Guinea

Africa
Colonia francese dal 1890, il Paese ottiene l’indipendenza nel 1958 sotto la guida di Ahmed Tourè, leader del Partito Democratico. Tourè porta avanti un programma di ispirazione socialista, pur rimanendo nell’alveo della dittatura: vengono eliminati i diritti umani e le libertà politiche, imprigionati o deportati in veri e propri gulag gli oppositori. Nel 1984, alla morte del dittatore, il breve governo di Lansana Beavogui viene rovesciato da un colpo di stato militare guidato da Lansana Contè. Contro la sua dittatura, nel 1996 la popolazione dà origine a massicce proteste che culminano nell’assalto al palazzo presidenziale e inducono il presidente a intensificare la stretta sui diritti e sulle libertà politiche. Lo stesso Contè, nel 2001, attraverso un referendum ottiene di prolungare il suo mandato, rimanendo così in carica fino alla sua morte avvenuta il 23 dicembre 2008. Lo stesso giorno, una giunta militare si insedia al potere sospendendo la Costituzione e fissando le elezioni per novembre 2010. La vittoria è andata ad Alpha Condè, leader dello storico partito d’opposizione Raggruppamento del Popolo di Guinea (RPG), confermatosi anche al primo turno delle elezioni dell’11 ottobre 2015.
La Guinea Conakry è uno degli Stati più sottosviluppati del continente africano. Sulla condizione deficitaria dell’economia pesano i conflitti e l’instabilità politica. A poco sono serviti gli accordi presi nel 1980 per una stretta cooperazione con gli Stati confinanti (Sierra Leone, Liberia, Senegal e Gambia), così come l’appoggio del Fondo Monetario Internazionale. Nonostante la conformazione territoriale propizia, a causa dell’assenza di nuove tecnologie e infrastrutture adeguate non sono sviluppate né l’agricoltura né l’allevamento, la cui produzione è inferiore al fabbisogno nazionale. Il sistema industriale ruota attorno a un grande impianto per la lavorazione della bauxite in funzione a Fria, la cui produzione viene sostenuta dall’Unione Europea (la Guinea è il quinto produttore mondiale di questo minerale). Seppur poco sfruttati, sono inoltre presenti: ferro, diamanti, oro, nichel, cromo, uranio e petrolio, nelle acque territoriali. Il commercio con l’estero guarda soprattutto all’esportazione di alluminio e bauxite, seguiti da caffè, ananas, banane e noci di palma. Le importazioni sono costituite essenzialmente da macchinari e veicoli, prodotti tessili, combustibili, generi alimentari. L’inflazione si attesta attorno al 15%.
Pur non presentando criticità dal punto di vista del terrorismo di matrice islamica, il Paese vive di frequente dei momenti di tensione legati all’instabilità politica e alle diseguaglianze sociali. La microcriminalità è un fenomeno in continua crescita e spesso vede coinvolti individui armati che indossano uniformi militari o di polizia. La capitale Conakry è una città piuttosto a rischio. Le aree di confine con Senegal, Guinea Bissau, Costa d'Avorio e Sierra Leone sono considerate a rischio, a causa di dispute territoriali. La malaria è molto diffusa in tutto il Paese.
Capitale: Conakry
Ordinamento: Rep. semipresidenziale
Superficie: 245.857 km²
Popolazione: 11.176.026
Religioni: islamica (85%), cristiana (8%)
Lingue: francese
Moneta: franco guineano (GNF)
PIL: 1.100 USD
Livello di criticità: Medio
Colonia francese dal 1890, il Paese ottiene l’indipendenza nel 1958 sotto la guida di Ahmed Tourè, leader del Partito Democratico. Tourè porta avanti un programma di ispirazione socialista, pur rimanendo nell’alveo della dittatura: vengono eliminati i diritti umani e le libertà politiche, imprigionati o deportati in veri e propri gulag gli oppositori. Nel 1984, alla morte del dittatore, il breve governo di Lansana Beavogui viene rovesciato da un colpo di stato militare guidato da Lansana Contè. Contro la sua dittatura, nel 1996 la popolazione dà origine a massicce proteste che culminano nell’assalto al palazzo presidenziale e inducono il presidente a intensificare la stretta sui diritti e sulle libertà politiche. Lo stesso Contè, nel 2001, attraverso un referendum ottiene di prolungare il suo mandato, rimanendo così in carica fino alla sua morte avvenuta il 23 dicembre 2008. Lo stesso giorno, una giunta militare si insedia al potere sospendendo la Costituzione e fissando le elezioni per novembre 2010. La vittoria è andata ad Alpha Condè, leader dello storico partito d’opposizione Raggruppamento del Popolo di Guinea (RPG), confermatosi anche al primo turno delle elezioni dell’11 ottobre 2015.
La Guinea Conakry è uno degli Stati più sottosviluppati del continente africano. Sulla condizione deficitaria dell’economia pesano i conflitti e l’instabilità politica. A poco sono serviti gli accordi presi nel 1980 per una stretta cooperazione con gli Stati confinanti (Sierra Leone, Liberia, Senegal e Gambia), così come l’appoggio del Fondo Monetario Internazionale. Nonostante la conformazione territoriale propizia, a causa dell’assenza di nuove tecnologie e infrastrutture adeguate non sono sviluppate né l’agricoltura né l’allevamento, la cui produzione è inferiore al fabbisogno nazionale. Il sistema industriale ruota attorno a un grande impianto per la lavorazione della bauxite in funzione a Fria, la cui produzione viene sostenuta dall’Unione Europea (la Guinea è il quinto produttore mondiale di questo minerale). Seppur poco sfruttati, sono inoltre presenti: ferro, diamanti, oro, nichel, cromo, uranio e petrolio, nelle acque territoriali. Il commercio con l’estero guarda soprattutto all’esportazione di alluminio e bauxite, seguiti da caffè, ananas, banane e noci di palma. Le importazioni sono costituite essenzialmente da macchinari e veicoli, prodotti tessili, combustibili, generi alimentari. L’inflazione si attesta attorno al 15%.
Pur non presentando criticità dal punto di vista del terrorismo di matrice islamica, il Paese vive di frequente dei momenti di tensione legati all’instabilità politica e alle diseguaglianze sociali. La microcriminalità è un fenomeno in continua crescita e spesso vede coinvolti individui armati che indossano uniformi militari o di polizia. La capitale Conakry è una città piuttosto a rischio. Le aree di confine con Senegal, Guinea Bissau, Costa d'Avorio e Sierra Leone sono considerate a rischio, a causa di dispute territoriali. La malaria è molto diffusa in tutto il Paese.