A Mosca sono le 4.50, a Tomsk le 8.50. Il volo 2614 della compagnia S7 è decollato da Tomsk meno di un’ora prima, e la presenza a bordo di uno degli uomini più popolari della Russia non è passata inosservata: le numerose foto e i selfie che i passeggeri scattano con Navalny al bar dell’aeroporto e sul pulmino che li porta a imbarcarsi, aiutano a certificare che il politico sembrava in ottima forma. Anche il comandante Vladimir Kuzmin riconosce nel passeggero svenuto in corridoio il famoso oppositore e chiede un atterraggio d’emergenza: «La cosa più probabile è un avvelenamento», dice, sapendo di stare salvando la vita a un uomo, ma ignorando di stare cambiando la storia.
La torre di controllo dirotta il volo a Omsk. Le hostess seguono angosciate l’addensarsi delle nuvole fuori dagli oblò, mentre insieme a un’infermiera trovata tra i passeggeri cercano di tenere in vita il paziente: «Alexey, bevi! Alexey, respira!».
Tratto dal libro
Navalny contro Putin
di Anna Zafesova

Redazione
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