Le proteste in Libano vanno oltre WhatsApp

Le condizioni economiche del Libano sarebbero disperate e la popolazione accusa il governo e le istituzioni di arricchirsi alle spalle dei cittadini. Le proteste hanno portato alle dimissioni del Christian party, che ha abbandonato il governo del primo ministro Saad Hariri, incapace, secondo la popolazione, di portare a termine le riforme economiche necessarie. Le manifestazioni sono iniziate lo scorso giovedì e sono andate avanti nonostante le dimissioni di quattro membri del governo, esponenti del partito Lebanese Forces. Le proteste dalla capitale Beirut si sono estete a tutto il Paese. Il malcontento, dapprima espresso in modo pacifico, ha assunto un carattere violento. Il dissenso ha coinvolto i sostenitori di tutti gli schieramenti politici. Secondo i media locali, i libanesi – cristiani, sciiti e sunniti – hanno marciato per chiedere le dimissioni del primo ministro. Ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia e diversi incendi dolosi. Venedì 70 persone sono state arrestate, anche con l’accusa di furto. La popolazione ha invaso le strade delle città più importanti del Paese intonando dei canti simili a quelli delle rivolte delle Primavere Arabe del 2011.

Le proteste sono scoppiate quando il governo ha annunciato una nuova tassa sulle chiamate con WhatsApp. La legge prevedeva una tassa di 20 centesimi sulle chiamate inoltrate attraverso i sistemi di messaggistica come appunto WhatsApp. La popolazione del Libano fa molto affidamento su questo tipo di servizio, anche per comunicare con l’estero. Ecco dunque il motivo che avrebbe appiccato il fuoco delle proteste, che nel frattempo sono diventate ben altra cosa e ora minacciano la stabilità del governo.  Il provvedimento è stato ritirato, ma ciò non ha placato la folla.

Sabato ci sono state nuove manifestazioni e il primo ministro Hariri ha minacciato di dimettersi, qualora nell’arco di tre giorni i suoi alleati di govreno non trovassero un accordo per attuare le riforme economiche. Il premier ha dato 72 ore di tempo ai propri partner di governo per trovare una soluzione ai problemi economici del Paese, senza imporre nuove tasse ai cittadini. Il debito pubblico del Libano è molto alto, equivale a 86 miliardi di dollari, vale a dire più del 150% del PIL, secondo il Ministro delle Finanze. Nel tentativo di accontentare i manifestanti, il Ministro delle Finanze, dopo aver incontrato il premier Hariri, ha annunciato che i due avrebbero raggiunto un accordo su un budget che non includerebbe ulteriori tasse, riferisce Al Jazeera. Il Ministro degli Esteri Gebran Bassil, uno dei principali oppositori del primo ministro, ha avvertito che l’alternativa all’attuale governo è solo un aumento ulteriore di caos e incertezza.

 

 

PHOTO: REUTERS