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CURIOSITÀ
Capitale: Niamey
Ordinamento: Repubblica
Superficie: 1.267.000 km²
Popolazione: 16.468.886
Religioni: islamica (80%)
Lingue: francese, hausa, djerma
Moneta: franco (CFA)
PIL: 700 USD
Livello di criticità: Alto

Niger

Africa


Niger

Africa

POLITICA

Il Niger conquista l’indipendenza dalla Francia nel 1960, sotto la guida di Hamani Diori, ottenendo una prima Costituzione. Nel 1974 un golpe delle forze armate depone Diori e insedia un consiglio militare. L’indipendenza non produce una crescita economica, ciclicamente interrotta dalla siccità e dalle lotte per l’autonomia del popolo Tuareg (in parte riconosciuta nel 1992). Nel 1989 il Niger ottiene una nuova Costituzione e nel 1992 le prime elezioni libere, che eleggono il democratico Mahamane Ousmane. Nel 1998 un nuovo colpo di stato porta al potere il colonnello Mainassara, ucciso nel 1999: il parlamento viene sciolto e i partiti soppressi. Nel 2000 all’elezione del militare Tandja Mamadou seguono scontri con i Tuareg e la nascita di un conflitto internazionale a causa della falsa notizia della vendita di uranio all’Iraq. Nel 2004 le elezioni riconfermano Mamadou, poi destituito dai militari nel 2010. Nel 2011 viene regolarmente eletto Mahamadou Issoufou, del partito degli Intellettuali Democratici.

ECONOMIA

L’esigua superficie coltivabile, principalmente intorno al fiume Niger, ospita colture di riso, ortaggi e palme da dattero. L’allevamento è pressoché nomade e il principale prodotto commerciale sono le arachidi. Il commercio interno è molto limitato e di stampo tradizionale. Gli investimenti da parte della Cina nel Paese hanno prodotto qualche industria, attiva soprattutto nel campo del cemento. L’attività estrattiva del suolo è scarsa, nonostante sia accertata la presenza di importanti minerali, tra cui il ferro e il petrolio. La vera risorsa del Niger è però l’uranio, che attira numerosi interessi internazionali e che fa del Paese un produttore di livello mondiale. L’inflazione si attesta attorno allo 0,8%.

CRITICITÀ

Nel Paese il livello di instabilità è piuttosto alto. Nel 2011, infatti, è fallito un nuovo tentativo di colpo di stato. Inoltre, la presenza di gruppi armati antigovernativi rende tutta l’area settentrionale altamente pericolosa. Altrettanto rischiosi sono i territori del Kawar, dell’Azawak e del Teneré e tutta l’area di confine con il Mali e l’Algeria. Il rischio terrorismo è elevato: sono numerosi i gruppi integralisti islamici radicati sul territorio. Particolarmente attivi nei sequestri sono i terroristi di Al Qaeda per il Maghreb (AQIM), movimento armato di resistenza islamico al governo algerino, il cui scopo è generalmente il rilascio di prigionieri militanti islamici. Nel luglio 2012 l’Unione Europea ha inviato esperti in Niger, per addestrare le forze di sicurezza a combattere Al Qaeda. Nel nord del Paese, i Tuareg continuano rivendicare i diritti sulle loro terre. E, dal 2006, si è aggiunta anche la questione degli arabi Mohamidi, residenti nell’area di confine con il Ciad, minacciati più volte di espulsione dal governo.

CURIOSITÀ

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Moneta: franco (CFA)
PIL: 700 USD
Livello di criticità: Alto

POLITICA

Il Niger conquista l’indipendenza dalla Francia nel 1960, sotto la guida di Hamani Diori, ottenendo una prima Costituzione. Nel 1974 un golpe delle forze armate depone Diori e insedia un consiglio militare. L’indipendenza non produce una crescita economica, ciclicamente interrotta dalla siccità e dalle lotte per l’autonomia del popolo Tuareg (in parte riconosciuta nel 1992). Nel 1989 il Niger ottiene una nuova Costituzione e nel 1992 le prime elezioni libere, che eleggono il democratico Mahamane Ousmane. Nel 1998 un nuovo colpo di stato porta al potere il colonnello Mainassara, ucciso nel 1999: il parlamento viene sciolto e i partiti soppressi. Nel 2000 all’elezione del militare Tandja Mamadou seguono scontri con i Tuareg e la nascita di un conflitto internazionale a causa della falsa notizia della vendita di uranio all’Iraq. Nel 2004 le elezioni riconfermano Mamadou, poi destituito dai militari nel 2010. Nel 2011 viene regolarmente eletto Mahamadou Issoufou, del partito degli Intellettuali Democratici.

ECONOMIA

L’esigua superficie coltivabile, principalmente intorno al fiume Niger, ospita colture di riso, ortaggi e palme da dattero. L’allevamento è pressoché nomade e il principale prodotto commerciale sono le arachidi. Il commercio interno è molto limitato e di stampo tradizionale. Gli investimenti da parte della Cina nel Paese hanno prodotto qualche industria, attiva soprattutto nel campo del cemento. L’attività estrattiva del suolo è scarsa, nonostante sia accertata la presenza di importanti minerali, tra cui il ferro e il petrolio. La vera risorsa del Niger è però l’uranio, che attira numerosi interessi internazionali e che fa del Paese un produttore di livello mondiale. L’inflazione si attesta attorno allo 0,8%.

CRITICITÀ

Nel Paese il livello di instabilità è piuttosto alto. Nel 2011, infatti, è fallito un nuovo tentativo di colpo di stato. Inoltre, la presenza di gruppi armati antigovernativi rende tutta l’area settentrionale altamente pericolosa. Altrettanto rischiosi sono i territori del Kawar, dell’Azawak e del Teneré e tutta l’area di confine con il Mali e l’Algeria. Il rischio terrorismo è elevato: sono numerosi i gruppi integralisti islamici radicati sul territorio. Particolarmente attivi nei sequestri sono i terroristi di Al Qaeda per il Maghreb (AQIM), movimento armato di resistenza islamico al governo algerino, il cui scopo è generalmente il rilascio di prigionieri militanti islamici. Nel luglio 2012 l’Unione Europea ha inviato esperti in Niger, per addestrare le forze di sicurezza a combattere Al Qaeda. Nel nord del Paese, i Tuareg continuano rivendicare i diritti sulle loro terre. E, dal 2006, si è aggiunta anche la questione degli arabi Mohamidi, residenti nell’area di confine con il Ciad, minacciati più volte di espulsione dal governo.
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Edito da Paesi Edizioni

Piazza Gentile Da Fabriano, 3
00196 Roma

T +39 06 69285 314

paesiedizioni@gmail.com
www.paesiedizioni.it

La cover del libro

Ucraina. Alle radici della guerra.

Tutti i perché sull’invasione russa

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