Sud Sudan
Africa
Nato dopo una lunga e sanguinosa guerra civile durata oltre vent’anni, il Sud Sudan ha proclamato la propria indipendenza il 9 luglio 2011 dal Sudan ed è la più giovane nazione del mondo. Il Paese è costituito da dieci Stati, a loro volta suddivisi in 86 contee. Dopo appena più di un anno di indipendenza sono emersi conflitti interni e di frontiera e nell’aprile 2012 si è rischiato di arrivare a una guerra aperta con il Sudan su questioni riguardanti i confini (le aree ricche di petrolio del Sud Kordofan, Blue Nile e Abyei, dove i referendum per stabilire se accorparsi al Sudan o al Sud Sudan, sono stati rimandati). L’ONU ha mantenuto la missione di peacekeeping nel Paese (United Nations Mission in the Republic of South Sudan), con lo scopo di stabilire la pace e le condizioni per lo sviluppo e la sicurezza. Attualmente il partito al potere è il Sudan People’s Liberation Movement (SPLM), guidato dal presidente Salva Kiir. Ma è in corso dal dicembre 2013 un violento conflitto su basi etniche tra il presidente Kiir (esponente della comunità Dinka) e il suo ex vice Riek Machar (alla guida dei Nuer, principale minoranza del Paese).
Il Sud Sudan è un territorio ricco di risorse non ancora sfruttate, ma che offrono ottime prospettive per lo sviluppo economico di un Paese che sta affrontando varie criticità, sia di carattere umanitario che sociale e ambientale. Le principali risorse naturali sono le riserve idriche, le terra arabili, il petrolio, l’oro, diamanti, calcari, materiali ferrosi, depositi di cromo, zinco, tungsteno, mica, argento e legname. La maggioranza della popolazione però lavora nel settore agropastorale, con l’agricoltura praticata per lo più nella zona sud-ovest e la pastorizia in quella sud-est. A causa della guerra, il Sud Sudan dipende ancora dagli aiuti esterni e dai proventi del petrolio (98% del reddito), i cui giacimenti sono situati principalmente nelle zone di confine e rivendicati anche da Khartoum, a cui è collegato per la raffinazione e l’esportazione. L’industria e le infrastrutture sono ancora poco sviluppate, comprese quelle per il trasporto del petrolio e la produzione di energia elettrica.
Instabilità politica, tensioni sociali, criminalità, conflitti etnici e fragilità ambientale sono i fattori di criticità del Paese. La violenza è diffusa sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Le tensioni con il Sudan continuano nonostante gli accordi raggiunti, e possono sfociare nuovamente in conflitto aperto. Nella capitale, Juba, il livello di criminalità sta aumentando e le armi sono diffuse tra la popolazione. Gli stranieri sono stati spesso oggetto di attacchi a scopo di rapina. Violenze esistono al confine anche con i gruppi tribali, mentre altre possono emergere a causa della presenza massiccia di sfollati provenienti per lo più dalle zone del sud al confine con l’Uganda e il Congo. La povertà, la mancanza di infrastrutture e di libertà di movimento sono anch’essi delle criticità negative che vanno ad aggravare i fattori di rischio ambientale, come lunghi periodo di siccità seguiti da inondazioni.
Capitale: Juba
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 644.329 km²
Popolazione: 8.260.490
Religioni: cristiana, islamica
Lingue: inglese, arabo, denka
Moneta: sterlina sud-sudanese (SSP)
PIL: n.d.
Livello di criticità: Alto
Nato dopo una lunga e sanguinosa guerra civile durata oltre vent’anni, il Sud Sudan ha proclamato la propria indipendenza il 9 luglio 2011 dal Sudan ed è la più giovane nazione del mondo. Il Paese è costituito da dieci Stati, a loro volta suddivisi in 86 contee. Dopo appena più di un anno di indipendenza sono emersi conflitti interni e di frontiera e nell’aprile 2012 si è rischiato di arrivare a una guerra aperta con il Sudan su questioni riguardanti i confini (le aree ricche di petrolio del Sud Kordofan, Blue Nile e Abyei, dove i referendum per stabilire se accorparsi al Sudan o al Sud Sudan, sono stati rimandati). L’ONU ha mantenuto la missione di peacekeeping nel Paese (United Nations Mission in the Republic of South Sudan), con lo scopo di stabilire la pace e le condizioni per lo sviluppo e la sicurezza. Attualmente il partito al potere è il Sudan People’s Liberation Movement (SPLM), guidato dal presidente Salva Kiir. Ma è in corso dal dicembre 2013 un violento conflitto su basi etniche tra il presidente Kiir (esponente della comunità Dinka) e il suo ex vice Riek Machar (alla guida dei Nuer, principale minoranza del Paese).
Il Sud Sudan è un territorio ricco di risorse non ancora sfruttate, ma che offrono ottime prospettive per lo sviluppo economico di un Paese che sta affrontando varie criticità, sia di carattere umanitario che sociale e ambientale. Le principali risorse naturali sono le riserve idriche, le terra arabili, il petrolio, l’oro, diamanti, calcari, materiali ferrosi, depositi di cromo, zinco, tungsteno, mica, argento e legname. La maggioranza della popolazione però lavora nel settore agropastorale, con l’agricoltura praticata per lo più nella zona sud-ovest e la pastorizia in quella sud-est. A causa della guerra, il Sud Sudan dipende ancora dagli aiuti esterni e dai proventi del petrolio (98% del reddito), i cui giacimenti sono situati principalmente nelle zone di confine e rivendicati anche da Khartoum, a cui è collegato per la raffinazione e l’esportazione. L’industria e le infrastrutture sono ancora poco sviluppate, comprese quelle per il trasporto del petrolio e la produzione di energia elettrica.
Instabilità politica, tensioni sociali, criminalità, conflitti etnici e fragilità ambientale sono i fattori di criticità del Paese. La violenza è diffusa sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Le tensioni con il Sudan continuano nonostante gli accordi raggiunti, e possono sfociare nuovamente in conflitto aperto. Nella capitale, Juba, il livello di criminalità sta aumentando e le armi sono diffuse tra la popolazione. Gli stranieri sono stati spesso oggetto di attacchi a scopo di rapina. Violenze esistono al confine anche con i gruppi tribali, mentre altre possono emergere a causa della presenza massiccia di sfollati provenienti per lo più dalle zone del sud al confine con l’Uganda e il Congo. La povertà, la mancanza di infrastrutture e di libertà di movimento sono anch’essi delle criticità negative che vanno ad aggravare i fattori di rischio ambientale, come lunghi periodo di siccità seguiti da inondazioni.