Nella giornata di ieri, 8 luglio, gli Stati Uniti hanno strigliato l’Onu per l’indagine sull’attacco statunitense che a gennaio ha ucciso il generale iraniano Qassem Suleimani. Secondo il report delle Nazioni Unite, l’operazione è stata illegale e va considerata un omicidio arbitrario.
«Il rapporto è disonesto noisos e favorisce i terroristi, gli Usa hanno fatto bene a lasciare il Consiglio dei Diritti Umani nel 2018», ha dichiarato mercoledì la portavoce del Dipartimento di Stato Usa Morgan Ortagus.
Era stato lo stesso Presidente USA Donald Trump a ordinare l’attacco aereo che ha ucciso il potente generale iraniano Qassem Suleimani, capo dell’unità speciale Forza Quds e protagonista della sempre maggiore influenza militare dell’Iran in Medio Oriente e delle guerre che Teheran combatte nella regione. Nell’attacco del 3 gennaio scorso, condotto nella notte tramite droni all’aeroporto internazionale di Baghdad, sono morti anche altri, tra cui Abu Mahdi Al Muhandis, capo delle milizie Kataib Hezbollah appoggiate da Teheran, e Mohammed Ridha Jabri, capo delle pubbliche relazioni delle Forze di mobilitazione popolare.
Agnes Callamard, special rapporteur delle Nazioni Unite per le uccisioni extragiudiziali, ha affermato che il raid aereo ha violato la Carta dell’Onu. Per Callamard, gli Stati Uniti non hanno fornito prove abbastanza valide di un attacco imminente dell’Iran contro interessi americani tale da giustificare il raid in Iraq contro il convoglio di Suleimani. Per questo motivo, la giustificazione di autodifesa degli Usa non è valida. Il rapporto di Callamard sugli omicidi mirati condotti con droni armati viene presentato oggi, giovedì 9 luglio, al Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra. Gli Usa si sono ritirati dal Consiglio nel 2018. Il Dipartimento della Difesa americano aveva sostenuto che «Il Generale Suleimani stava attivamente sviluppando piani per attaccare i diplomatici americani e altro personale in Iraq e in tutta la regione» e che «in passato si era reso responsabile della morte di centinaia di militari statunitensi».
Di recente, la procura di Teheran ha emesso un mandato d’arresto per il presidente Donald Trump, e per altri funzionari dell’amministrazione Usa, per l’omicidio di Suleimani. Una mossa propagandistica che conferma la difficile relazione tra i due Paesi.
Per approfondire: Babilon L’Iran Funesto:
Dalla morte del Generale Qassem Suleimani per mano americana, in Iran ogni scenario èaperto. Sul futuro prossimo del Paese, pesano come sempre la storia, la cultura islamica e soprattutto le istituzioni al vertice del governo, il duopolio degli Ayatollah e dei Pasdaran i quali con il loro strapotere hanno trasformato questo grande Paese in una teocrazia armata, attualmente in fase espansiva.

Redazione
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