Kim Jong un è tornato a mostrarsi in pubblico il primo maggio, dopo 20 giorni di assenza. Lo riferiscono i media di Stato norcoreani che hanno diffuso le foto del dittatore al taglio del nastro durante la cerimonia di inaugurazione di una fabbrica di fertilizzanti a Sunchon, nella provincia di P’yŏngan Meridionale, a quasi 50 chilometri da Pyongyang.

 

 

La Kcna, l’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord e il Rodong Sinmun, il quotidiano del Partito dei Lavoratori, hanno mostrato le foto del leader in un abito stile Mao che sorride dopo essersi congratulato per la fine dei lavori della fabbrica. Insieme a Kim Jong un c’erano la sorella Kim Yo-jong, Pak Pong-ju, il vicepresidente del Comitato centrale del Partito, il premier Kim Jae-ryong e altri ufficiali. Mancava invece il numero due Choe Ryong-hae.

 

L’agenzia di Stato sudcoreana Yonhap ieri sera aveva smentito le voci che volevano il leader norcoreano gravemente malato, in fin di vita o già morto. I media norcoreani non avevano tuttavia diffuso subito le foto del dittatore, continuando ad alimentare i dubbi sulle sue condizioni di salute. In un primo momento, era stata l’emittente Cnn a sostenere che il dittatore fosse in condizioni critiche, citando fonti dell’intelligence Usa. La Corea del Sud aveva sin da subito mostrato un certo scetticismo e pochi giorni fa fonti ufficiali di Seoul avevano dichiarato che Kim Jong un «era vivo e stava bene». I dubbi sulla salute di Kim Jong un, 36 o 37 anni, erano stati alimentati dalla sua assenza alle celebrazioni della nascita del nonno e padre della Corea del Nord, Kim Il Sung, lo scorso 15 aprile. Kim era sparito dall’11 aprile, quando aveva presieduto una riunione del Politburo. Daily NK, un sito specializzato in affari nordcoreani di base in Corea del Sud, aveva scritto che Kim Jong un aveva subito un intervento a causa di un problema cardiovascolare. Le voci sulla possibile di morte di Kim erano diventate sempre più insistenti. La propoganda nordcoreana continuava a non dare informazioni sulle condizioni di salute del dittatore, ma riferiva delle lettere inviate da Kim ad alcuni leader mondiali.