Quello del 14 luglio nella città di Drigarh, distretto di Mastung nella provincia del Balochistan, passerà alla storia come uno degli attentanti più sanguinosi commessi in Pakistan negli ultimi anni. Un primo bilancio parla di oltre 140 morti ma non potrà che aggravarsi visto l’alto numero di feriti (più di cento). Si tratta del terzo attacco più violento avvenuto nella storia di questo Paese dopo l’attentato di Karsaz del 2008 e quello contro una scuola a Peshawar nel 2014.

Un kamikaze dell’ISIS, che ha subito rivendicato l’attacco, si è fatto saltare in aria mentre Siraj Raisani, candidato al parlamento parlava davanti a migliaia di sostenitori. Per lui e per le sue guardie del corpo non c’è stato scampo: sono tutti morti dilaniati dall’esplosione. Diversi analisti non escludono però la pista che conduce ai talebani pakistani del gruppo Tehreek-e-Taliban (TTP). Siraj Raisan era indicato come possibile vincitore delle elezioni nella regione del Belucistan con il partito Balochistan Awamy Party (BAP) che si oppone al Tehreek-e-Taliban (TTP), in pochi anni divenuti una minaccia sempre più temibile per la sicurezza nazionale pachistana.

La strage di Mastung è arrivata proprio lo stesso giorno del rientro a Lahore e dell’arresto dell’ex primo ministro Nawaz Sharif e di sua figlia Maryam in Pakistan. Entrambi, rientrati da Londra dove è invece rimasta la moglie (in cura per una grave malattia), dovranno scontare rispettivamente 10 e 7 anni di carcere per reati di corruzione, autentica malattia endemica della classe politica pachistana. Ad attenderli all’aeroporto di Lahore migliaia di sostenitori di Sharif che volevano impedirne l’arresto. I manifestanti sono stati contenuti a stento dalla polizia e dall’esercito.

L’attentato di Mastung commesso da Abu Bakr al-Pakistani (così è stato identificato l’uomo dalle autorità pachistane), fa aumentare i timori in vista delle prossime elezioni parlamentari che si terranno il 25 luglio. L’esercito pachistano ha annunciato che a protezione dei seggi elettorali verranno schierati 350mila uomini, un chiaro segno della grave situazione di crisi della sicurezza nel Paese.

L’attentato di Mastung è stato preceduto da quattro altri attentati avvenuti la scorsa settimana. A Peshawar affiliati del gruppo Tehreek-e-Taliban hanno ucciso in un attentato 20 persone. Il bersaglio dell’azione era il leader politico Haroon Ahmed Bilour, morto nell’esplosione. Secondo il Pakistan Institute of Peace Studies almeno 158 persone sono state uccise e più di 670 ferite in circa 120 attacchi registrati nelle ultime settimane che hanno anticipato il voto del 25 luglio.

Articolo pubblicato su Confessioni Elvetiche