Un monito duro, ma rispettoso. Il sinologo Francesco Sisci legge l’intervento del segretario di Stato Usa Mike Pompeo contro l’accordo Cina-Santa Sede. Un avviso condiviso da tanti cattolici americani, ma non è un invito a una crociata anti-cinese. Più che a San Pietro, è a Palazzo Chigi che dovrebbero preoccuparsi…
Non una condanna, ma un avviso. L’intervento del segretario di Stato americano Mike Pompeo contro il rinnovo dell’accordo fra Santa Sede e Cina non deve essere visto come un affondo frontale a papa Francesco.
Ne è convinto Francesco Sisci, sinologo, docente alla People’s University di Pechino, che insieme a Formiche.net legge il duro editoriale del capo della diplomazia Usa pubblicato questa domenica su First Things, sito della destra conservatrice americana, e rilanciato su Twitter da alti ufficiali del Dipartimento di Stato, come la portavoce Morgan Ortagus.
Two years ago, the Holy See reached an agreement with the Chinese Communist Party, hoping to help China’s Catholics. Yet the CCP’s abuse of the faithful has only gotten worse. The Vatican endangers its moral authority, should it renew the deal. https://t.co/fl0TEnYxKS
— Secretary Pompeo (@SecPompeo) September 19, 2020
Proprio in questi giorni è in corso un difficile negoziato fra Santa Sede e governo cinese per rinnovare l’accordo sulle nomine dei vescovi in Cina siglato due anni fa. E il 29 settembre è prevista una visita di Pompeo in Vaticano, cui seguirà, il 30, una serie di incontri con il governo italiano.
Per questo ha sorpreso la scelta di attaccare così esplicitamente quell’intesa fra Pechino e la Chiesa cattolica, un’istituzione che con la Cina vanta una tessitura di rapporti antica di secoli.
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Se dovesse rinnovare l’accordo, ha scritto l’ex capo della Cia su First Things, “Il Vaticano metterebbe a rischio la sua autorità morale”. Poi una bocciatura in pieno: “A distanza di due anni, è chiaro che l’accordo Cina-Vaticano non ha difeso i cattolici dalle depredazioni del partito, per non parlare dell’orrendo trattamento dei cristiani, dei buddisti tibetani, dei fedeli del Falung Gong, e di altri credi religiosi”.
Per Sisci, in verità, non si tratta di una vera condanna. “Ci sono due possibili letture di questo intervento – spiega a Formiche.net – la prima: il Vaticano ha davvero uno straordinario soft power nel mondo, altrimenti Pompeo non avrebbe scritto queste cose. La seconda: il rapporto tra Vaticano e Cina è una questione fondamentale e delicatissima nella situazione attuale, cioè quella di una Guerra Fredda fra Cina e Stati Uniti”.
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Francesco Sisci
Sinologo, editorialista, laureato e specializzato in Lingua cinese a Venezia e a Londra, è stato il primo straniero ammesso alla Scuola superiore dell'Accademia cinese delle scienze sociali di Pechino. Contribuisce a diverse riviste e gruppi di riflessione su questioni geopolitiche.
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