungendo che l’attacco è stato compiuto utilizzando «dispositivi elettronici» controllati a distanza.

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Il New York Times riferisce che un funzionario americano e altri due funzionari dell’intelligence hanno affermato che c’è Israele dietro la morte dello scienziato. Non si sa fino a che punto Washington sia stata informata in via preventiva dell’operazione diretta contro Fakhrizadeh, ma i due paesi sono soliti condividere le informazioni riguardo l’Iran.

PER APPROFONDIRE: L’IRAN FUNESTO

L’agguato è avvenuto a pochi giorni di distanza dal decimo anniversario della morte dello scienziato nucleare Majid Shahriari, e anche per quell’episodio Teheran puntò il dito contro il nemico israeliano. Colpisce, inoltre, che l’uccisione di Mohsen Fakhrizadeh sia avvenuta a poche settimane dall’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti. Joe Biden, il presidente eletto, ha detto che sarebbe sua intenzione ripristinare l’accordo sul nucleare del 2015, siglato da Obama e osteggiato da Trump. Ancora il New York Times nota che dopo questo assassinio sarà ancora più complesso per Biden resuscitare l’accordo del 2015. L’Iran ha a lungo sostenuto di aver abbandonato il programma nucleare a scopi militari e di aver proseguito solo la ricerca per scopi civili. Ad oggi, gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dall’accordo del 2015 e l’Iran ha ripreso il programma di arricchimento dell’uranio.

Il commento del direttore di Babilon Luciano Tirinnanzi:

Guerra preventiva di Israele. Un grande classico e la più tipica delle strategie del Mossad:

colpire per primi e in maniera chirurgica per prevenire uno scenario ingestibile dopo

Infine, ma non meno importante, la morte di Fakhrizadeh arriva a poca distanza dalla conferma della morte del numero due di Al Qaeda, ucciso proprio a Teheran, e alla fine di un anno che si aperto con la morte per mano Usa di Qassem Soleimani. «L’omicidio dello scienziato rappresenta un’umiliazione per le autorità iraniane, una faglia nel sistema di sicurezza in un paese strettamente controllato. La facilità con cui gli agenti israeliani operano a Teheran ricorda una serie di Netflix, più che la realtà», ha notato il giornalista Pierre Haski.