Lesotho
Africa
Noto in passato con il nome di Basotholand, il Lesotho è un ex protettorato britannico diventato poi Dominion del Sudafrica nel 1910. Grazie alla sua coesione etnica, il Paese non divenne mai parte integrante del Sudafrica, nonostante geograficamente sia collocato al suo interno. Ottenuta l’indipendenza nel 1966, divenne una monarchia costituzionale che nel corso degli anni fu sempre minacciata da golpe militari. Anche i partiti politici hanno avuto una vita travagliata: nel 1998 a seguito di accuse di brogli elettorali da parte del Lesotho Congress for Democracy (LCD), l’opposizione scatenò violente proteste che portarono all’intervento di una forza di peacekeeping e alla formazione di un’autorità provvisoria che cambiò il sistema elettorale in un sistema maggioritario semplice. Il cambiamento contribuì a ristabilire l’equilibrio interno fino al 2007, quando nuove tensioni emersero riguardo la suddivisione dei voti in Parlamento. Nel febbraio 2012, il primo ministro Mosisili ha lasciato la guida del partito di maggioranza LCD per fondare un nuovo partito, il Democratic Congress. Le elezioni del giugno successivo non hanno dato la maggioranza ad alcun partito, per cui l’attuale governo è formato da una coalizione dei vari partiti della vecchia opposizione.
L’economia dipende fortemente dal Sudafrica a cui il Lesotho vende acqua. La diminuzione delle rimesse dei lavoratori basotho nelle miniere d’oro e di carbone, dovuta alla relativa riduzione di attività, ha privato il Paese di una rendita importante. Le principali risorse di reddito, oltre l’acqua, rimangono solo i proventi del Southern African Customs Union e della manifattura tessile. La maggior parte della forza lavoro (86%) è impiegata nel settore agricolo e nel pascolo. La crisi internazionale ha avuto conseguenze negative sull’economia di un territorio già povero, ma nel 2010 e nel 2011 la crescita è tornata positiva (5-6%) scendendo leggermente nel 2012 (4%). L'inflazione si attesta attorno al 5-6%.
Non ci sono particolari criticità legate alla sicurezza, se non attività criminali in aumento soprattutto nella capitale. Tuttavia il Lesotho rappresenta uno snodo importante per i traffici umani (destinati alla prostituzione o ai lavori forzati). Oltre a essere un Paese povero, il Lesotho è anche uno dei Paesi africani con il più alto tasso di persone affette da HIV/AIDS che lo colloca al terzo posto a livello mondiale. L’infrastruttura stradale è carente e rende particolarmente difficoltoso l'accesso ad alcune aree della regione.
Capitale: Maseru
Ordinamento: Monarchia parlamentare
Superficie: 30.355 km²
Popolazione: 1.936.181
Religioni: cristiana (80%), animista (15%)
Lingue: sesotho, inglese
Moneta: loti lesothiano (LSL)
PIL: 2.200 USD
Livello di criticità: Basso
Noto in passato con il nome di Basotholand, il Lesotho è un ex protettorato britannico diventato poi Dominion del Sudafrica nel 1910. Grazie alla sua coesione etnica, il Paese non divenne mai parte integrante del Sudafrica, nonostante geograficamente sia collocato al suo interno. Ottenuta l’indipendenza nel 1966, divenne una monarchia costituzionale che nel corso degli anni fu sempre minacciata da golpe militari. Anche i partiti politici hanno avuto una vita travagliata: nel 1998 a seguito di accuse di brogli elettorali da parte del Lesotho Congress for Democracy (LCD), l’opposizione scatenò violente proteste che portarono all’intervento di una forza di peacekeeping e alla formazione di un’autorità provvisoria che cambiò il sistema elettorale in un sistema maggioritario semplice. Il cambiamento contribuì a ristabilire l’equilibrio interno fino al 2007, quando nuove tensioni emersero riguardo la suddivisione dei voti in Parlamento. Nel febbraio 2012, il primo ministro Mosisili ha lasciato la guida del partito di maggioranza LCD per fondare un nuovo partito, il Democratic Congress. Le elezioni del giugno successivo non hanno dato la maggioranza ad alcun partito, per cui l’attuale governo è formato da una coalizione dei vari partiti della vecchia opposizione.
L’economia dipende fortemente dal Sudafrica a cui il Lesotho vende acqua. La diminuzione delle rimesse dei lavoratori basotho nelle miniere d’oro e di carbone, dovuta alla relativa riduzione di attività, ha privato il Paese di una rendita importante. Le principali risorse di reddito, oltre l’acqua, rimangono solo i proventi del Southern African Customs Union e della manifattura tessile. La maggior parte della forza lavoro (86%) è impiegata nel settore agricolo e nel pascolo. La crisi internazionale ha avuto conseguenze negative sull’economia di un territorio già povero, ma nel 2010 e nel 2011 la crescita è tornata positiva (5-6%) scendendo leggermente nel 2012 (4%). L'inflazione si attesta attorno al 5-6%.
Non ci sono particolari criticità legate alla sicurezza, se non attività criminali in aumento soprattutto nella capitale. Tuttavia il Lesotho rappresenta uno snodo importante per i traffici umani (destinati alla prostituzione o ai lavori forzati). Oltre a essere un Paese povero, il Lesotho è anche uno dei Paesi africani con il più alto tasso di persone affette da HIV/AIDS che lo colloca al terzo posto a livello mondiale. L’infrastruttura stradale è carente e rende particolarmente difficoltoso l'accesso ad alcune aree della regione.