Namibia
Africa
La Namibia fu scoperta nel XV secolo dai portoghesi. In epoca coloniale, finì sotto l’influenza della Germania, che dal 1892 la ribattezzò Africa Tedesca del Sudovest. Durante la prima guerra mondiale fu occupata dal Sudafrica, che la governò sotto mandato della Società delle Nazioni. Dopo la seconda guerra mondiale, il Sudafrica annetté deliberatamente il suo territorio, nonostante il disaccordo della comunità internazionale. La Namibia ottenne l’indipendenza nel 1990, a seguito di un periodo di guerriglia interna condotta a partire dagli anni Sessanta dalla Swapo (South-West African People’s Organization), organizzazione indipendentista di stampo marxista, che negli anni Ottanta perderà questa caratterizzazione per diventare il primo partito del Paese. La transizione a repubblica indipendente è avvenuta sotto la presidenza di Sam Nujoma, leader della Swapo, rimasto al governo fino al 2004 quando è stato sostituito da Hifikepunye Pohamba, riconfermato alle ultime elezioni del 2009.
La Namibia fu già in epoca coloniale un grande produttore di materie prime, in particolare minerali e diamanti, di cui è tuttora grande esportatore. L’uranio è un’altra risorsa rilevante: Swakopmund ospita, infatti, una delle più grandi miniere esistenti al mondo. La Namibia possiede inoltre giacimenti di rame, stagno, zinco, piombo, vanadio, litio, cadmio, argento e oro. La produzione e l’esportazione di materie prime sono però quasi del tutto controllate da imprese straniere e multinazionali, e la Namibia sta tentando di diversificare il proprio apparato produttivo nei settori agricolo, peschereccio e manifatturiero. I suoi principali partner commerciali sono Sudafrica, Regno Unito, Germania e Stati Uniti. L’inflazione è al 6,5%.
Dagli anni Novanta, il Paese ha goduto di una buona stabilità politica e amministrativa. Terminato il regime di apartheid messo in atto dal governo di Pretoria, nel Paese è stato dato avvio alla riconciliazione interrazziale tra i neri (quasi il 90% della popolazione) e la minoranza bianca. La Namibia è dunque uno Stato relativamente sicuro e tranquillo, dove la transizione democratica può dirsi solidamente conclusa (è quindi minimo il rischio di agitazioni politiche) e dove non si segnalano attività terroristiche di sorta né attività di criminalità organizzata. Nel Paese non sono attivi gruppi criminali, forse anche in seguito all’entrata in vigore dell’Atto di prevenzione del crimine organizzato e dell’attivazione di un dipartimento di intelligence finanziaria, entrambi impegnati nella soppressione del crimine organizzato, del riciclaggio di denaro e del potenziale finanziamento di attività terroristiche.
Capitale: Windhoek
Ordinamento: Repubblica
Superficie: 824.292 km²
Popolazione: 2.182.852
Religioni: luterana (85%), animista (15%)
Lingue: inglese (ufficiale), Afrikaans
Moneta: dollaro namibiano (NAD)
PIL: 7.900 USD
Livello di criticità: Basso
La Namibia fu scoperta nel XV secolo dai portoghesi. In epoca coloniale, finì sotto l’influenza della Germania, che dal 1892 la ribattezzò Africa Tedesca del Sudovest. Durante la prima guerra mondiale fu occupata dal Sudafrica, che la governò sotto mandato della Società delle Nazioni. Dopo la seconda guerra mondiale, il Sudafrica annetté deliberatamente il suo territorio, nonostante il disaccordo della comunità internazionale. La Namibia ottenne l’indipendenza nel 1990, a seguito di un periodo di guerriglia interna condotta a partire dagli anni Sessanta dalla Swapo (South-West African People’s Organization), organizzazione indipendentista di stampo marxista, che negli anni Ottanta perderà questa caratterizzazione per diventare il primo partito del Paese. La transizione a repubblica indipendente è avvenuta sotto la presidenza di Sam Nujoma, leader della Swapo, rimasto al governo fino al 2004 quando è stato sostituito da Hifikepunye Pohamba, riconfermato alle ultime elezioni del 2009.
La Namibia fu già in epoca coloniale un grande produttore di materie prime, in particolare minerali e diamanti, di cui è tuttora grande esportatore. L’uranio è un’altra risorsa rilevante: Swakopmund ospita, infatti, una delle più grandi miniere esistenti al mondo. La Namibia possiede inoltre giacimenti di rame, stagno, zinco, piombo, vanadio, litio, cadmio, argento e oro. La produzione e l’esportazione di materie prime sono però quasi del tutto controllate da imprese straniere e multinazionali, e la Namibia sta tentando di diversificare il proprio apparato produttivo nei settori agricolo, peschereccio e manifatturiero. I suoi principali partner commerciali sono Sudafrica, Regno Unito, Germania e Stati Uniti. L’inflazione è al 6,5%.
Dagli anni Novanta, il Paese ha goduto di una buona stabilità politica e amministrativa. Terminato il regime di apartheid messo in atto dal governo di Pretoria, nel Paese è stato dato avvio alla riconciliazione interrazziale tra i neri (quasi il 90% della popolazione) e la minoranza bianca. La Namibia è dunque uno Stato relativamente sicuro e tranquillo, dove la transizione democratica può dirsi solidamente conclusa (è quindi minimo il rischio di agitazioni politiche) e dove non si segnalano attività terroristiche di sorta né attività di criminalità organizzata. Nel Paese non sono attivi gruppi criminali, forse anche in seguito all’entrata in vigore dell’Atto di prevenzione del crimine organizzato e dell’attivazione di un dipartimento di intelligence finanziaria, entrambi impegnati nella soppressione del crimine organizzato, del riciclaggio di denaro e del potenziale finanziamento di attività terroristiche.